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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Editor]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0048
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32

Introduzione

Non ne sappiamo più nulla fino alla fine del sec. xiv,
quando una metà, che era stata della chiesa dei Ss. Gio-
vanni e Paolo fu comprata dall’ospedale del SS.: mentre
l’altra metà fu venduta da Bartolomeo Obicione a Tuzio
di Lello de Caranzoni, la vedova del quale, Paradisa, la
lasciò nel 1406 al monastero di S. Maria Nuova.

Nel 1421 però, 1 questa metà della tenuta fu permutata
con alcune case di Mattia Paluzzo Astalli: e così nel 1463
fu venduta dagli Astalli all’ospedale, che lo ritenne per
lungo tempo (Cat. A. Vili, 18).

Nel 1797 passò a far parte del grande latifondo Torlonia.
Per i ruderi della villa v. P. B. S. B. IV, 97.

s. Quatraro.

Questo secondo Casale di Quatraro sarà da identificarsi
coi ruderi medioevali di Torre Spaccata, due chilometri
a N. dell’Osteria del Curato.

La pedica di Torre Spaccata formava parte della tenuta
di Quadrare già nel 1660 (Cat. A. Vili, 20). Questa tenuta
fu degli Sciarra Barberini nel 1803 (N. M. I, 231) e poi
passò ai Torlonia (N. A. II, 666).

d. Le forme.

È specialmente notevole la rappresentazione dell’acque-
dotto della Marcia, prima cioè della costruzione dell’acqua
Felice, che distrusse gli ultimi suoi avanzi.

s. Casal(e) di S. Lorenzo.

Occupa il posto del Casale di Carcaricola, che corri-
sponde, pare, al fondo di Caldariola nella massa Caldana
(Regesto di Gregorio li, ap. 1). 324, 325).

Nel 1321 pervenne a S. Maria Maggiore per l’unione
della chiesa di S. Bartolomeo della Subura: e coll’eccezione
di una parte appartenente a S. Pudenziana ed un’altra
parte venduta da Griffonella Sorrentini a Giacomo della
Valle nel 1476, 2 il casale rimase a S. Maria Maggiore fino
ai tempi recenti (Cat. A. IX, 4; T. X, 398).

d. Casale.

È probabilmente Tor di Mezza via di Frascati; il vero
nome della tenuta è pure Quadrare. Fu delle monache di
S. Lorenzo in Panisperna (Cat. A. Vili, 21; N. M. I, 217).

Marana.

È il fosso dell’Incastro, ossia del Giardino, l’antico letto
cioè della Marrana Mariana (v. sopra).

d. Villa di Lucullo.

Sono omessi i casali del Casalotto e di Morena, ed i
ruderi detti i Centroni (se sono realmente questi) sono
stati messi troppo distanti dalla Marrana che vi passa sotto
(v. P. B. S. R. IV, 121, e per la villa di Lucullo, idem,
V, 248). Il vero sito di esso non lo sappiamo di certo,
ma può essere che sia quello dell’odierna villa Torlonia.

Qui diverge a sinistra una strada, che va sino al con-
vento di S. Silvestro sopra Monte Compatri (che è stato
omesso). La prima parte di essa è la Via Cavona, mentre

a Pietro Massimi: e gli altri quarti furono, uno di Stefano Tomarozzi,
e gli altri due di Francesco Caffarelli.

1554 (6 Agosto). — Vendita di una parte di Casale Morena fatta da
Gio(vanni) Batt(ist)a Melimi a Lucia Branca. Molestie cagionate dal
di lei cessionario Ettore de Mottini (Arch. Madaleni Capodiferro,
Mazzo C, nn. 57, 67).

1559 (15 Genn.). — Vendita del Casale di Morena da Cesare Stati

la parte oltre Tor Forame corrisponde colla Via Labicana
antica e con un diverticolo di essa (P. B. S. B. IV, 46).

s. * Torre Forame.

È nominata sotto la forma Volforame, come uno dei con-
fini di Torre di Iacovo in un atto del 1430. Può essere
che il fondo Piscaria, nominato con Torre Jacova nei docu-
menti posteriori prenda il nome dalla piscina antica sopra
la quale è edificata la torre, forata da una spaccatura enorme.

Appartenne al monastero di S. Sisto il quale la ven-
dette al card. Scipione Borghese nel 1633: e nel Cai. A.
(IX, 16) la troviamo incorporata nella tenuta di Pantano.
Porta ora il nome Torraccio di Forama (T. VI, 49; X, 407,
408; P. B. S. B. I, 242; IV, 46).

s. * S. Silvestro.

È il convento sopra Monte Compatri (T. VI, 95; X, 440).
Fu donato ai canonici lateranensi dagli Annibaldeschi, ma
nel 1541 passò alla S. Sede.

Nel 1604 i Carmelitani Scalzi presero possesso della chiesa
e dei terreni annessi per concessione di Clemente Vili: e
da questo tempo datano la presente chiesa e il convento,
mentre nella nostra carta vediamo ancora le antiche costru-
zioni delibino e dell’altro edificio.

Frascati.

Si vede ancora la città di Frascati circondata dalle sue
mura, coi campanili di S. Maria e di S. Pietro. Le mura
erano state appena rinnovate da papa Paolo III, mentre
molte case erano state ancora demolite (v. T. II, 249 ; Lan-
ciarli in R. S. R. XVI, 517, e S. S. Ili, 44).

Il nome « Frascata» appare per la prima volta nel sec. ix,
al tempo di papa Leone IV (T. II, 207; L. P. IL 114; vedi
P. B. S. B. I V. 305), Non so se sia bene riferita la seguente
notizia « 1412. Emptio Castri frascati per Jordanum de
Columna principem Salerai a Canonicis S. Joannis Late-
rani » (A. Cap. N. Venettini ap. J. C. 1372): v. T. II, 243.

Tuscolani.

Si ha appena un cenno per i ruderi del Tuscolo, con una
casa, forse al sito dei Camaldoli. A differenza della carta
del 1557 (P. B. S. R. IV, 46), nella nostra non è rappre-
sentata la Via Latina fino a che non si confonda con la
via moderna, così detta Casilina. È omesso pure Monte
Porzio, che a quest’epoca non ebbe forse molta importanza:
si noti la compra del castello diruto nunc casalis Monte
Porta, fatta da Giordano Colonna, dell’8 sett. 1422 (A. Cap.
N. Venettini, f. 90 ap. J. C. 1374): v. T. II, 263

* Borghetto.

Deve aver dato il nome al fundus qui vocatur Civitella,
menzionato nelle bolle degli anni 955 e 962 per S. Silve-
stro in Capite, come uno dei confini del fundus Casana
(ASV. 3, 4, in B. S. R. XXII, 276).

Nel 1436 apparteneva ai Savelli. Essendo a cavaliere
della Via Latina, come è rappresentato nella nostra carta

a Valerio Cenci (A. Cap. G. Saccoccia, f. 29, ap. J. C. 1079). Cai. A.
Vili, 14.

1 Questa è la data assegnata dal D. C. 459. Nel A. It. I, 57, tro-
viamo la data 1433: mentre una scheda del D. C. rileva che secondo
A8S. la data fu 1423 (8 Nov.) e che il Casale era di S. Maria Nuova,
e le case di Mattia Astalli (Nardo Venettini not.).

2 II T. cita D. C. per questa notizia, che si ritrova pure nel J. S. 767.
 
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