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Excavazioni di Vejo
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( 73 )
LUGLIO.
ESCAVAZIONI DI VEJO.
JPer servire al nostro scopo crediamo non dover più dif-
ferire di dare qualche notizia sullo scavo Vejentano, uno
de' più insigni ed ubertosi di questo secolo .
Fin da quando Famiano Nàrdili! scrisse e pubblicò quel
suo aureo opuscolo sulP antico Ksj'o si dileguarono gli an-
tichi dubbj intorno alla sua ubicazione ; e chiaro si conob-
be aver quella polente rivale di Roma esistito ove ancora
s' innalza la così detta Isola Farnese . Tutti pose in cam-
po e schiarì cpiel dotto i documenti che in favore di detta
sua località somministrano le autorità di Livio , di Dionisio
d'Alicarnasso , la tavola Peutlingeriana, l'Itinerario di An-
tonino , e le lapidi che vi si scoprirono al suo tempo .
Quante altre prove non hanno dato di questa sua vera si-
tuazione le più recenti scoperte ? E ben di queste che dob-
biamo ragionare in questa distribuzione , ove per esser brevi
si atterremo ai principali monumenti ivi rinvenuti , la di
cui notizia ci giova ricavare dai registri delle nostre sessio-
ni Archeologiche a seconda di quanto ne riferì alla dotta
assemblea il eh. Sig. Dottor Alessandro Visconti .
Quantunque sembri che prima del 1811 cominciasse
quello scavamento nel terreno de' Sig. Gioiti al di qua dell'
Isola suddetta, non fu che al 3i di Marzo dell'anno accen-
nato che si dedusse a notizia della nostra Accademia il ri-
trovamento della superba statua di Tiberio che si esibisce
alla Tavola XIII. Egli è , per quanto sappiamo, fra le cose
trovate la figura più colossale, la più pregevole per l'artifizio,
la più ammirabile per la conservazione . Senza lorica colla
sola clamide paludamentum che lascia scoperto il torso e
le braccia e gran parte delle gambe offre la figura il più bel
partito onde possa 1' artista far pompa del suo sapere nel
nudo egualmente che nelle pieghe. Naturale è la posa seb-
LUGLIO.
ESCAVAZIONI DI VEJO.
JPer servire al nostro scopo crediamo non dover più dif-
ferire di dare qualche notizia sullo scavo Vejentano, uno
de' più insigni ed ubertosi di questo secolo .
Fin da quando Famiano Nàrdili! scrisse e pubblicò quel
suo aureo opuscolo sulP antico Ksj'o si dileguarono gli an-
tichi dubbj intorno alla sua ubicazione ; e chiaro si conob-
be aver quella polente rivale di Roma esistito ove ancora
s' innalza la così detta Isola Farnese . Tutti pose in cam-
po e schiarì cpiel dotto i documenti che in favore di detta
sua località somministrano le autorità di Livio , di Dionisio
d'Alicarnasso , la tavola Peutlingeriana, l'Itinerario di An-
tonino , e le lapidi che vi si scoprirono al suo tempo .
Quante altre prove non hanno dato di questa sua vera si-
tuazione le più recenti scoperte ? E ben di queste che dob-
biamo ragionare in questa distribuzione , ove per esser brevi
si atterremo ai principali monumenti ivi rinvenuti , la di
cui notizia ci giova ricavare dai registri delle nostre sessio-
ni Archeologiche a seconda di quanto ne riferì alla dotta
assemblea il eh. Sig. Dottor Alessandro Visconti .
Quantunque sembri che prima del 1811 cominciasse
quello scavamento nel terreno de' Sig. Gioiti al di qua dell'
Isola suddetta, non fu che al 3i di Marzo dell'anno accen-
nato che si dedusse a notizia della nostra Accademia il ri-
trovamento della superba statua di Tiberio che si esibisce
alla Tavola XIII. Egli è , per quanto sappiamo, fra le cose
trovate la figura più colossale, la più pregevole per l'artifizio,
la più ammirabile per la conservazione . Senza lorica colla
sola clamide paludamentum che lascia scoperto il torso e
le braccia e gran parte delle gambe offre la figura il più bel
partito onde possa 1' artista far pompa del suo sapere nel
nudo egualmente che nelle pieghe. Naturale è la posa seb-