mente si trovano nelle molte sue immagini , inclusive nel
nostro icloletlo, non si potrà negare che alcuni meglio si
adattano all'opinione del Cupero , che a quella del Pitiche,
come sarebbe per esempio il corno dell' Abbondanza , e la
Civetta . Far derivare dal silenzio le ubertose produzioni
della terra piuttosto che dal sole sa di stiracchieria ; e rap-
porto alla Civetta che precede il nostro simulacro trovo me-
no misterioso il pensare che si denoti con ciò che il sole
fuga la notte, di quello che la notte espressa nel gufo
spieghi il raccoglimento e il silenzio che fa parlare e non
parlare secondo le occasioni ; per venire a concludere che
il tacere, o parlar poco è causa d' infiniti beni mantiene
la concordia fra i cittadini , e produce la felicità delle na-
zioni .
Non mi fa stato il vedere che ad Arpocrate era in
Egitto, secondo narra Plutarco dedicata la Persea oltre
il Loto ; quasiché avendo quella pianta le fòglie nella for-
ma di una lingua, ed il frutto in forma d' un cuore si de-
notasse con tale emblema il perfetto accordo che dev' es-
sere fra la lingua ed il cuore ; e per conseguenza Arpocra-
te fosse eziandio tenuto per il Dio della verità . Non osta
dico , mentre una tale allegoria anziché riferirsi al Dio del
silenzio , conviene espressamente al Sole , come Dio della luce
che fugando le tenebre tutto rischiara e disvela . 1/ autore
medesimo dell'enunciato scritto saviamente riflette che Plu-
tarco nel suo trattato de Iside, et Osiride quando parla
d'Arpocrate ne parla superficialmente e con termini oscuri
e confusi : Egli ne ha tutta la ragione , ed io aggiungerò
ancora eh' egli ne parla in tempi assai lontani dalla sua pri-
ma istituzione; per cui confonde l'Arpocrate d'Egitto, eoa
quello de' Greci e de' Romani .
Trovo giusto il congetturare che la statuetta adornasse
il Larario o cappella domestica di qualche ricco proprieta-
rio dell'aulica Treja , o suo contado. L'insieme della sta-
tuetta, il suo piccolo formato, l'essere in bronzo e sopra
tutto ì' avere la pelle di cane indosso , ed il cane a lato ne
sono una prova. Plauto c'informa che i Lari aveano per
simbolo il cane , ed erano il più delle volte coperti della
lor pelle , per la ragione che i cani fanno la medesima
nostro icloletlo, non si potrà negare che alcuni meglio si
adattano all'opinione del Cupero , che a quella del Pitiche,
come sarebbe per esempio il corno dell' Abbondanza , e la
Civetta . Far derivare dal silenzio le ubertose produzioni
della terra piuttosto che dal sole sa di stiracchieria ; e rap-
porto alla Civetta che precede il nostro simulacro trovo me-
no misterioso il pensare che si denoti con ciò che il sole
fuga la notte, di quello che la notte espressa nel gufo
spieghi il raccoglimento e il silenzio che fa parlare e non
parlare secondo le occasioni ; per venire a concludere che
il tacere, o parlar poco è causa d' infiniti beni mantiene
la concordia fra i cittadini , e produce la felicità delle na-
zioni .
Non mi fa stato il vedere che ad Arpocrate era in
Egitto, secondo narra Plutarco dedicata la Persea oltre
il Loto ; quasiché avendo quella pianta le fòglie nella for-
ma di una lingua, ed il frutto in forma d' un cuore si de-
notasse con tale emblema il perfetto accordo che dev' es-
sere fra la lingua ed il cuore ; e per conseguenza Arpocra-
te fosse eziandio tenuto per il Dio della verità . Non osta
dico , mentre una tale allegoria anziché riferirsi al Dio del
silenzio , conviene espressamente al Sole , come Dio della luce
che fugando le tenebre tutto rischiara e disvela . 1/ autore
medesimo dell'enunciato scritto saviamente riflette che Plu-
tarco nel suo trattato de Iside, et Osiride quando parla
d'Arpocrate ne parla superficialmente e con termini oscuri
e confusi : Egli ne ha tutta la ragione , ed io aggiungerò
ancora eh' egli ne parla in tempi assai lontani dalla sua pri-
ma istituzione; per cui confonde l'Arpocrate d'Egitto, eoa
quello de' Greci e de' Romani .
Trovo giusto il congetturare che la statuetta adornasse
il Larario o cappella domestica di qualche ricco proprieta-
rio dell'aulica Treja , o suo contado. L'insieme della sta-
tuetta, il suo piccolo formato, l'essere in bronzo e sopra
tutto ì' avere la pelle di cane indosso , ed il cane a lato ne
sono una prova. Plauto c'informa che i Lari aveano per
simbolo il cane , ed erano il più delle volte coperti della
lor pelle , per la ragione che i cani fanno la medesima