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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0038
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PREFAZIONE.

XXXV

Tra le co/e , che meritano particolare avvertenza in
quejìo bronzo , oltre a quel che può dir/i sulla Legione
Adjutrice Seconda ^9\Jbno i numeri che contrajjegnando

il

quefio foffe lo fiefifi , che il noflro ; ci fomminijlrerebbe
un nuovo argomento -per credere effer quejìi fette non
4*1 numero de' graziati ; effendo chiaro primieramente
che non potea una fieffa per fona militare nel tempo
fiff'o in due parti , e poi ottenuta una volta la citta-
dinanza non avea bifogno di ottenerla un'altra volta.
Ed è qui da avvertire , che con quefii privilegii fi
concedea la piena cittadinanza , che abbracciava tut-
ti ì diritti e pubblici e privati dì un vero , e nati-
vo Cittadino Romano : e quindi la formala ufata nel
primo nojlro bronzo da Claudio , Civitatem dedit,
& conubium ipfis , liberis , pofterifque eorum , fi
vede in tutte le Mi filo ni degli altri Imperatori fe-
guenti , e anche in una de' Filippi ( preffo Fabretti
Col. Tr. p. 70. e gli altri citati nella n. 31.) , va-
le a dire anche dopo Caracalla , la di cui cofiituzio-
ne febbene efiendeffe la cittadinanza a tutto l'Orbe
Romano ( nota 44. ) , non par che comprendere tutti
i diritti ( fi veda Spanemio Orb. Rom, Ex. II. 24.
e 25. ) : onde quefii privilegii giovavano ederan neceffa-
rii anche dopo Caracalla , così per quei, eh' erano in tut-
to peregrini , come per coloro , che aveano la cittadi-
nanza , ma non intiera. Fero è , che nell'altra Mil-
ione de' Filippi ( pubblicata dal Muffei Ant. Gali.
Ep. I. p. 5. ) fi vede conceduto il privilegio a Mar-
co Brezio , figlio di Marco , Giuftino della Tribù
Sabatina , Mantuano : onde potrebbe dedurfi , che
uno , quantunque aferitto a qualche Tribù , poteffe
non avere la piena cittadinanza ; e così crede in
fatti il Bimard ( nella lettera al Maffei nel
Muf. Veron. pag. 348. ) fupponendo , che dopo Ti-
berio V aferizione alla Tribù non importava piena
cittadinanza : ma quejla non è , che una fuppfizione,
contraria ad uìrifiide ( Orat. in Rom. To. I.
P- 373- e 382- ) > &à u^a ifrizione ( preffo Grutero
p CCCGVIII. 1. ) , e ad altre autorità ( fi veda Spa-
nemio 1. e. Ex. II. 2. 3. ) , da cui fi ricava , che
V affgnazìone nella Tribù portava fico , anche dopo
Tiberio , la piena cittadinanza. Più ■vcrijìmile è quel
che dice il Maffei ( cit. Ep. I. p. 3. ) , che il pri-
vilegio dato ai fidati già veri Cittadini Romani fi
reflringeffe alla legittimazione del matrimonio fatto
da effi nel tempo della milizia , durante il quale non
Roteano contrarre nozze legittime ( fi veda la nota
46. ) cioè con Cittadine Romane : onde l' unione con
altre donne non Cittadine riduceafi ad una naturai
congiunzione , 0 al più ad un contraito di folo dirit-
to delle genti , che non producea alcuno effetto civile,
a quindi il beneficio della legittimazione , che rendea
quel matrimonio un connubio , e facea , che le mogli ,
e i figli fiffero veri Cittadini Romani . Infatti in que-
jla Miffione de' Filippi pubblicata dal Maffei il pri-
vilegio , che fi dà a' Veterani fi rijlringe al folo jus
del connubio cum finguiis , & primis uxoribus , ut
etiamfì peregrini juris feminas in matrimonio fuo
junxerint , proinde liberos tollant , ac lì ex duo-
bus Civibus Romanis natos . Or lo fpisgarfi cum

