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— 624 —

scienza di osservazione, ci presenti una dimostrazione più piena, più molteplice nei
suoi capi diversi, più coordinata e concorde nei risultamenti, più splendida in fine
e convincente nel suo vasto complesso, di quella che mi sono qui studiato di
epilogare e formolare. L'importanza sua fondamentale per tutta quanta la scienza
della sacra archeologia è manifesta considerando, che i sotterranei nostri cimiteri
sono il principale e quasi l'unico tesoro, che ci rimanga, dei monumenti delle
arti cristiane e delle epigrafiche memorie dei primi secoli della chiesa.

Non pretendo, che in argomento sì vasto, svariato e minuto niuna particolarità
degna d'essere notata o discussa sia sfuggita al mio occhio indagatore, niuna mi
sia uscita di mente nel coordinare tante minuzie. Anche meno pretendo, che nulla
sarà osservato o scoperto nell'avvenire, che sembri fare o veramente faccia parziale
eccezione all'uno od all'altro capo di osservazioni sopra esposte e dichiarate. Nei
fatti umani le eccezioni alle regole ordinarie debbono essere sempre previste come
possibili, e talvolta anche probabili. Ma gli odierni e futuri esploratori delle romane
catacombe nei singoli casi, in che si imbatteranno, apparentemente contrarii al
grande sistema cronologico da me esposto ed in sommario modo epilogato, esaminino
con la debita attenzione la realtà e le circostanze tutte del fatto per stabilire, se
il caso eccezionale sia vero ed indubitato; e se (come suole avvenire), conforme-
mente al detto degli scolastici, sia exceptio quae firmai regulam. Nel libro primo
di questo volume (pag. 96 e segg.) ho insegnato il metodo da tenere nel discernere
le epigrafi veramente appartenenti alle sotterranee gallerie da quelle, che in esse
sono traboccate per i lucernari e le frane del suolo esteriore: il medesimo metodo
vale anche per ogni altra specie di monumenti e cimelii diversi. Si tenga conto
eziandio dei trasferimenti delle terre da gallerie a gallerie fatti più volte negli
ultimi tre secoli dai moderni cavatori, talché nei piccoli oggetti e nei minori
frammenti lapidarli commisti alle terre tragittate e rimescolate fa d'uopo tener
conto della somma totale non dei singoli pezzi; la cui primitiva esatta sede topo-
grafica, in siffatti casi, è sempre più o meno incerta.

Si distingua finalmente con ogni attenzione ciò che appartiene alle cripte sto-
riche e loro adiacenze visitate, risarcite, adornate per molti secoli, dopo cessato
l'uso ordinario della sotterranea sepoltura; da quello, che veramente spetta ai
sepolcri rimasti nello stato loro genuino ed originario, nelle gallerie e cubicoli
interni dell'immensa rete cimiteriale. E per le dottrine esposte nella presente
opera, confermate da tutti i sotterranei monumenti fino ad oggi noti, è chiaro
quanto importante e certa sia questa distinzione rispetto alle pitture cimiteriali.
Nelle cripte, che chiamo storiche, furono eseguite pitture di stile bizantino nei
secoli sesto, settimo ed anche più tardi: sovente quei bizantini dipinti coprono
gli intonachi e le decorazioni anteriori: talvolta gli strati successivi degli intonachi
sono tre ed anche più. Nulla di simile si vede negli affreschi primitivi degli arco-
soli e dei cubicoli: i quali giammai sono di stile veramente bizantino; e d'ordinario
furono tagliati e guasti per l'apertura di nuovi loculi: e siffatte mutilazioni vediamo
non solo nei dipinti di stile migliore e di più antica età, ma in quelli eziandio,
che tra le pitture contemporanee dei sotterranei sepolcri sono ultime e recentis-
sime (vedi sopra pag. VkS-ìiU, cf. p. 62). Questo fatto materiale basterebbe solo a
 
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