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Baruffaldi, Girolamo
Vite de' pittori e scultori Ferraresi (Vol. 2) — Ferrara: coi tipi dell'editore Domenico Taddei, 1846

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https://doi.org/10.11588/diglit.63257#0414
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— 370 —

« Fu certamente grande onore al Ferreri e di es-
sere mio de’ sondatori dell’ accademia bolognese
benché nazionale non fosse ? e di essere primo di-

Ferrerì, come le notizie che se ne leggono nella citata storia della Accademia
Clementina.
Io questo non ho voluto tacere, prima perchè serve all assunto mio di
dimostrare qual conto in quella indila città, si faccia di Andrea Ferreri,
e poi mi pare che ancora a Bologna accresca pregio il vedere che da mae-
strali e signori cosi saggi e prudenti, sia una cosa nostra imitata , e in
guisa che si regoli quasi assatto che colle medesime leggi, avendo preparato
fondi per lo stabilimento di così utile e profittevol pensiere , e per premiare
la gioventù studiosa , e quel che è più per ricompensare non scarsamente i
maestri accademici, perchè con amore e con assiduità istruiscano la gio-
ventù , conciossiachè non trovandosi che di rado chi per la sola gloria fa-

tichi, è necessario che qualche emolumento quell essetto in ciascuno produca
che la gloria in pochi produce, e a questo irreparabilmente debbono i su-
premi signori attendere quando pur bramino che tali cose abbiano lunga
durata ed accrescimento. Per I accademia nostra poi è a grande onore, che
a primo direttore della serrarese un nostro accademico sia stato eletto.
E il Ferreri uomo pieno di onestà e di ottimi costumi, ma di portamento
tale , che quell' uomo egli non dimostra essere cK egli è, anzi ognuno al
vederlo il terrà per maestro di qualche basso mestiere: ma a lui piace di
così costumare non d' altro curandosi che di operare con diligenza e con
sapere , e per questo è amato molto e stimato. Il ritratto suo qui posto a
principio , è intaglio e dono a me fatto cortesemente dal celebre Bolzoni in-
tagliator ferrarese.
Aggiungeremo secondo il consueto la nota delle opere del Ferreri non regi-
strate in questa vita.
In s. Andwea nella cappella della Madonna di Loreto , gli stucchi che ador-
nano l’altare. Nella chiesa di s. Chiara delle MM. Cappuccine, l’immacolata
Concezione scolpita in legno, cui Giuseppe Ferreri figlio di Andrea aggiunse
a piedi il serpente. In quella di s. Monaca all’ aitar maggiore due statue di
stucco di s. Rosa, e s. Caterina da Siena. In s. Francesco nella cappella della
strage degli Innocenti, le due statue in legno rappresentanti li proseti Osea,
e Geremia. E tralasciando le non più esistenti opere del Ferreri in città nelle
ehipse di s. Caterina da Siena , del Gesù , di s. Maria Maddalena e di s. Cle-
mente, noteremo nella Università una Venere ignuda coricata, lunga un piede
circa, lavoro suo delicatissimo proveniente dalla casa Macchioni ( Cittad. Calai,
IF. 282. ). Nel borgo di s. Giorgio in mezzo alla piazza del mercato sopra una
colonna di granito una bella Madonna di marmo bianco. Nello stesso borgo sulla
via romana poco oltre lo stesso convento di s. Giorgio a mano destra sopra la
porta d’ una casa , al presente del sig. Giuseppe Sivieri, un graziosissimo basso
rilievo in terra cotta colla Madonna ed il Bambino di fisonomie veramente di-
vine. A Villa nuova di Donore la Vergine del Rosario, e finalmente a Cotogna
la statua della Madonna del Carmine.
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