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G. Cullrera, La Menade Ai via Statilia

È evidente che l'autore del nostro rilievo, pur nell'intento
di fare un'opera di pretto sapore attico, così nello stile come nella
composizione, non ha preso tuttavia a modello un'antica opera
attica, sibbene un'opera paesistica asiana (o, se si vuole, più di
una), e alla roccia, sulla quale sedeva la figura, ha sostituito l'ele-
gante thronos dalle gambe tornite, insieme allo sgabellettò sul
quale essa poggia incongruamente i piedi. Io non so se la composi-
zione originaria comprendesse la figura del caprone, o se questa
sia stata presa da un altro modello, o addirittura ideata dal-
l'autore stesso del nostro rilievo. Comunque, è certo che le due
figure non discordano affatto tra di loro, nè dal punto di vista
concettuale, nè da quello formale. Ciò non di meno, un'incon-
gruenza, ripeto,'c'ò; ma essa non è costituita dalla presenza
del caprone e del rialzo rustico in un ambiente interno, sibbene
— tutto all'inverso — dalla introduzione de] sedile e dello
sgabellettò in un ambiente paesistico (').

Roma, agosto 1924.

Giuseppe Cultrera.-

(l) Se il mio amico Bendinelli non avesse disdegnato di leggere i miei
scritti o. dato che ne abbia mai presa visione, si fosse degnato di leggerli
un po' più attentamente, torse non si sarebbe potuto esimere dall'obbligo
di farne cenno, ma, in compenso; si sarebbe mostrato meglio edotto sullo
stato della questione.
 
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