512 Palazzi e Gallerie
Roma. E tempo adesso di far passaggio all’insigne mu-
seo Vaticano; per lo che senza discendere al primo pia-
no delle logge che attorniano il cortile di s. Damaso,
nel quale trovasi il grande ingresso del medesimo, in-
cominceremo il nostro giro all’uscire dalla galleria degli
arazzi colla quale comunica e si congiunge dal lato in-
terno. Prima però di descriverlo sarà bene di accen-
nare come, quando e da chi avesse principio , e nar-
rare il suo ampliamento.
Prima del pontificato di Clemente XIV. i pochi
lavori classici di antica scultura stavano collocati spar-
samente nelle stanze e nel cortiletto detto di Belvedere.
Il nominato pontefice , appena asceso alla cattedra di
s. Pietro, entrò in pensiero di raccogliere dovunque le
opere di antica scultura, comperandole da chi le pos-
sedesse, a fine di collocarle assieme alle altre nel Cam-
pidoglio. Era allora tesoriere della R. C. monsignor An-
gelo Braschi, che poi fu papa col nome di Pio VI., e
interrogato da Clemente XIV. intorno al suo divisamen-
te, non solo egli lo incoraggi a metterlo ad effetto, ma
propesegli ancora di far erigere un nuovo Museo , in
luogo di collocar le acquistate opere in Campidoglio. A
Clemente piacque oltremodo il consiglio , e quindi si
diedero solleciti ordini per radunamento degli oggetti,
e monsignor Braschi diede il carico ad Ennio Quirino
Visconti, commissario delle antichità in quel tempo, e
nomo di quella sapienza che tutti conoscono, di acqui-
stare opere di antica scultura da coloro che le posse-
devano, e d’imprendere degli scavi ne’luoghi opportuni
per trovarne delle altre. Il Visconti con prontezza si
occupò dell’una e dell’altra commissione, con tanta fe-
licità, che in breve furono messi insieme moltissimi og-
getti cospicui.
Ciò fatto, conveniva trovare un luogo ne1 Vatica-
Roma. E tempo adesso di far passaggio all’insigne mu-
seo Vaticano; per lo che senza discendere al primo pia-
no delle logge che attorniano il cortile di s. Damaso,
nel quale trovasi il grande ingresso del medesimo, in-
cominceremo il nostro giro all’uscire dalla galleria degli
arazzi colla quale comunica e si congiunge dal lato in-
terno. Prima però di descriverlo sarà bene di accen-
nare come, quando e da chi avesse principio , e nar-
rare il suo ampliamento.
Prima del pontificato di Clemente XIV. i pochi
lavori classici di antica scultura stavano collocati spar-
samente nelle stanze e nel cortiletto detto di Belvedere.
Il nominato pontefice , appena asceso alla cattedra di
s. Pietro, entrò in pensiero di raccogliere dovunque le
opere di antica scultura, comperandole da chi le pos-
sedesse, a fine di collocarle assieme alle altre nel Cam-
pidoglio. Era allora tesoriere della R. C. monsignor An-
gelo Braschi, che poi fu papa col nome di Pio VI., e
interrogato da Clemente XIV. intorno al suo divisamen-
te, non solo egli lo incoraggi a metterlo ad effetto, ma
propesegli ancora di far erigere un nuovo Museo , in
luogo di collocar le acquistate opere in Campidoglio. A
Clemente piacque oltremodo il consiglio , e quindi si
diedero solleciti ordini per radunamento degli oggetti,
e monsignor Braschi diede il carico ad Ennio Quirino
Visconti, commissario delle antichità in quel tempo, e
nomo di quella sapienza che tutti conoscono, di acqui-
stare opere di antica scultura da coloro che le posse-
devano, e d’imprendere degli scavi ne’luoghi opportuni
per trovarne delle altre. Il Visconti con prontezza si
occupò dell’una e dell’altra commissione, con tanta fe-
licità, che in breve furono messi insieme moltissimi og-
getti cospicui.
Ciò fatto, conveniva trovare un luogo ne1 Vatica-