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NAPOLI NOBILISSIMA
nella linea della spalla, per vedere ch’è una pelle semplice. Il citare
i vecchi cataloghi che dicono essere una martora non prova nulla,
perchè anche oggi le pelli di martora dalle signore sono dette sem-
plicemente martore. E ho visto, poco fa, una signora che ne avea una
similissima a quella d’Antea. »
#
* *
Studiosi stranieri.
Abbiamo avuto occasione d’incontrare nelle nostre biblioteche il
signor Bertaux, membro della scuola francese di Roma, che lavora a
una storia dell’arte nelle provincie napoletane sotto la dominazione
d’Angiò, e il signor C. Fabriczy, che apparecchia un’illustrazione sto-
rico-artistica dell’Arco trionfale di Alfonso di Aragona. I nostri au-
guri! ai valenti studiosi.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Barone Filippo Bacile, Una passeggiata per le vie di Lecce, Lecce,
Tip. Salentina, 1894 — di pp. 40.
È una variazione su un motivo che noi cantiamo continuamente
ai nostri buoni lettori: il lamento degli amatori delle cose antiche
contro la rozza trascuranza colla quale sono spesso trattate ai giorni
nostri. Ma è una variazione assai ben fatta, piena di osservazioni as-
sennate e scritta con molto garbo. E, quel che più importa, è accom-
pagnata, quasi in via di esemplificazione, da una serie di descrizioni
di antichi monumenti architettonici della città di Lecce. Il barone
Bacile si occupa specialmente dell’architettura civile: delle fogge dei
portoni, delle logge (mignanì) e degli altri ornati caratteristici delle
case antiche di quella gentile città; e dopo avere, per ciascuna cate-
goria, determinato il tipo generale, descrive i più notevoli esemplari
del genere. Le descrizioni sono fatte con molta esattezza e compe-
tenza tecnica. Raccomanda poi alla Commissione provinciale dei mo-
numenti che cerchi di salvare due capitelli greci, piantati in una delle
vie di Lecce, accanto ad un portone, ad uso di scansa-carri-, e si di-
stende sulla necessità di prender cura degli stemmi signorili, che sono
veri documenti storici. Al qual proposito a noi piace ricordare che il
gran Giambattista Vico, con uno dei suoi ingegnosi ravvicinamenti,
chiama, nella Scienza Nuova, gli stemmi la scrittura geroglifica del
medioevo!
*
* *
Nella Rassegna Storica Napolitana di lettere ed arte, diretta da A. Bor-
zelli, anno I, fase. IILV,notiamo un articolo di G. Amalfi. La Mo-
naca di legno, relativo a quel monastero di pentite presso gl’incura-
bili detto già della Monaca di legno, perchè sulla soglia vi era una
statua di legno d’una monaca con una sportellina nella mano per ri-
cevere elemosine, e nel volgo era nata la leggenda che rappresen-
tasse una monaca, la quale « avendo tentato di uscire, era restata
immobile quasi fosse di legno, sì che non potette metter piede oltre
la soglia ». Tale leggenda è illustrata dall’Amalfi con riscontri copio-
sissimi.
*
* #
Archivio Storico Pugliese (Bari, 1894).
Diamo il sommario del primo fascicolo di questa interessante pub-
blicazione: Atti della Società; A. Prologo, L’antichissima chiesa di
S. Maria di Tram e i Prelati che in essa tennero la loro cattedra; L. Pe-
re, Nardo e Terra d’Otranto nei moti del 1647-48; G. de Ninno, Gio-
vinazzo e i suoi feudatari dal 752/ al 1770; Cronaca della città e pro-
vincia di Bari negli anni 1647-48 per Giambattista Pyrris, edita a cura
di E. Rogadeo; L. Pepe, I Veneziani a Brindisi nel 1482-, F. Sarlo,
Cenno biografico di Domenico Forges Davanzali; Recensioni; Notizie;
Doni ricevuti dalla Società.
#
* #
Nella Lega del Bene (Napoli, 1894) notiamo la continuazione degli
articoli sul Camposanto Nuovo (n. 49, 50, 52); gli articoli col titolo
Don Saverio, cioè Francesco Saverio Ferrigni Pisone, nei quali si narra
della fondazione del ritiro di S. Severo alla Sanità (n. 50, 51, 52);
l’art. su L’origine dell’Albergo dei poveri (n. 51) e quello su La Via
del Duomo: il vico raggio di sole (n. 51).
