Palazzo Apostolico al Vaticano 517
rallina: qui trovasi un grand’arco, o finestra ornata di
due colonne di porfido verde , e di un rarissimo vaso
di granito del medesimo colore. Da questo luogo chi
guarda sotto scorge la sottoposta sala a croce greca e
la vasta rotonda , talché la veduta non potrebbe esser
più bella nè sorprendente. Accanto trovasi una scultu-
ra d’alto rilievo a foggia di tripode, ov’è espresso Er-
cole che uccide i figliuoli d’Ippocoonte.
Entrasi quindi nel museo etrusco gregoriano. Era-
no già non pochi anni da che il nostro governo, rap-
presentato in ciò dalla commissione generale consulti-
va delle antichità e belle arti del camerlingato, si an-
dava occupando in raccogliere i monumenti etruschi di
maggior conto, de’quali così gran quantità si rinvenne
a quest’ultimi tempi, praticando degli scavi nel terreno
dell’antica Etruria, che trovasi entro i confini degli sta-
ti papali. Ora, il regnante pontefice Gregorio XV1. ve-
dendo i molti oggetti di tal genere, e conoscendo che
il loro pregio meritava bene che fossero collocati in
luogo ove potessero a un tempo esser custoditi e am-
mirati, si compiacque di aprire per essi un nuovo mu-
seo, acciocché gli amatori e cultori delle italiche anti-
chità potessero ivi recarsi a considerare dei monumen-
ti non comuni: quest’opera lodevolissima rimaneva com-
piuta nel 1837. La parte principale di essi monumenti
provengono in ispecie dalla necropoli di Vulci, la qua-
le si allarga nella tenuta di Campo Scala, e nelle vi-
cinanze; da quella di Tarquinii, di .sigilla, di Cere, e
dalle escavazioni fatte in Toscanella, Bomarzo, Pog-
gio Sammavilla, Orle, e luoghi propinqui. Il luogo pro-
priamente in cui di presente esiste un così prezioso mu-
seo, senza uguale in simili oggetti, era già l’appartamen-
to del Cardinal bibliotecario , e pigliava nome da lui
che lo aveva ristorato, cioè dal Cardinal Zelada. Esso
rallina: qui trovasi un grand’arco, o finestra ornata di
due colonne di porfido verde , e di un rarissimo vaso
di granito del medesimo colore. Da questo luogo chi
guarda sotto scorge la sottoposta sala a croce greca e
la vasta rotonda , talché la veduta non potrebbe esser
più bella nè sorprendente. Accanto trovasi una scultu-
ra d’alto rilievo a foggia di tripode, ov’è espresso Er-
cole che uccide i figliuoli d’Ippocoonte.
Entrasi quindi nel museo etrusco gregoriano. Era-
no già non pochi anni da che il nostro governo, rap-
presentato in ciò dalla commissione generale consulti-
va delle antichità e belle arti del camerlingato, si an-
dava occupando in raccogliere i monumenti etruschi di
maggior conto, de’quali così gran quantità si rinvenne
a quest’ultimi tempi, praticando degli scavi nel terreno
dell’antica Etruria, che trovasi entro i confini degli sta-
ti papali. Ora, il regnante pontefice Gregorio XV1. ve-
dendo i molti oggetti di tal genere, e conoscendo che
il loro pregio meritava bene che fossero collocati in
luogo ove potessero a un tempo esser custoditi e am-
mirati, si compiacque di aprire per essi un nuovo mu-
seo, acciocché gli amatori e cultori delle italiche anti-
chità potessero ivi recarsi a considerare dei monumen-
ti non comuni: quest’opera lodevolissima rimaneva com-
piuta nel 1837. La parte principale di essi monumenti
provengono in ispecie dalla necropoli di Vulci, la qua-
le si allarga nella tenuta di Campo Scala, e nelle vi-
cinanze; da quella di Tarquinii, di .sigilla, di Cere, e
dalle escavazioni fatte in Toscanella, Bomarzo, Pog-
gio Sammavilla, Orle, e luoghi propinqui. Il luogo pro-
priamente in cui di presente esiste un così prezioso mu-
seo, senza uguale in simili oggetti, era già l’appartamen-
to del Cardinal bibliotecario , e pigliava nome da lui
che lo aveva ristorato, cioè dal Cardinal Zelada. Esso