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mo di Carrara un bell’ Ercole fanciullo che strozza
i serpenti, e due pattini scherzanti per il conte
Eustachio Crispi, ed un ritratto dell’ Eminentissimo
d’ Elei in marmo di Carrara, che vedesi nella fac-
ciata delle scuole pie da esso istituite, ed altre
cose, da che mai per lo molto valor suo non gli
mancano occasioni di operare com’ egli fa con as-
siduità sempre, e diligenza ».
« Infinite cose operate dal nostro Ferreri ho tra-
lasciato di scoltura, di pittura, e d’ architettura : ma
dalle narrate si può comprendere che quest’ uomo
era atto a tutto ciò che dal disegno deriva, onde ha
ben ragione Ferrara, ove ha la sua stanza sermata,
se lo tiene in molto pregio. Anzi avendo il pubblico
di Ferrara, composto d’ un maestrato di Savj, e di
Riformatori, stabilito di erigere, come la nostra, u-
n’Accademia di pittura, scoltura ed architettura a co-
mun beneficio, idea ed esecuzione dei due nobilissimi
cavalieri già nominati, cioè il marchese Ercole Be-
vilacqua , ed il marchese Guido Bentivoglio d’ Ara-
gona , fu dai suddetti eletto il Ferreri per primo di-
rettore degli studj, il cui solenne e sontuoso apri-
mento si sece la sera delli 8 Febbrajo 1737, con
una accademia assai numerosa di componimenti
poetici alla presenza del Legalo, del Prolegato, del
Giudice e Maestrato de’ Savj e de’ Riformatori per-
petui, oltre un concorso fioritissimo di persone no-
bili e dotte, e il tutto fu satto con magnisicenza e
decoro grandissimo (l), essendosi poi satte le sue
costituzioni che si videro impresse nel 1739 ».
(i) Ecco le parole dello Zanotti, scritte dà mano incerta, nel terzo esemplare
del Baruffaldi della biblioteca Costabiliana, che termina prima della morte dei
W. 24
mo di Carrara un bell’ Ercole fanciullo che strozza
i serpenti, e due pattini scherzanti per il conte
Eustachio Crispi, ed un ritratto dell’ Eminentissimo
d’ Elei in marmo di Carrara, che vedesi nella fac-
ciata delle scuole pie da esso istituite, ed altre
cose, da che mai per lo molto valor suo non gli
mancano occasioni di operare com’ egli fa con as-
siduità sempre, e diligenza ».
« Infinite cose operate dal nostro Ferreri ho tra-
lasciato di scoltura, di pittura, e d’ architettura : ma
dalle narrate si può comprendere che quest’ uomo
era atto a tutto ciò che dal disegno deriva, onde ha
ben ragione Ferrara, ove ha la sua stanza sermata,
se lo tiene in molto pregio. Anzi avendo il pubblico
di Ferrara, composto d’ un maestrato di Savj, e di
Riformatori, stabilito di erigere, come la nostra, u-
n’Accademia di pittura, scoltura ed architettura a co-
mun beneficio, idea ed esecuzione dei due nobilissimi
cavalieri già nominati, cioè il marchese Ercole Be-
vilacqua , ed il marchese Guido Bentivoglio d’ Ara-
gona , fu dai suddetti eletto il Ferreri per primo di-
rettore degli studj, il cui solenne e sontuoso apri-
mento si sece la sera delli 8 Febbrajo 1737, con
una accademia assai numerosa di componimenti
poetici alla presenza del Legalo, del Prolegato, del
Giudice e Maestrato de’ Savj e de’ Riformatori per-
petui, oltre un concorso fioritissimo di persone no-
bili e dotte, e il tutto fu satto con magnisicenza e
decoro grandissimo (l), essendosi poi satte le sue
costituzioni che si videro impresse nel 1739 ».
(i) Ecco le parole dello Zanotti, scritte dà mano incerta, nel terzo esemplare
del Baruffaldi della biblioteca Costabiliana, che termina prima della morte dei
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