*
# *
L’arte in Puglia nel Medioevo e nel Rinascimento.
Con questo titolo sarà iniziata prossimamente a Bari una pubbli-
cazione intesa ad illustrare —■ scrive nella circolare l’editore Bam-
bocci — « con grandi tavole in fototipia e con incisioni in zincotlpia
« intercalate nel testo l’arte romanza, archiacuta del primo rinasci-
li mento e del cinquecento come si svolse in Puglia.
« La bibliografia dell’arte vanta già un certo numero di opere che
« trattano quale di uno, quale di un altro fra questi periodi; nessuna,
« però, che si occupi di tutti insieme quei sette secoli, nessuna che
« sia affatto esente di difetti e di preconcetti di scuola, nessuna che
« ne riproduca tutti i monumenti con la più scrupolosa fedeltà.
« Il campo a percorrere è vastissimo e pieno di difficoltà. Non vi
« è luogo in Puglia in cui non siano ricordi artistici degni di essere
« studiati ed illustrati. L’antica civiltà di questa regione parla dalle
« pietre annerite dei suoi monumenti perfino negli angoli più ascosi
« di essa. E il più delle volte, in uno stesso edificio si legge la storia
« di più secoli : l’arco tondo del periodo normanno poggia su capi-
li telli frammentari bizantini e fa armonico contrasto all’arco acuto-
« compresso del periodo di transizione; la pianta a croce latina si
« sovrappone a quella a croce greca; graziosi arabeschi saraceni in-
« corniciano motivi scultori! del quattrocento. Un’analisi accuratissima
« si richiede ad intendere la filosofia di tanti tesori di estetica disor-
« dinatamente accumulati, e invano uno studioso vi si sforzerebbe se
« volesse farla da solo. Occorre che all’artista si uniscano il critico e
« lo storico; e nelle ricerche essi non devono procedere con la fretta
« dei touristes, che spesso vediamo per le nostre città e dai quali u-
« diamo magnificare le glorie nostre a noi medesimi pur troppo mal
« note, ma conoscano bene e in ogni più minuto particolare il mo-
li numento da studiare, e vi indaghino e vi meditino sopra e dissep-
« pelliscano dagli archivi i documenti non mai venuti in luce per
« fondare su dati certi le loro conclusioni ».
L’opera si pubblicherà sotto gli auspici della Società di studi sto-
rici pugliesi, che ha nominato un’apposita commissione composta dei
signori: arch. E. Bernich, G. Ceci, ing. A. Cicciomessera, G. de Luca
di Melpignano, ing. G. Lanari, ing. P. Malcangi, ing. P. A. Nencha,
prof. G. Orlandi, ing. F. Sarlo, ing. L. Sylos. L’opera sarà divisa in
tre parti: la prima dedicata alla Terra di Bari; la seconda alla Terra
di Otranto; la terza alla Capitanata. Ciascuna parte sarà suddivisa in
tante monografie quante sono le città da illustrare: ciascuna mono-
grafia conterrà la storia critica dell’arte di una città dall’inizio del
Medioevo a tutto il rinascimento. Si pubblicheranno uno o due fasci-
coli al mese: e ciascun fascicolo, in carta di lusso di formato in folio,
conterrà da 4 a 8 pagine di testo e almeno 4 tavole in fototipia, e
sarà venduto al prezzo di lire 6.
Il primo fascicolo è già in corso di stampa. Con esso si inizierà
l’illustrazione storica ed artistica del Castello del Monte. Il testo sarà
redatto dal Bernich per la parte tecnico-critica e dal Ceci per la
parte storica. Numerose incisioni riproducenti motivi architettonici,
dettagli di finestre, capitelli ecc. saranno intercalate nel testo.
*
* *
Arte e Storia (Firenze, 1894).
XIII, n. 17. — Vittorio di Cicco, Chiesa del Monistero di Corleto
Perticara. È una costruzione della fine del sec. XVI di nessuna im-
portanza artistica: solo gli affreschi dell’abside sono notevoli. Vi sono
rappresentati la Pentecoste e i quattro Evangelisti. « Le figure » — se-
condo il Di Cicco — « hanno molta espressione, movenze sveltissime,
« disegno corretto, e colorito vigoroso ». Sono opera di Francescan-
tonio Romano da Laurenzana vissuto nel sec. XVI.
