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Festòs
antistante, la quale guadagnò così da 7 a 20 metri verso
est. Inoltre fu allargato il ripiano superiore della gradi'
nata teatrale, ricostruendo un paio di metri più a nord
il muro di fondo. Questo fu fatto con piccoli parai'
lelepipedi, di cui rimangono quattro filari, a riseghe
orizzontali e verticali, marcati con segni finemente
incisi. Il resto del muro, distinto con un solco tut'
t'intorno alla parte antica, è di restauro moderno.
Il piazzale, ingrandito fin oltre m. 55 da nord a sud
e altrettanto da est ad ovest, spianato col calcestruzzo e
senza marciapiede, diventò adatto per le giostre al toro,
che vediamo rappresentate spesso su dipinti murali e
gemme incise minoiche. Gli spettatori, a Festòs, potè'
vano assistervi, non soltanto dalle gradinate, ma anche
dalle finestre, dai balconi del palazzo e dal piazzale
superiore (94), il quale si conservò tal quale era nel
palazzo più antico. Anche la scala 6, che metteva in
comunicazione i due piazzali, fu conservata. Però distrut'
tone il fianco orientale (se ne conserva solo l'estremità
a nord), il nuovo muro di blocchi fu innalzato a m. 0,70
più ad est, restando aperto fino alla roccia il solco tra
la sua fronte e la testata degli scalini.
La facciata del 20 palazzo, che aveva la lunghezza di
oltre m. 93, nella parte inferiore si componeva di quattro
filari di grandi parallelepipedi di calcare a connessure
stuccate, alti in complesso m. 2,65 circa (in parte da noi
restaurati, ma quasi completamente mancanti a sud).
Sopra al quarto filare era fissata una grande trave oriz'
zontale (restano i fori per l'inserzione dei perni di col'
legamento) e cominciava la struttura a sassi e fango,
contenuta fra robuste travi di legno. Questa struttura
superiore doveva essere intonacata e forse dipinta a vivaci
colori, così come vedesi nei famosi affreschi di Cnossòs,
rappresentanti facciate di edifici, forse lo stesso palazzo,
con dame sedute ai balconi (Museo di Candia). L'ar'
chitetto minoico accresceva con la colorazione quella
imponenza artistica dell'edificio, che era anzitutto
Festòs
antistante, la quale guadagnò così da 7 a 20 metri verso
est. Inoltre fu allargato il ripiano superiore della gradi'
nata teatrale, ricostruendo un paio di metri più a nord
il muro di fondo. Questo fu fatto con piccoli parai'
lelepipedi, di cui rimangono quattro filari, a riseghe
orizzontali e verticali, marcati con segni finemente
incisi. Il resto del muro, distinto con un solco tut'
t'intorno alla parte antica, è di restauro moderno.
Il piazzale, ingrandito fin oltre m. 55 da nord a sud
e altrettanto da est ad ovest, spianato col calcestruzzo e
senza marciapiede, diventò adatto per le giostre al toro,
che vediamo rappresentate spesso su dipinti murali e
gemme incise minoiche. Gli spettatori, a Festòs, potè'
vano assistervi, non soltanto dalle gradinate, ma anche
dalle finestre, dai balconi del palazzo e dal piazzale
superiore (94), il quale si conservò tal quale era nel
palazzo più antico. Anche la scala 6, che metteva in
comunicazione i due piazzali, fu conservata. Però distrut'
tone il fianco orientale (se ne conserva solo l'estremità
a nord), il nuovo muro di blocchi fu innalzato a m. 0,70
più ad est, restando aperto fino alla roccia il solco tra
la sua fronte e la testata degli scalini.
La facciata del 20 palazzo, che aveva la lunghezza di
oltre m. 93, nella parte inferiore si componeva di quattro
filari di grandi parallelepipedi di calcare a connessure
stuccate, alti in complesso m. 2,65 circa (in parte da noi
restaurati, ma quasi completamente mancanti a sud).
Sopra al quarto filare era fissata una grande trave oriz'
zontale (restano i fori per l'inserzione dei perni di col'
legamento) e cominciava la struttura a sassi e fango,
contenuta fra robuste travi di legno. Questa struttura
superiore doveva essere intonacata e forse dipinta a vivaci
colori, così come vedesi nei famosi affreschi di Cnossòs,
rappresentanti facciate di edifici, forse lo stesso palazzo,
con dame sedute ai balconi (Museo di Candia). L'ar'
chitetto minoico accresceva con la colorazione quella
imponenza artistica dell'edificio, che era anzitutto