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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 4.1895

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Colombo, Antonio: La strada di Toledo, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.62001#0042

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NAPOLI NOBILISSIMA


lui possedute I1); e scorsi alcuni anni altre memorie por-
gono notizia di nuovi edificii, che, dal lato sinistro della
strada, vennero successivamente a levarsi.
Nell’anno 1567 fra i Certosini ed Antonio d’Alessandro
s’era cominciato a disputare a chi di loro dovessero appar-
tenere i suoli delle abbattute mura aragonesi, che attra-
versavano il fondo 5. Biase. Ma dopo alcun tempo posto
fine allo strepitoso litigio, con decreti del S. R. C. del 4
luglio 1571 e 18 giugno 1572, quei suoli furono ricono-
sciuti di pieno dominio dei monaci (2 3 4 5). Demolite le vec-
chie mura s’aprirono quelle strade, dal Baglivo Uries a
S. Tommaso d’Aquino, che per linea trasversale mena-
vano al basso della città (3); e su quello spazio sursero al-
lora i palazzi di Egidio Tappia (4), l’altro d’isabella Im-
briana alias Ferramosca(5), le case, in seguito, di Silvestro
Scoppa, del mag.° Matteo Terminello, di Andrea Apicella,
e quella contigua di Andrea Genuino, fabbricata su di un
vacuo rimasto daccanto al monastero di S. Tommaso di
Aquino (6 7).
Quel chiostro, sporgente da un lato sulla via di Toledo,
dai Domenicani s’era cominciato a fabbricare nel 1567 con
le generose offerte di Ferrante d’Avalos iuniore marchese
di Pescara, in qual luogo, ove era un giardino ed alcune
fabbriche appartenenti a Laura Sanseverino, che, con istru-
mento del 17 ottobre 1534, il suo figliuolo D. Alfonso,
padre di Ferrante, aveva donato ai frati (7). Costoro in


(1) Ivi, voi. 5, p. 90. Di quelle case non se ne indica il sito nel
documento.
(2) Monasteri soppressi cit., voi. 2057 bis, fogli senza numerazione.
(3) Ivi. Quando fu aperta la strada di Toledo, i Fiorentini deputati
della nuova chiesa di S. Giovanni, riedificata « in la ecclesia et ter-
« ritorio che si diceva S. Vincenzo et S. Marta, site vicino le mura
« vecchie... » fecero istanza fosse tagliato il muro per aprire le strade
dalla Incoronata a Toledo (Capasso, l. c., p. 424). E qui noto ancora
che nel 1577 Menico Bochino di Napoli, Maestro di muro, cedeva a
Cesare de Falco l’opera dei capì strada di Toledo, che egli teneva
dalla Regia Corte. Filangieri, op. c., voi. 5, p. 40.
(4) Di questo palazzo parlerò diffusamente in appresso.
(5) Con istrumento del 17 marzo 1579 Isabella Ferramosca fece
vendita del palazzo a Pietro Paolo Tagliavia. Nel 1647 questo venne
acquistato da Andrea Porpora, dal quale, dopo breve tempo, passava
a Francesco Lopez suo suocero. Cit. voi. 2057 bis.
(6) Ivi.
(7) D. Ferdinando Francesco d’Avalos seniore Marchese del Vasto
con testamento del 30 settembre 1503 istituì suo erede universale il
fratello D. Alfonso, e, fra gli altri legati, dispose si edificasse, sia in
Aquino, sia in altro luogo, a piacimento della Marchesa sua moglie,
un monastero ed una chiesa in onore di S. Maria della Fede, ove
fosse eretta pure una cappella dedicata a S. Tommaso d’Aquino. Ma
la pia disposizione per alcun tempo non venne eseguita. Posterior-
mente, con istrumento del 14 marzo 1521, D. Bellisario d’Aragona duca
di Nardo fece acquisto di una « casa con cortiglio e giardinello sita
« dove si dice S. Marta vecchia alias S. Biaso », ed ancora di « al-
« cuni giardini fruttati di diversi albori cum quodam arbore pini
« murati intorno con tre case consistentino in più e diversi membri »
site in d.° luogo, e confinanti con i beni di Vito Pisanello, quelli di
S. Maria reai Valle e via pubblica. Quei beni passarono, poco dopo,

