sage, cioe subito dopo ii 1735, nei disegni, nei dipinti e nelle prime acquaforti. Dopo i motivi
veneziani e padovani vi giunsero poi anche quelli romani — come nella serie parmense.
I dipinti di Parma, nei vecchi cataloghi delia Galleria creduti dapprima senza alcun ragione
operę di Francesco Guardi, sono stati dal Ricci24 assegnati al Bellotto, il cui stile, almeno nel-
le parti di architettura, b evidente. Evocano peró dubbi cosi al riguardo delia loro datazione,
come all'autografia di macchiette. Le figurę dcl primo piano cosi grandi sono insolite per il pe-
riodo italiano del pittore, mentre frequenti nel tempo dal 1755 circa in poi; insolita h anche la
maniera eon cui sono descritte, sciolta, talvolta minuziosa e strapazzata. E benche il Quintavalle
riportasse i dipinti al 1740 circa25, il Fritzsche crede al periodo di Varsavia20; anebe recentemento
si pensó ad una "avanzata maturita"27. L'attribuzione di macchiette allo Zuccarelli, espressa
per la prima volta pure da] Ricci, sostenuta dagli altri28, si mantiene fino ad ora almeno per
le vedute del Campidoglio e del Colosseo29; il Fritzsche, invece, le credeva autografe30.
Molti tratti canalettiani nella composizione cromatica e nel fare pittorico, una certa disin-
voltura nel collegare motivi reali eon fantastici, lontana dall'accademismo dei capricci archi-
24. C. Ricci, op. cit.
25. Dapprima nel La Regia Galleria di Parma, op. cit.
26. H. A. Fritzsche, op. cii., pp. 122—23, VG 171. L'affermazione del Fritzsche che il cavatiere e in costume polapce. non
e sostenibite.
27. 11 Setlecento a Roma, op. cit.
28. G. Ferrari, G. Delogu, A. O. Quintavalle, op. cit.
29. R. Pallucchini, op. cit.
30. H. A. Fritzsche, op. cit., p. 122.^
veneziani e padovani vi giunsero poi anche quelli romani — come nella serie parmense.
I dipinti di Parma, nei vecchi cataloghi delia Galleria creduti dapprima senza alcun ragione
operę di Francesco Guardi, sono stati dal Ricci24 assegnati al Bellotto, il cui stile, almeno nel-
le parti di architettura, b evidente. Evocano peró dubbi cosi al riguardo delia loro datazione,
come all'autografia di macchiette. Le figurę dcl primo piano cosi grandi sono insolite per il pe-
riodo italiano del pittore, mentre frequenti nel tempo dal 1755 circa in poi; insolita h anche la
maniera eon cui sono descritte, sciolta, talvolta minuziosa e strapazzata. E benche il Quintavalle
riportasse i dipinti al 1740 circa25, il Fritzsche crede al periodo di Varsavia20; anebe recentemento
si pensó ad una "avanzata maturita"27. L'attribuzione di macchiette allo Zuccarelli, espressa
per la prima volta pure da] Ricci, sostenuta dagli altri28, si mantiene fino ad ora almeno per
le vedute del Campidoglio e del Colosseo29; il Fritzsche, invece, le credeva autografe30.
Molti tratti canalettiani nella composizione cromatica e nel fare pittorico, una certa disin-
voltura nel collegare motivi reali eon fantastici, lontana dall'accademismo dei capricci archi-
24. C. Ricci, op. cit.
25. Dapprima nel La Regia Galleria di Parma, op. cit.
26. H. A. Fritzsche, op. cii., pp. 122—23, VG 171. L'affermazione del Fritzsche che il cavatiere e in costume polapce. non
e sostenibite.
27. 11 Setlecento a Roma, op. cit.
28. G. Ferrari, G. Delogu, A. O. Quintavalle, op. cit.
29. R. Pallucchini, op. cit.
30. H. A. Fritzsche, op. cit., p. 122.^