Don Ferrante.
NAPOLI NOBILISSIMA
nella linea della spalla, per vedere ch’è una pelle semplice. Il citare
i vecchi cataloghi che dicono essere una martora non prova nulla,
perchè anche oggi le pelli di martora dalle signore sono dette sem-
plicemente martore. E ho visto, poco fa, una signora che ne avea una
similissima a quella d’Antea. »
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Studiosi stranieri.
Abbiamo avuto occasione d’incontrare nelle nostre biblioteche il
signor Bertaux, membro della scuola francese di Roma, che lavora a
una storia dell’arte nelle provincie napoletane sotto la dominazione
d’Angiò, e il signor C. Fabriczy, che apparecchia un’illustrazione sto-
rico-artistica dell’Arco trionfale di Alfonso di Aragona. I nostri au-
guri! ai valenti studiosi.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Barone Filippo Bacile, Una passeggiata per le vie di Lecce, Lecce,
Tip. Salentina, 1894 — di pp. 40.
È una variazione su un motivo che noi cantiamo continuamente
ai nostri buoni lettori: il lamento degli amatori delle cose antiche
contro la rozza trascuranza colla quale sono spesso trattate ai giorni
nostri. Ma è una variazione assai ben fatta, piena di osservazioni as-
sennate e scritta con molto garbo. E, quel che più importa, è accom-
pagnata, quasi in via di esemplificazione, da una serie di descrizioni
di antichi monumenti architettonici della città di Lecce. Il barone
Bacile si occupa specialmente dell’architettura civile: delle fogge dei
portoni, delle logge (mignanì) e degli altri ornati caratteristici delle
case antiche di quella gentile città; e dopo avere, per ciascuna cate-
goria, determinato il tipo generale, descrive i più notevoli esemplari
del genere. Le descrizioni sono fatte con molta esattezza e compe-
tenza tecnica. Raccomanda poi alla Commissione provinciale dei mo-
numenti che cerchi di salvare due capitelli greci, piantati in una delle
vie di Lecce, accanto ad un portone, ad uso di scansa-carri-, e si di-
stende sulla necessità di prender cura degli stemmi signorili, che sono
veri documenti storici. Al qual proposito a noi piace ricordare che il
gran Giambattista Vico, con uno dei suoi ingegnosi ravvicinamenti,
chiama, nella Scienza Nuova, gli stemmi la scrittura geroglifica del
medioevo!
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Nella Rassegna Storica Napolitana di lettere ed arte, diretta da A. Bor-
zelli, anno I, fase. IILV,notiamo un articolo di G. Amalfi. La Mo-
naca di legno, relativo a quel monastero di pentite presso gl’incura-
bili detto già della Monaca di legno, perchè sulla soglia vi era una
statua di legno d’una monaca con una sportellina nella mano per ri-
cevere elemosine, e nel volgo era nata la leggenda che rappresen-
tasse una monaca, la quale « avendo tentato di uscire, era restata
immobile quasi fosse di legno, sì che non potette metter piede oltre
la soglia ». Tale leggenda è illustrata dall’Amalfi con riscontri copio-
sissimi.
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Archivio Storico Pugliese (Bari, 1894).
Diamo il sommario del primo fascicolo di questa interessante pub-
blicazione: Atti della Società; A. Prologo, L’antichissima chiesa di
S. Maria di Tram e i Prelati che in essa tennero la loro cattedra; L. Pe-
re, Nardo e Terra d’Otranto nei moti del 1647-48; G. de Ninno, Gio-
vinazzo e i suoi feudatari dal 752/ al 1770; Cronaca della città e pro-
vincia di Bari negli anni 1647-48 per Giambattista Pyrris, edita a cura
di E. Rogadeo; L. Pepe, I Veneziani a Brindisi nel 1482-, F. Sarlo,
Cenno biografico di Domenico Forges Davanzali; Recensioni; Notizie;
Doni ricevuti dalla Società.
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Nella Lega del Bene (Napoli, 1894) notiamo la continuazione degli
articoli sul Camposanto Nuovo (n. 49, 50, 52); gli articoli col titolo
Don Saverio, cioè Francesco Saverio Ferrigni Pisone, nei quali si narra
della fondazione del ritiro di S. Severo alla Sanità (n. 50, 51, 52);
l’art. su L’origine dell’Albergo dei poveri (n. 51) e quello su La Via
del Duomo: il vico raggio di sole (n. 51).