quel tempo, « perchè dovevasi ampliare il Collegio di
S. Tommaso », avevano preteso che Anna Ognifante a-
vesse loro ceduto quel suolo con case, in forma triango-
lare, che, parte del fondo Campanaro di proprietà della
Badia di S. Maria di Reai Valle, era sito « in pontone
« della piazza Porta reale (della carità) di latitudine pal-
« mi 20, uscendo per dietro il collegio di S. Tommaso....
« e di lunghezza dentro quanto entra dalla detta piazza....
« fino al giardinetto di detto collegio ». Ma il S. R. C.
nel 1569 conciliò la vertenza; e nel 4 agosto dispose che
del terreno controverso « rimangiamo da Toledo ad Anna
« Ognifante palmi 27 con l’edificio costrutto verso S. Tom-
« maso, e l’altro resto resta a beneficio del Collegio
« pagandosi due. 34 per le pietre con le quali fu fatto
« l’edificio sopra questo territorio », facultando del pari
i frati «pagare due. 1186 per palmi 27 et edificii sopra
« detto territorio costrutti » (0.
Anche in appresso, pel proseguimento dell’opera, si sa
che al 9 aprile 1571 Fulvio e Mercurio d’Alessandro ave-
vano concesso al R. Gregorio Balneolo, seu Bagnulo, pro-
tettore del Collegio di S. Tommaso, noviter incepti et co-
struendi in principio platee Boleti, seu platee charitatis, un
territorio a Toledo di palmi 89, mercè l’annuo censo di
due. 62,1,10, nel quale era compreso un suolo di palmi
20, un tempo ceduto dai d’Alessandro al nobile Paolo Se-
rio, aromatario, e da costui al Collegio. Il terreno censito,
confinante coi beni del Collegio, con quelli degli eredi di
Anna Ognifante dalla parte di Toledo e la piazza « nuo-
« vamente facienda », cominciava « dall’angolo del colle-
« gio entrando dalla traversa all’incontro la strada To-
« ledo », e vi erano inclusi palmi 8 « per la metà della
« strada che ha da venire in detto luogo di palmi 16,
« quale strada incominciarà dal cortile del fondaco sistente
« in d.° territorio et uscirà alla strada Toledo ». Nel
tempo stesso obbligandosi i frati spendere in 3 anni du-
cati 500 « per aumento di fabbriche e costruzioni di bot-
« teghe e camere col permesso del monastero di S. Mar-
« tino », convennero pure che « i palmi 16 in faccia alla
« strada Toledo, cioè palmi 8 inclusi alti palmi 89, e 8
« altri palmi di detta strada dei fratelli d’Alessandro . . . .
« incluso lo terreno delle case da diroccarsi, che servi-


in potere di Laura Sanseverino per cessione fattale dal duca di Nardo
in soddisfazione di un suo debito di due. 1200. Ivi la pia donna co-
minciò a costruire alcune fabbriche per adibirsi a monastero di donne;
ma l’opera, per la sua morte, rimase incompleta. Manasteri soppressi.
S. Tommaso d’Aquino, voi. 819, fol. 1 e seg. Cfr. Celano, ediz. cit.,
voi. 4, p. 318. D’Engenio, Napoli Sacra, p. 528.
1) Monasteri soppressi, cit. voi. 819, fol. 40 e t. Scipione de Marco,
figlio ed erede di Anna Ognifante, nel 16 dicembre 1575 fé’ vendita,
per due. 233,1,13, al convento di S. Tommaso di alcune case « con
« entrata grande camere superiori e bottega per uso di fumo,
« site nella piazza di Toledo ». Ivi, fol. 42.
 
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