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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 2): Moderna — Roma: Tipografia delle belle arti, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.68899#0299
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Scuole d’istruzione primaria 277
e non si chiudono che alla sera circa l'avemaria, salvo-
chè poco dopo il mezzogiorno v’ è uno spazio nel quale
i fanciulli vanno a casa a pranzare. Si dà anche il no-
me di maestre regionarie ad alcune donne che tengo-
no scuola per quelle del loro sesso esclusivamente. In
mezzo a tali maestre se ne trovano delle eccellenti ,
dalle quali s’insegna il leggere, lo scrivere, il ricama-
re, il disegno ed anche le lingue italiana e francese.
Un deputato ecclesiastico soprintende a tutte que-
ste scuole in nome del Cardinal Vicario. In altri tem-
pi eravi una deputazione di dame che di frequente le
visitava col pensiere di migliorarle , ed è cosa dispia-
cevole che più non esista. Le scuole delle maestre re-
gionarie ascendono a 240, sessanta delle quali possono
dirsi assolutamente infantili, e le rimanenti per le so-
le femmine da’cinque anni in su. Il numero totale de-
gli alunni che frequentano queste scuole ascende a un
incirca a 6400. {Morichini oper. cil. trat. Ih. cap. IX.
pagg. 54 e segg.)
SCUOLE PONTIFICIE, Alessandro VII. col mez-
zo del suo Maggiordomo monsig. Farnese fece aprire
nel 1655. alcune scuole per l’istruzione delle donzelle,
e a questo modo diede origine a quelle che di presen-
te si dicono scuole pontifìcie, le quali sono le più an-
tiche che in Roma fossero erette per le femmine. E
siccome in quell’epoca era stato da non molto fondato
il Conservatorio delle mendicanti, così le maestre sce-
glievansi tra quelle di esso conservatorio che si marita-
vano ed erano istruite nelle opere di lavorii donneschi.
Ciascuna maestra riceveva da’ S. P. Apostolici quattro
scudi al mese, ed era obbligata tenere almeno trenta
alunne. Perchè poi le fanciulle frequentassero di buon
animo la scuola venivano ammesse a certi sussidj dotali,
e fra l’anno ricevevano parecchie distribuzioni di pane.
 
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