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L’arte in Puglia nel Medioevo e nel Rinascimento.
Con questo titolo sarà iniziata prossimamente a Bari una pubbli-
cazione intesa ad illustrare —■ scrive nella circolare l’editore Bam-
bocci — « con grandi tavole in fototipia e con incisioni in zincotlpia
« intercalate nel testo l’arte romanza, archiacuta del primo rinasci-
li mento e del cinquecento come si svolse in Puglia.
« La bibliografia dell’arte vanta già un certo numero di opere che
« trattano quale di uno, quale di un altro fra questi periodi; nessuna,
« però, che si occupi di tutti insieme quei sette secoli, nessuna che
« sia affatto esente di difetti e di preconcetti di scuola, nessuna che
« ne riproduca tutti i monumenti con la più scrupolosa fedeltà.
« Il campo a percorrere è vastissimo e pieno di difficoltà. Non vi
« è luogo in Puglia in cui non siano ricordi artistici degni di essere
« studiati ed illustrati. L’antica civiltà di questa regione parla dalle
« pietre annerite dei suoi monumenti perfino negli angoli più ascosi
« di essa. E il più delle volte, in uno stesso edificio si legge la storia
« di più secoli : l’arco tondo del periodo normanno poggia su capi-
li telli frammentari bizantini e fa armonico contrasto all’arco acuto-
« compresso del periodo di transizione; la pianta a croce latina si
« sovrappone a quella a croce greca; graziosi arabeschi saraceni in-
« corniciano motivi scultori! del quattrocento. Un’analisi accuratissima
« si richiede ad intendere la filosofia di tanti tesori di estetica disor-
« dinatamente accumulati, e invano uno studioso vi si sforzerebbe se
« volesse farla da solo. Occorre che all’artista si uniscano il critico e
« lo storico; e nelle ricerche essi non devono procedere con la fretta
« dei touristes, che spesso vediamo per le nostre città e dai quali u-
« diamo magnificare le glorie nostre a noi medesimi pur troppo mal
« note, ma conoscano bene e in ogni più minuto particolare il mo-
li numento da studiare, e vi indaghino e vi meditino sopra e dissep-
« pelliscano dagli archivi i documenti non mai venuti in luce per
« fondare su dati certi le loro conclusioni ».
L’opera si pubblicherà sotto gli auspici della Società di studi sto-
rici pugliesi, che ha nominato un’apposita commissione composta dei
signori: arch. E. Bernich, G. Ceci, ing. A. Cicciomessera, G. de Luca
di Melpignano, ing. G. Lanari, ing. P. Malcangi, ing. P. A. Nencha,
prof. G. Orlandi, ing. F. Sarlo, ing. L. Sylos. L’opera sarà divisa in
tre parti: la prima dedicata alla Terra di Bari; la seconda alla Terra
di Otranto; la terza alla Capitanata. Ciascuna parte sarà suddivisa in
tante monografie quante sono le città da illustrare: ciascuna mono-
grafia conterrà la storia critica dell’arte di una città dall’inizio del
Medioevo a tutto il rinascimento. Si pubblicheranno uno o due fasci-
coli al mese: e ciascun fascicolo, in carta di lusso di formato in folio,
conterrà da 4 a 8 pagine di testo e almeno 4 tavole in fototipia, e
sarà venduto al prezzo di lire 6.
Il primo fascicolo è già in corso di stampa. Con esso si inizierà
l’illustrazione storica ed artistica del Castello del Monte. Il testo sarà
redatto dal Bernich per la parte tecnico-critica e dal Ceci per la
parte storica. Numerose incisioni riproducenti motivi architettonici,
dettagli di finestre, capitelli ecc. saranno intercalate nel testo.
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Arte e Storia (Firenze, 1894).
XIII, n. 17. — Vittorio di Cicco, Chiesa del Monistero di Corleto
Perticara. È una costruzione della fine del sec. XVI di nessuna im-
portanza artistica: solo gli affreschi dell’abside sono notevoli. Vi sono
rappresentati la Pentecoste e i quattro Evangelisti. « Le figure » — se-
condo il Di Cicco — « hanno molta espressione, movenze sveltissime,
« disegno corretto, e colorito vigoroso ». Sono opera di Francescan-
tonio Romano da Laurenzana vissuto nel sec. XVI.
Don Ferrante.