476 Palazzi e Gallerie
in rame da Marc’A ntonio, ma perchè egli ritrasse Fin-
cisione da un disegno, il rame varia alquanto dalla pit-
tura. Raffaello eseguì quest’opera mirabile in ogni sua
parte nel 1 511e v’è chi pretende che l’Aretino ne
dirigesse l’invenzione. L’imbasamento di questa stanza
fu dipinto a chiaroscuro da Polidoro da Caravaggio, sui
disegni del Sanzio. Vi si veggono alcune figure grandi
quanto il naturale, e sono uomini e donne a foggia di
cariatidi e telamoni, sostenenti una cornice. Tra questi
sono alcuni riquadri storiati. In uno di essi, sotto la scuo-
la di Aiene, osservasi una donna che tiene sotto il piede
il globo terrestre. Quindi segue Siracusa assalita per ma-
re e per terra, e difesa dalle macchine di Archimede.
Scorgesi appresso il medesimo Archimede percosso da
un soldato nella presa di quella città, senza ch’egli se ne
avvegga, tanto è intento a suoi studj. Sotto la disputa
del Sacramento è un sacrifizio antico de’ gentili, che
accenna essere abolito dal divin sacrifizio della messa.
Vien poi s. Agostino col fanciullo che gli mostra esser
più facile con una conchiglia vuotare il mare, che non
l’intendere il mistero della santissima Trinità. Appresso
si osserva la Sibilla che mostra ad Ottaviano la Ver-
gine che partorir debbe senza commercio umano. Al
fine di queste tre storiette avvi una donna seduta col
volto girato al cielo , e denota appunto le contempla-
zioni delle cose celestiali. Le suddette pitture, chiamate
da’greci, monocromi, sono d’un sol colore figurante bron-
zo dorato. Sotto il Parnaso, di qua e di là dalla finestra
partitamente, sono due storiette di chiaroscuro, ma bel-
le assai, una delle quali rappresenta il ritrovamento de5
libri sibillini nel sepolcro di Ruma, 1’ altro 1’ arsione
de’medesimi nel comizio. Nell’arco della finestra legger
si: IVLIVS II. LIGVR. PONT. MAX. AN. CHR. MDXI. PONTIFICAI,
svi vm
in rame da Marc’A ntonio, ma perchè egli ritrasse Fin-
cisione da un disegno, il rame varia alquanto dalla pit-
tura. Raffaello eseguì quest’opera mirabile in ogni sua
parte nel 1 511e v’è chi pretende che l’Aretino ne
dirigesse l’invenzione. L’imbasamento di questa stanza
fu dipinto a chiaroscuro da Polidoro da Caravaggio, sui
disegni del Sanzio. Vi si veggono alcune figure grandi
quanto il naturale, e sono uomini e donne a foggia di
cariatidi e telamoni, sostenenti una cornice. Tra questi
sono alcuni riquadri storiati. In uno di essi, sotto la scuo-
la di Aiene, osservasi una donna che tiene sotto il piede
il globo terrestre. Quindi segue Siracusa assalita per ma-
re e per terra, e difesa dalle macchine di Archimede.
Scorgesi appresso il medesimo Archimede percosso da
un soldato nella presa di quella città, senza ch’egli se ne
avvegga, tanto è intento a suoi studj. Sotto la disputa
del Sacramento è un sacrifizio antico de’ gentili, che
accenna essere abolito dal divin sacrifizio della messa.
Vien poi s. Agostino col fanciullo che gli mostra esser
più facile con una conchiglia vuotare il mare, che non
l’intendere il mistero della santissima Trinità. Appresso
si osserva la Sibilla che mostra ad Ottaviano la Ver-
gine che partorir debbe senza commercio umano. Al
fine di queste tre storiette avvi una donna seduta col
volto girato al cielo , e denota appunto le contempla-
zioni delle cose celestiali. Le suddette pitture, chiamate
da’greci, monocromi, sono d’un sol colore figurante bron-
zo dorato. Sotto il Parnaso, di qua e di là dalla finestra
partitamente, sono due storiette di chiaroscuro, ma bel-
le assai, una delle quali rappresenta il ritrovamento de5
libri sibillini nel sepolcro di Ruma, 1’ altro 1’ arsione
de’medesimi nel comizio. Nell’arco della finestra legger
si: IVLIVS II. LIGVR. PONT. MAX. AN. CHR. MDXI. PONTIFICAI,
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