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Polska Akademia Umieje̜tności <Krakau> / Komisja Historii Sztuki [Hrsg.]; Polska Akademia Nauk <Warschau> / Oddział <Krakau> / Komisja Teorii i Historii Sztuki [Hrsg.]
Folia Historiae Artium — 30.1994

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Gawrońska-Oramus, Beata: Il Maestro della Crosifissione di Fiesole, un nuovo tentativo di attribuzione dell' "Imago Pietatis" del Wawel
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https://doi.org/10.11588/diglit.20615#0149
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di San Francesco dal titulo dell’ opera che piu
lo caratterizza e lo rappresenta 40. II ąuadro e una
coimiposizione a due piani eon nella parte inferiore
la Madonna inginocchiata davanti al Bambino,
circondata da,i Santi Paolo, Francesco e Giovanni
Battista, e adorata dai Re Magi, i cui seguiti si
snodano lungo i sentieri delFarnpia pianura che
fa da sfondo alla scena. Sopra la testa della Mądre
si innalzano il Colcmbo dello Spirito Santo e
i cori angelici, sopra i ąuale troneggia Dio Padre.

L’autore, che ha reso eon slancio dawero epico
i dettagli figurativi e paesaggistici, dimostra di
aver avuto probierni nel mantenere corrette le
proporzioni anatomiche e la posa delle figurę. La
forma viene trattata in modo lineare faeendo
ricorso solo minimamente, e delicatamente, al
modellato del chiaroscuro. Le fisionomie, prive di
tratti individuali, non esprimono sentimenti parti-
colarmente elevati. II carattere delFintera rappre-
sentazione risulta chiaramente idealizzato, eon
una tendenza al decorativismo tipico della pittura
miniaturale, sottolineata dalFimpiego delForo
nelle aureole e nelle glorie, nelTornamentazione
delle vesti e nel vasellame. Tali caratteristiche
sono rinvenibili anche in altre opere del Maestro
delTEpifania di Fiesole che non esulano dal fissa-
to schema stilistico, quali YIncoronazione della
Madonna (Galleria delTAccademia); VAdorazione
dei Magi (Conservatorio de la Quiete); il Com-
pianto (San Marco, Cella 32); Cristo eon i Santi
Andrea e Dionisio (Santa Maria di Orbatello);
Madonna eon Bambino e Santi Giovanni e Piętro
Martire (Gambier-Parry Collection, Courtland,
NY).

Sembra perció sorprendente Tattribuzione a
questo artista deWImago Pietatis cracoviana,
opera di un autore caratterizzato soprattutto da
una forte espressivita, da una padronanza tecnica
e da un uso sapiente del modellato che gli per-
mettono di ottenere un pieno effetto plastico, le
dovute proporzioni anatomiche delle figurę e
l’individualizzazione delle fisionomie. Tratti,
ąuesti, che non si confanno al Maestro delTEpi-

40 E. F a h y, Some Early Italian Pictures in the
Gambier-Parry Collection (The Burlington Magazine,
CIX, 1967), p. 133—134; idem, Some Followers of Do-
menico Ghirlandaio, New York 1976, p. 169—170; ąuadro
citato nel Catalogo delle cose d’arte e di antichita
d’Italia, ser. I/VI: Fiesole, Roma 1933, p. 171: „La

pittura ha tutti i caratteri della scuola di Cosimo
Rosselli ed e stata eseguita dalio stes-so ignoto pittore
della Incoronazione (n. 63), gia nella R. Galleria degli
Uffizi [...] II ąuadro e segnato col n. 477 nell’inventa-
rio delle pitture di magazzino (2a categoria) e col n.
3935 dell’inventario del 1890. Era nel monastero delle
Murate di Firenze”.

fania di Fiesole: abbiamo infatti qui a che farę
eon un concetto del tutto diverso della forma
e della materia pittorica. La differenza piu lam-
pante risulta dal confronto del viso della Madon-
na dellTmapo Pietatis cracoviana eon quella dell’
Adorazione dei Magi di Fiesole. Sul dipinto craco-
viano osserviamo il volto deturpato dal dolore
di una donna anziana, reso eon uno slancio reali-
stico quasi ritrattistico, laddove nelFEpifania di
Fiesole la fisionomia, quasi priva di tratti indivi-
duali e persino di sentimenti, e fortemente idea-
lizzata. E’ 1’incontro di due mondi pittorici, quello
ancora „gotico”, diremmo, idealizzato, del Maestro
delTEpifania di Fiesole e quello delFautore dell’
Imago Pietatis cracoviana, tendente ormai al to-
tale awicinamento alla realta.

Per gli stessi motivi non mi sembra molto
convincente Tinserimento fra le opere del Maestro
delTEpifania di Fiesole del Volto Santo della
Fuller Maitland Collection di Londra, anche se in
proposito non posso pronunciarmi, conoscendo il
quadro solo da una riproduzione in bianco e nero.
Se gia la sola plasticita sorprendente delle figurę
di primo piano, che tradisce un’alta sapienza
anatomica, sembra essere ben al di la delle
possibilita di questo pittore, di certo non e ascri-
vibile alla sua abilita la raffigurazione delle
gambę del Cristo nella prospettiva cosi audace
del dipinto cracoviano.

I dubbi esposi mi fanno ritenere ingiusta
Tattribuzione dellTmapo Pietatis cracoviana al
Maestro delTEpifania di Fiesole.

v

Nel tentativo di stabilire la paternita dell’
Imago Pietatis cracoviana vale la pena di soffer-
marsi su un altro dipinto ano-nimo raffigurante
la Crocifissione eon Madonna e San Gerolamo in
San Domenico di Fiesole (foto 13, 13a, 13b, 13c) 41.
In entrambi i casi abbiamo a che farę eon una

41 Ibidem, p. 15: „Si puo attribuire alla scuola di
Botticelli. Erronee sono le attribuzioni al ąuadro, cioe:
maniera di Lorenzo di Credi e maniera di Andrea del
Castagno. II padre Lodovico Ferretti narra le vicende
di ąuesta pittura descritta all’anno 1488 nella Cronaca
del Convento che registra in quell’epoca la costruzione
della Cappella Dazzi: «cum tabula altaris in qua est
Crucifixus et mater eius et b.tus Hieronymus genu-
flexus coram Crucifixo». Dunąue l’anno 1438 sarebbe
la probabile data d!esecuzione. Nel 1792 Domenico
Moreni ricorda la Crocefissione che fin dal 1488 era
stata tolta per ordine del monsignor Rainieri Mancini
vescovo di Fiesole: «Cominciando dalia primma (cap-

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