250 Luoghi distruzione pubblica
» qual’ opera fu veramente tenuta , e oggi ancora si
» tiene per cosa molto onorata e ricca di lavoro, e co-
» sì allegra, vaga, e degna veramente di quel Pontefi-
» fice , il quale non mancò di riconoscere le loro fa-
” tiche , degne certo di grandissima rimunerazione ».
( Fasori vite de'pittori et caet. Tom. II., par. III.
PaSS‘ 485, e 486., ediz. di Roma pel Pagliarini 1759 ).
E di vero convien confessare, che le pitture di questa
volta meritano le lodi che ad esse dà il Vasari ed an-
che di più ; imperocché non si posson vedere dipinti
più esatti, più sciolti e più attraenti di que’ quadretti,
quantunque le figure non superino 1’ altezza di tre in
quattro palmi. Raffaello, che fu maestro a Pernio ed a
Giovanni da Udine, diede loro i disegni di quest’ ope-
ra che riuscì tanto maravigliosa e gradita. Anche le pa-
reti della sala erano ornate all’ intorno con Cariatidi a
foggia di pilastri, coloriti a terretta gialla di chiaro
scuro, opera di Livio Agresti da Forlì, oggi però que-
sti dipinti sono scomparsi. Fra le cose che ammiransi
in questo medesimo luogo sono, la bella e pregiata taz-
za di paonazzelto, ossia marmo frigio, che ha 16 palmi
di circonferenza ed è collocata in mezzo alla stanza; i
bellissimi bassorilievi incassati nelle pareti, provenienti
dagli edifici! del foro Trajano, i quali sono d’uno stile
d’intaglio il più squisito, e bastano a dare una giusta
idea della magnificenza e dell’ ottimo gusto di que’ mo-
numenti della grandezza romana; un cammino molto
singolare, lavoro finissimo del secolo XV., intagliato in
marmo palombino. L’appartamento Borgia fu fatto eri-
gere per suo uso dal pontefice Alessandro VI., il quale
incominciò a farlo dipingere da Pinturicchio ; Leone X.
in seguito fece colorire la volta della prima sala, con-
forme si è detto, da Ferino e da Giovanni da Udine,
» qual’ opera fu veramente tenuta , e oggi ancora si
» tiene per cosa molto onorata e ricca di lavoro, e co-
» sì allegra, vaga, e degna veramente di quel Pontefi-
» fice , il quale non mancò di riconoscere le loro fa-
” tiche , degne certo di grandissima rimunerazione ».
( Fasori vite de'pittori et caet. Tom. II., par. III.
PaSS‘ 485, e 486., ediz. di Roma pel Pagliarini 1759 ).
E di vero convien confessare, che le pitture di questa
volta meritano le lodi che ad esse dà il Vasari ed an-
che di più ; imperocché non si posson vedere dipinti
più esatti, più sciolti e più attraenti di que’ quadretti,
quantunque le figure non superino 1’ altezza di tre in
quattro palmi. Raffaello, che fu maestro a Pernio ed a
Giovanni da Udine, diede loro i disegni di quest’ ope-
ra che riuscì tanto maravigliosa e gradita. Anche le pa-
reti della sala erano ornate all’ intorno con Cariatidi a
foggia di pilastri, coloriti a terretta gialla di chiaro
scuro, opera di Livio Agresti da Forlì, oggi però que-
sti dipinti sono scomparsi. Fra le cose che ammiransi
in questo medesimo luogo sono, la bella e pregiata taz-
za di paonazzelto, ossia marmo frigio, che ha 16 palmi
di circonferenza ed è collocata in mezzo alla stanza; i
bellissimi bassorilievi incassati nelle pareti, provenienti
dagli edifici! del foro Trajano, i quali sono d’uno stile
d’intaglio il più squisito, e bastano a dare una giusta
idea della magnificenza e dell’ ottimo gusto di que’ mo-
numenti della grandezza romana; un cammino molto
singolare, lavoro finissimo del secolo XV., intagliato in
marmo palombino. L’appartamento Borgia fu fatto eri-
gere per suo uso dal pontefice Alessandro VI., il quale
incominciò a farlo dipingere da Pinturicchio ; Leone X.
in seguito fece colorire la volta della prima sala, con-
forme si è detto, da Ferino e da Giovanni da Udine,