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https://doi.org/10.11588/diglit.63257#0075
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antecedentemente abbiamo satta memoria per ordi-
ne cronologico, ma nessuno di essi potea dirsi gran
maestro, perchè questa sublimità di nome da pochi
al mondo degnamente si acquista.
Che però consigliato su Lodovico, e da parenti,
e dagli amici a dare comodità a Sigismondo di po-
ter trarre qualche buon documento da cui vera-
mente con sondamento dargliene potesse, e in questa
guisa impegnarsi a continuare il suo esercizio, ma
nello stesso tempo cercare d’uscire fuori della me-
diocrità e riuscir valentuomo. Nessuna scuola più
al proposito fu giudicata che quella del Veronese,
al quale su caldamente a forza di potenti racco-
mandazioni appoggiato con gran piacere del giovi-
netto, il quale in tal modo giudicò d’ aver campo
di meglio addestrarsi a secondare la natura, dove
lodevolmente inclinavalo fino dai primi suoi giorni.
A Venezia adunque fu dal padre accompagnato,
e per mezzo d’ una gran gentildonna introdotto
nella stanza di Paolo, la quale quantunque a molti
s’ aprisse per vedere le pitture che nascendo anda-
vano, a pochissimi però il pittore volea la pazienza
di far da maestro : pure furono così valide le inter-
cessioni di chi proteggeva Mondino che impegnarono
il gran veronese a guardarlo d’ occhio parziale ed
insegnargli con amorevolezza. E così avvenne in
satti : la buona docilità del discepolo mansuesece
T ariosità del maestro, e comecché Mondino era si-
gliuolo di poche parole, cominciò a sare il satto
suo senza cercarne di più, apprendendo i buoni
documenti non solo dalla viva voce del maestro,
ma dai morti colori, di maniera che ben presta-
mente avanzò di prositto qual inique altro suo con-
discepolo.
antecedentemente abbiamo satta memoria per ordi-
ne cronologico, ma nessuno di essi potea dirsi gran
maestro, perchè questa sublimità di nome da pochi
al mondo degnamente si acquista.
Che però consigliato su Lodovico, e da parenti,
e dagli amici a dare comodità a Sigismondo di po-
ter trarre qualche buon documento da cui vera-
mente con sondamento dargliene potesse, e in questa
guisa impegnarsi a continuare il suo esercizio, ma
nello stesso tempo cercare d’uscire fuori della me-
diocrità e riuscir valentuomo. Nessuna scuola più
al proposito fu giudicata che quella del Veronese,
al quale su caldamente a forza di potenti racco-
mandazioni appoggiato con gran piacere del giovi-
netto, il quale in tal modo giudicò d’ aver campo
di meglio addestrarsi a secondare la natura, dove
lodevolmente inclinavalo fino dai primi suoi giorni.
A Venezia adunque fu dal padre accompagnato,
e per mezzo d’ una gran gentildonna introdotto
nella stanza di Paolo, la quale quantunque a molti
s’ aprisse per vedere le pitture che nascendo anda-
vano, a pochissimi però il pittore volea la pazienza
di far da maestro : pure furono così valide le inter-
cessioni di chi proteggeva Mondino che impegnarono
il gran veronese a guardarlo d’ occhio parziale ed
insegnargli con amorevolezza. E così avvenne in
satti : la buona docilità del discepolo mansuesece
T ariosità del maestro, e comecché Mondino era si-
gliuolo di poche parole, cominciò a sare il satto
suo senza cercarne di più, apprendendo i buoni
documenti non solo dalla viva voce del maestro,
ma dai morti colori, di maniera che ben presta-
mente avanzò di prositto qual inique altro suo con-
discepolo.