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Criscio, Giuseppe de
Notizie istoriche archeologiche topografiche dell'antica citta di Pozzuoli: e dei suoi due aquidotti Serino e Campano — Neapel, 1881

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https://doi.org/10.11588/diglit.12237#0065
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55

CAPITOLO IV.

letizie delle Setolile

Il secondo scrittore, che trattò dell'aquidol-
to Campano senza neppure vederlo di persona,
fu lo Scherillo. Nella nota a pag. 103-104 della
sua citata Opera così scrive « L'acqua che al
« presente da varie fontane scorga nella città
« di Pozzuoli, vi viene da un Aquidotto che ha
ce un corso di quattro miglia a varia profondità
« sotterra , cominciando dal Vado di Serra o
« Montagna Spaccata. A dritta di chi esce dalla
« Montagna Spaccata incomincia esso aquidotto
« accogliendo un ruscello , che scende dalle pen-
« dici orientali del Gauro ; più giù appresso
« S. Vito ne riceve un secondo , che vi viene
« da manca dell' estinto vulcano degli Astroni;
« e finalmente alla Croce di Campana ne riceve
« un' altro a dritta, che vi arrivava anche dal
« Gauro , ma dalla porta di Campiglione, il quale
« da molto tempo ha presa altra "via. La memo-
« ria più antica di questo aquidotto non oltre-
« passa, quanto io sappia l'anno 1540 e si ha
« un' iscrizione messa dal Viceré Pietro di To-
« ledo sulla porta di un nobile giardino che egli
« ebbe in Pozzuoli all' occidente della città , nel
« luogo detto Strazza. Ma dicendosi in essa ,
« che il Viceré lo rifece e non lo coslrusse , è
« molto probabile che la sua origine risalga al
a tempo della floridezza della città sotto i Ro-
« mani, pria anche che avesse le acque Saba-
« zie. » Se lo Scherillo avesse in realtà osser-
vato di persona l'aquidotto Campano non avrebbe
scritto tali cose, dimenticando del tutto le regole
 
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