Accademie di belle arti 175
‘àarsi quasi contemporanea al risorgimento delle arti bel-
le in Italia. In fatto, esistono delle antiche memorie, da
cui rilevasi che il pontefice Sisto IV., della Rovere, die-
de i nuovi statuti all’ Università delle Arti , la quale
già da gran tempo aveva sua stanza in una piccola chie-
sa dedicata a s. Luca, posta sull’ Esquilino, a poca di-
stanza da s. Maria Maggiore, la quale fu demolita allor-
ché Sisto V. ingrandì la villa Montalto. La detta uni-
versità in seguito venne retta da alcuni consoli, ed eb-
be a protettore il Senato romano; in que’ primi tempi
però in essa aecoglievansi oltre i professori delle arti
del disegno , anche degli artefici di assai meno nobile
specie. Da ciò appunto ebbe origine il pensiere del Mu-
ziano, celebre pittore, di erigere Un’Accademia in cui
fossero accolti tutti i migliori artisti di quel secolo. Per
la qual cosa il detto Muziano supplicò a Gregorio XIII.
per ottenere il permesso di fondarla, e quel pontefice,
glielo concedette nell’anno 1 577 con un apposito breve.
Mancato peraltro ai vivi Gregorio XIII , e quindi il Mu-
oiano stesso, rAccademia novella non godette a pieno del
privilegio concessole; finché, tornato in Roma dalla Spa-
gna Federico Zuccheri, fu mandato ad esecuzione pie-
na il detto breve, nel pontificato di Sisto V., circa il 1 588.
La solenne instituzione tuttavia dovette accadere , con-
forme dice il Lanzi (star. pitt. tom, II. pag. 127, ediz.
de classici di Milano}, nel 1595, se quello che cele-
brarono i pittori di s. Luca in Roma nel 1695, fu il
vero centesimo dell’Accademia {Pascoli, toni. I. pag.
201). Secondo alcuni però si prende per epoca del-
la fondazione l’anno 1593 nel mese di novembre, sicco-
me fa notare il torinese Vernazza {Notizie patrie spet-
tanti alle arti del disegno}, il quale fra’primi institu-
tori o accademici novera il piemontese Arbasia, atte-
nendosi all’opinione di Romano Alberti {Orig. e prò-
‘àarsi quasi contemporanea al risorgimento delle arti bel-
le in Italia. In fatto, esistono delle antiche memorie, da
cui rilevasi che il pontefice Sisto IV., della Rovere, die-
de i nuovi statuti all’ Università delle Arti , la quale
già da gran tempo aveva sua stanza in una piccola chie-
sa dedicata a s. Luca, posta sull’ Esquilino, a poca di-
stanza da s. Maria Maggiore, la quale fu demolita allor-
ché Sisto V. ingrandì la villa Montalto. La detta uni-
versità in seguito venne retta da alcuni consoli, ed eb-
be a protettore il Senato romano; in que’ primi tempi
però in essa aecoglievansi oltre i professori delle arti
del disegno , anche degli artefici di assai meno nobile
specie. Da ciò appunto ebbe origine il pensiere del Mu-
ziano, celebre pittore, di erigere Un’Accademia in cui
fossero accolti tutti i migliori artisti di quel secolo. Per
la qual cosa il detto Muziano supplicò a Gregorio XIII.
per ottenere il permesso di fondarla, e quel pontefice,
glielo concedette nell’anno 1 577 con un apposito breve.
Mancato peraltro ai vivi Gregorio XIII , e quindi il Mu-
oiano stesso, rAccademia novella non godette a pieno del
privilegio concessole; finché, tornato in Roma dalla Spa-
gna Federico Zuccheri, fu mandato ad esecuzione pie-
na il detto breve, nel pontificato di Sisto V., circa il 1 588.
La solenne instituzione tuttavia dovette accadere , con-
forme dice il Lanzi (star. pitt. tom, II. pag. 127, ediz.
de classici di Milano}, nel 1595, se quello che cele-
brarono i pittori di s. Luca in Roma nel 1695, fu il
vero centesimo dell’Accademia {Pascoli, toni. I. pag.
201). Secondo alcuni però si prende per epoca del-
la fondazione l’anno 1593 nel mese di novembre, sicco-
me fa notare il torinese Vernazza {Notizie patrie spet-
tanti alle arti del disegno}, il quale fra’primi institu-
tori o accademici novera il piemontese Arbasia, atte-
nendosi all’opinione di Romano Alberti {Orig. e prò-