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>04 Palazzi e Gallerie
torcimenti, così bene l’artefice seppe conservargli il ca-
rattere pieno di dignità magnanima. Il contorno puris-
simo è la imitazione stessa del vero, e l’anatomia del
torzo è così stupenda, che senza tema di esagerazione
si può risguardare come una delle sculture più sublimi
che mai uscissero dalla mano dell’uomo. Gli accenna-
ti pregi, fanno ritenere quest’opera come una di quel-
le eseguite da alcuno de’più illustri artefici fioriti sot-
to Alessandro. Questa opinione basterebbe di per sè ad
escludere la sentenza di coloro che vorrebbero rico-
noscere nella statua in questione un gladiatore mori-
bondo; poiché essendo greca per lo stile, e spettando
all’epoca di Alessandro non potrebbe rappresentare un
soggetto tanto contrario ai costumi di Grecia , d’ove
l’uso de’ gladiatori fu la prima volta introdotto da un
Perseo, circa il 570. di Roma, il quale a tal’uopo dovette
cavarli da Roma stessa, e que’popoli ebbero per modo
in orrore quella carnificina, che vi bisognò gran tempo
per avvezzatigli {Livio, lib. XLL cap. ACA). Oltre a
ciò, i monumenti che rappresentano veramente de’gla-
diatori , e le testimonianze di antichi scrittori non la-
sciano dubbio intorno alle armi che le antiche fami-
glie de’gladiatori usarono sì in offesa, sì in difesa, e ci
fanno conoscere questa parte del costume romano in
tutta la sua pienezza, il quale trovasi in opposizion di-
retta col simulacro di cui trattiamo {Vedi le osserva-
zioni artistico-antiq uaria sopra la statua, volgarmen-
te appellata il gladiatore moribondo:, Roma 1821, in
quarto}. Da ciò nasce che la nostra statua debba sti-
marsi quella d’un soldato moribondo gallo o germano;
imperocché, a ciò ritenere ne induce ogni particolare
delia persona e del costume, narrando Diodoro {hb. V.
cap. XXIX}, che i galli più coraggiosi combattevano
nudi; che erano di statura elevata {cap. XXVIII}', che
 
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