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Nell'altro rilievo perugino le figure principali sono disposte all'in-
verso e ve ne sono aggiunte altre insignificanti.

L.VI, H. Perugia, villa di Colle del Cardinale; Conestabile Mon.
di Per. XXXII = LVII[, 1; 1. 0,5k. Mirtilo, di statura quasi puerile, è
venuto dalla sin. e mette il piede s. sopra l'altare, raccorciato come nel
n. 8 e decorato di una ghirlanda. Egli è vestito di corta tunica cinta
e di stivali e stende la d. indietro verso Pelope, che lo ha afferrato pe' ca-
pelli e sta per colpirlo con la spada. Pelope veste una tunica corta,
sopra la quale si vedono due file di laminette pendenti dalla cintura
{ntéQvyìs), ed ha un pileo (di metallo) in testa. Ippodamia, dall'altro lato
dell'altare, veste chitone lungo e manto come nelle urne volterrane, e
pone il piede d. sopra un elmo che giace al suolo. Due uomini imberbi
tunicati (quello a d. anche clamidato) cercano (invano) di salvar Mir-
tilo, l'uno afferrando il braccio d. di Pelope al polso, l'altro ritenendo
Ippodamia per il manto. Due Furie alate e vestite di lunghi chitoni,
nel fondo del rilievo, paiono assalire Mirtilo con le loro faci : l'una gli
dirige sulle spalle la fiamma (non visibile) della face, l'altra gli vibra
un fendente da d. Lavoro piuttosto meschino.

Per quanto la nostra interpretazione di questa serie di rilievi paia
essere accertata per il connesso monumentale da noi indicato, pure ci
si può obiettare l'assenza di qualsiasi testimonianza scritta dell'essere stato
Mirtilo ucciso in quella maniera. Ma non siamo noi ugualmente sprov-
visti di testimonianze per i particolari dell'uccisione di Enomao, quale
la vediamo raffigurata nella rispettiva serie di rilievi etruschi ? Eppure
nessuno crederà che gli artefici etruschi abbiano essi inventato quell'uc-
cisione con la ruota e con l'intervento d'Ippodamia ! Ci è forza ammettere,
invece, che tali particolari siano desunti (per mediazione di monumenti
greci, s'intende) da una fonte poetica a noi perduta. E lo stesso vale delle
rappresentanze riferibili al ritorno di Pelope ed Ippodamia dalla corsa
fatale ed alla morte di Mirtilo. Ora l'indole di quelle rappresentanze indu-
bitatamente accenna ad una tragedia. Di fatto esisteva una tragedia
Enomao di Sofocle (citala anche sotto il titolo d'Ippodamia) ed un'altra
di Euripide. Disgraziatamente dagli scarsi frammenti conservati di ambe-
due poco o niente si ricava intorno all'andamento dell'azione, né ci danno
maggior luce quelli àeìi'Enomao di Accio. Senza dubbio certe cose erano

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