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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 5.1877

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Lenormant, M. F.: Frammento di statua d'uno dei pastori d'Egitto
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https://doi.org/10.11588/diglit.10818#0102

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BULLETT1N0 DELLA COMMISSIONE

FRAMMENTO DI STATUA D'UNO DEI PASTORI D'EGITTO.

fTav. IX).

IV Egitto era là Cina dell' antichità. Offriva anch' esso ima
civiltà prodigiosamente antica, resa immobile da secoli con un
carattere tutto particolare, una certa attrattiva di mistero e di sin-
golarità, un'arte rimarchevole con delle forme speciali, una tra-
dizione di processi industriali, come di ornati, molto perfezionati
sotto un certo punto di vista, e che non esisteano che sulle ripe
del Nilo. Gli operai d'Egitto lavoravano con somma perizia le
materie le più dure, e sapeano far miracoli di destra e ingegnosa
pazienza, simili a quelli che fanno i Cinesi ai giorni nostri. Per
ciò, quando la terra dei faraoni cadde in potere dei Cesari, si
vide nascere a Koma una moda egiziana, nel modo istesso che
nell'Europa moderna è sorta una moda cinese e giapponese.

I viaggiatori greci e romani faceano molto sovente il giro
dell'Egitto, elove essi andavano ad ammirare le piramidi e le
gigantesche mine di Tebe, e trasecolavano all'udire la voce mi-
steriosa del colosso di Meninone. Le loro firme, accompagnate
sovente dalle riflessioni più insulse, cuoprono le muraglie dei
monumenti innalzati dagli antichi faraoni; sulle quali, del resto,
quelle dei viaggiatori inglesi ornai si accostano a cancellarle del
tutto. Da questi viaggi si riportavano dei ninnoli egiziani di ogni
specie — ci si permetta questa espressione volgare, che non ha
sinonimo preciso in istile più elevato — i quali conservavansi nelle
étagères degli appartamenti e dei gabinetti dei raccoglitori, come
da noi i vasi ed i bambocci della Cina. Egli è perciò che su
 
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