necessità le acque delia pioggia assorbite dai su-
detti terreni superiori, dovevano raccogliersi,
e pel loro peso e volume aprirsi un meato per
scorrere presso il mare come fanno i lìumi ; e
poiché essi furono fortunali di ritrovare dopo
qualche tempo alla profondità di circa 60 metri
nella slessa pianura inclinala di Campana in un
grande crepaccio di tufo vulcanico di natura non
bibula , le bramale acque, furono essi mollo sol-
leciti condottarle per uso della città di Pozzuoli,
omettendo le norme , che soglionsi praticare nella
costruzione degli Aquidotti. Forse oprarono così;
perchè le finanze della città non permettevano
costruire in tutta regola tale Condotto; e perciò
essi non fecero altro, che seguire il corso del
Crepaccio di tufo , allargandolo nelle sue parti
più strette , ed ove il passaggio era facile e suf-
ficiente , lo rimasero qual era ; praticandovi so-
lamente un meschino canale largo da 40 a 60
centimetri , coprendo la volta del crepaccio o
fenditura di tufo con spaccatoni dello stesso tufo
posti orizzontalmente, ed a cavallo nelle parti ove
il crepaccio essendo abbastanza largo minacciava
fare cadere della terra dalla parte "superiore nel
sottoposto canale ; ed ove esso mostrossi più. stret-
to , io fabbricarono nella sua parte superiore in
forma di una malformata volta. Al canale o corso
delle acque praticato nel crepaccio di tufo , ag-
giunsero ai suoi lati vari cuniculi diretti per lo più
verso i vari estinti crateri, esistenti nelle vicinan-
ze cioè del Gauro , degli Astroni, e di quelli verso
il sito detto S. Martino; non che verso la parte più
inclinata della pianura Campana. In somma li di-
ressero verso i siti più concavi, ove le acque
piovane assorbite dai terreni d'indole e natura
detti terreni superiori, dovevano raccogliersi,
e pel loro peso e volume aprirsi un meato per
scorrere presso il mare come fanno i lìumi ; e
poiché essi furono fortunali di ritrovare dopo
qualche tempo alla profondità di circa 60 metri
nella slessa pianura inclinala di Campana in un
grande crepaccio di tufo vulcanico di natura non
bibula , le bramale acque, furono essi mollo sol-
leciti condottarle per uso della città di Pozzuoli,
omettendo le norme , che soglionsi praticare nella
costruzione degli Aquidotti. Forse oprarono così;
perchè le finanze della città non permettevano
costruire in tutta regola tale Condotto; e perciò
essi non fecero altro, che seguire il corso del
Crepaccio di tufo , allargandolo nelle sue parti
più strette , ed ove il passaggio era facile e suf-
ficiente , lo rimasero qual era ; praticandovi so-
lamente un meschino canale largo da 40 a 60
centimetri , coprendo la volta del crepaccio o
fenditura di tufo con spaccatoni dello stesso tufo
posti orizzontalmente, ed a cavallo nelle parti ove
il crepaccio essendo abbastanza largo minacciava
fare cadere della terra dalla parte "superiore nel
sottoposto canale ; ed ove esso mostrossi più. stret-
to , io fabbricarono nella sua parte superiore in
forma di una malformata volta. Al canale o corso
delle acque praticato nel crepaccio di tufo , ag-
giunsero ai suoi lati vari cuniculi diretti per lo più
verso i vari estinti crateri, esistenti nelle vicinan-
ze cioè del Gauro , degli Astroni, e di quelli verso
il sito detto S. Martino; non che verso la parte più
inclinata della pianura Campana. In somma li di-
ressero verso i siti più concavi, ove le acque
piovane assorbite dai terreni d'indole e natura