apoli nobilissima
RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
Voi. IV.
Fasc. Vili.
SOMMARIO.
La cappella dei Minatolo nel Duomo di Napoli. L. de la
Ville sur-Yllon.
La cappella Sansevero e D. Raimondo di Sangro. IV.
La cappella. F. Colonna di Stigliano.
San Marcellino. IL G. Ceri.
La strada di Toledo. V. Altri palazzi signorili. I mini-
steri di Stato. A. Colombo.
Da libri e periodici. Don Ferrante.
LA CAPPELLA DEI MINUTOLO
NEL DUOMO DI NAPOLI
^dell’angolo estremo della crociera del nostro Duo-
mo, a destra di chi guarda verso l’altare maggiore di esso,
si vede un’antica porta di marmo, avente negli stipiti su-
periori uno scudo in rilievo sul quale è scolpito un leone
d’oro vestito di vajo in campo rosso. Anche le imposte
di legno, irte di grossi chiodi e garentite da un cancello
di ferro, sono antiche e portano l’impronta dei secoli. È
la porta della cappella dei Minutolo, una delle famiglie più
antiche di Napoli, che ebbe gran parte nella storia nostra
del tempo svevo ed angioino e produsse uomini celebrati
nelle armi, per alti affidi e per svariate avventure (D. La
cappella, dedicata ai SS. Pietro ed Anastasia, è di stile
gotico ed al primo aspetto si giudica subito che non può
essere anteriore alla fine del secolo XIII od ai principi!
del XIV, quantunque si vorrebbe farla rimontare ad un’età
assai più antica.
Prima del presente Duomo, esistevano in Napoli due
Cattedrali, una pel rito latino, 5. Restituta, e l’altra pel
greco, detta del SS. Salvatore o Stefania, da Stefano II
Duca e Vescovo di Napoli, che la fece edificare nel 761.
(1) Boccaccio, La caccia di Diana e Decamerone, giorn. Ili,
nov. VI.
Secondo il cronista Giovanni Diacono nel suo Catalogo dei
Vescovi della Chiesa Napoletana (z), Stefano vi fece fare in-
nanzi due campanili, sotto uno dei quali costruì una pic-
cola chiesa dedicata a S. Pietro Apostolo, che, dopo lo
abbattimento della Stefania e l’edificazione del Duomo at-
tuale, rimasta in piedi, sarebbe appunto la Cappella dei
Minutolo, della quale si discorre. Questa opinione messa
innanzi la prima volta dal Sersale (1 2 3 4) e poi ripetuta da al-
tri, dopo la pubblicazione del Capasse sulla Pianta di Na-
poli nel secolo XI (3), che dimostrò essere stata la Stefa-
nia in sito diverso, non può più essere sostenuta: lo stile
acuto di essa dimostra invece che sorse contemporanea-
mente alla costruzione del Duomo, avvenuta tra il 1298
ed il 1309, regnando Carlo II d’Angiò (4).
Entrando nella cappella, si rimane estatici per l’aspetto
di veneranda antichità e l’ascetico carattere di cui è tutta
improntata: le sottili colonnette ricorrenti negli angoli, i
cordoni degli spigoli, che si riuniscono nella chiave scol-
pita della vòlta archiacuta, gli affreschi che ricoprono tutte
le pareti, formano un ambiente armonico, che rapisce
l’animo e lo trasporta in altri tempi.
È assai degno di osservazione il pavimento di stile co-
smatesco, a mosaico di piccoli pezzi di marmi bianchi,
mischi, gialli ed altri colori, a ghirigori, con ovali e tondi
di verde antico, di serpentina e di porfido. Vi sono raffi-
gurati, in mosaico, un cervo, un’aquila che ha negli arti-
gli un agnello, due uccelli che intrecciano i loro colli di
cicogna, di stile così arcaico, che fan supporre essere que-
sto pavimento più antico della Cappella e trasportato qui
da altro posto. Nell’epoca angioina questi mosaici cosma-
teschi erano già andati in disuso e non se ne trovano più
dopo la metà del secolo XIII: ma può essere però stato
fatto da un qualche artista ritardatario, al tempo della co-
(1) Edito dal Capasso, Monum. Neap. Ducatus, voi. I.
(2) Discorso istorico intorno alla cappella dei signori Minutolo, etc.
Napoli, 1775. Ne fu fatta una seconda edizione nel 1778.
(3) Arch. St. Nap., an. 1893.
(4) V. Cantera, L’edificazione del Duomo di Napoli, Napoli, 1890.