finguiis, & primis uxoribus fa vedere quel che debba
intenderfi negli altri filmili privilegii , in cui fola-
mente fi dice dumtaxat fìnguli fingulas : effendo la po-
ligamia vietata , ed infamante preffo i Romani (fi ve-
da la nota 46. ) . E febbene fuor delle leggi Roma-
ne , e in confeguenza fuor delle giufie nozze , potejje
fofpettarfi che parlino quejle Miiìioni di più donne pe-
regrine in un fol tempo ritenute in contubernio ; non-
dimeno l'altra Miffione degli fiejfi Filippi ( preffo
Fabretti, egli altri notati nella n. 31.) toglie ogni
dubbio, dicendofi ex mulieribus, quas fecum concetta
confuetudine vixifFe probatae fint ; onde par , che an-
che fi refiringa ai figli nati dal concubinato ( che
chiamafi appunto licita confuetudo nella L. 5. C. ad
SC. Orph. ) , 0 da un regolar contubernio, e non da
una libidine vaga , e fenza alcun freno . Può anche
dirfi , che quejle due Miffioni de' Filippi abbian ri-
guardo al permeffo dato da Severo a' Soldati di aver
donne ( nota 46". ) : poiché 0 ciò s' intende di mo-
gli legittime , e allora il privilegio giovava per la
peregrine; 0 s'intende , come molti vogliono , di fole
concubine , e allora la legittimazione giovava per
tutte.

(79) La Legione Adjutrice Seconda , a cui ap-
partengono i privilegiati di quefio bronzo, è una della
rammentate nella nota lapida del Campidoglio pubbli-
cata dal Lipfio a Tacito Hift. II. 43. dove è fituata
tra la prima Partica , e la quarta Flavia ; e in
due ifcrizioni portate dallo fieffb Lipfio , e in più al-
tre preffo Grutero , e Muratori : e coli' aggiunto di
Pia Fedele , come la Prima Adjutrice : e ficcome di
qv.eiìa fi fa menzione nella L. ult. G. de Caftr. Pec.
e nella L.ult.C.de Ap. Praef. Praet.XII. così la Secon-
da, è nominata nella L. 1. C. de Prof. & Med. X. e
da Sparziano Adr. 2. fi ha, che l'Imperatore Adria-
no militò in gucjla. Seconda Adjutrice . Dione LV.
24. fcrìve , che Galba fondò la prima Adjutrice , e
J'ifpafiano la feconda . Come ciò j)offa intenderfi e
dell'una , e dell' altra non è fuor di propofito ej'amì-
narlo. E per quel che riguarda la prima , par che a
Dione fi opponga Tacito Hift. I. 6. SuetonioGa.lb.i2.
e Plutarco Galb. p. 1059. che fanno tutti fundator
di quella Legione Nerone . 01 trac io Suetonio 1. e. ac-
cresce anche il dubbio , dicendo, che Galba volle ri-
durre quella Legione, formata già da Nerone di gen-
te di marina , nuovamente al prìfiino fiato ; e per ef-
ferfi oppojla con tumulto, ed aver chiefie Vinfegne, e 'l
quartiere nell' approjjìmarfi Galba a Roma, fu non fo-
laments per ordine dì quefio sbaragliata, ma anche de-
cimata . Lo Jleffo fatto è raccontato da Dione LXIV.
3. ma non già deClaffiarii, ma de'Pretori ani di Nero-
ne: e in quefio fi oppone anche a Tacito Hift.I.31. chi
dice, che Galba legioni Clafficae diffidebat , infeftae
ob caedem commilitonum,quos primo ftatimintroitu
trucidaverat Galba. Suppongono molte cofegl'Interpetri
per conciliar Dione con gli altri , con dire , che Ne-
rone prevenuto dalla morte non potè dar le infegne,

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