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Maier, Marco
Il Regno Di Napoli E Di Calabria, Descritto Con Medaglie: Arrichito D'Una Descrittione Compendiosa Di Quel Famoso Regno; Ed Illustrato D'Una Succinta Dichiaratione Intorno Alle Sue Medaglie — Nella Haya: Apresso Christiano Di Lom, 1723

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https://doi.org/10.11588/diglit.53460#0080
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46 Succinta Spiegatione
te insidie de nimici : ò vero perche combatteva

la natura sua è rapace, facendo volen-
tieri sangue, come fà quel Dio dette.
Guerre. La voce rY , Rampata in
quello , è spiegata nella precedente
Medaglia, ed il Nome APIsT nN
pollo qui sotto le gambe del Cavallo,
è quello di Arillone, Rè di Lacede-
monia, che fù il decimo terzo della
stirpe reale degli Euripontidi. Alcuni
vogliono chesia Aristeo, Figlio d’A-
pólline, rapprefentato dal Parasoleche
lì vede qui Simile alla Sfera celeste,
illuminata da quel Pianeta splendante
per tutto il Mondo. Si poul anco ad-
dattare à quella figura l’ulanza di quel-
li della Fenicia , che metevanò certa
materia schiaccita e tonda, in capo ad
una Verga, e quella adoravano per la
Effigie del sole, come lo riferisce Ale£
sandro napolitano, nel Libro quarto*
al Capitolo decimo.
La3oa. rappresenta, nel dritto , un
Fanciullo ignudo, ed equitando, che
tiene per le orecchie suo Delleiero, il
quale hà , lotto la pancia, quelle due
lettere greche, NK. 11 roverscio fà
vedere un’altra Effigie, co’lTridente,
come quella che si trova spiegata nella
25 a. Medaglia precedente, ed anco
nella 26 a. per il Simulacro della Vit-
toria alata, e portando |la Corona di
Lauro .* ma si legge di peti in quella
il Nome greco e decurtato APIz :
anche dichiarato nell’antecedente 29 a.
Non retta dunque altro da dire che
dell’Effigie polla qui nel dritto. Ques-
to Fanciullo era un Nume adorato
dalli Eleensi doppò certa Vittori^ da
loro ottenuta sovragli Arcadiensi, per
il Potente seguente. Una Donna ve-
nuta nel Campo detti Eleensi , quan-
do erano s’ul punto di cominciare la
Bataglia, contro gli Arcadiensi* pro-
mise à quelli di dargli ajuto sicuro.
Quella Femina teneva nelle braccia
un Fanciullo, e lo mette à terra,subi-
to ch’auvicinarono gli Arcadiensi , e
quelli dando sulPinimici, tetta, abbatt-
uta, vedere un enorme Serpente che

contra loro , nelsistetto
luoge ove quella Donna haveva pollo
quel Fanciullo : la paura tturprese per
all’ora talmente gli Arcadiensi , che
fugirono, e non potendo /capare dalla
strage, tettarono sgomentati. Doppò
quel tempo gli Eleensi aggregarono
quei Fanciullo al numero de i loro
Dei, nominandolo SOSIPOLIS*
che vuol dire Conttervatore detta Cit-
tà, lecondo la relatione fattane da Pau-
sània. Quello medemo Nome si tro-
va anche dato à Giove, in alcune Is-
torie. Le due lettere N K , lignifica-
no, per abbreviatura NICANaPO*
cioè Nicandro, Rè di Lacedemonia,
che fù l’ottavo della flirpe Euryponti-
da.
La 31*. hà , nel dritto , Taranto
Coll’Elmo e Pennachia in tetta , ed a-
vanti la ttua faccia quella Iscrittione
TAPANTINnN, cioè; di Taran-
to, Città fundata da Taranto Figlio di
Nettuno, come l’havemo dichiarato*
netta Medaglia ipa. di quella medema
Città. Il roverscio fà vedere quel Fan-
ciullo già {piegato nell’antecedente 301.
con le tré lettere NIK : che sono le
prime dell’istello Rè Nicandro , pari-
mente nominato in quella come in
quella 5 netta quale il Fanciullo SO-
SIP O LIS conduce un Carro tratto
da due Delfini, de i quali le briglie
sono nette ttue mani. Leggesi anco che
furono cari gli Delfini più di tutti gli
altri pelei à Nettuno , onde Higino
scrive che à tutte le ttue Statoe ne met-
tevano uno in mano , come si vedde
nelle Medaglie,precedenti 27% e
ò vero siotto i predi , come netta 243.
ed in molte altre di quella Città, nel-
le quali, portando il Tridente , caval-
ca un Delfino. Scrive Platone che Net-
tuno era accompagnato da cento Ne-
reide , lequali lèdevano sù al tritanti
Delfini, in quel grandissimo Tempio
conlecrato à quel Dio appretto de gli
Atlantici, ed in quello di Corinto ,
come recita Pausiania, nel Libro secon-
do 5 e ch’egli con Anfiteite ttua Moglie
flava
 
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