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sala ipostile. Alcuni pezzi rimasti di quelle colon-
ne ci dimostrarono ch'esse erano elegantemente
scanalate come quelle di Beni-Hassan (i), e a ven-
tidue faccette o scanalature. Rimangono le tracce
di una gradinata che dall'estrema sponda del Nilo
saliva al tempio situato in piano elevato: un muro
di recinto lo chiudeva forse da tutti i lati. Sui pez-
zi di colonne superstiti raccolsi frammenti delle
leggende di Thutmes IV (Moeris), ciò che c'inse-
gna appartenere quel monumento al diciottesimo
secolo innanzi l'era volgare. Il titolo regio diletto
a Thoth, più volte ripetutovi, ci fa congetturare
che il tempio fosse sacro a questa deità, venerata
con culto speciale nella Nubia.

Alquanto più distante dal Nilo e verso setten-
trione sorgeva un altro minor monumento, di cui
ritrovar potemmo tutte le tracce fondamentali,
quali si veggono nel mezzo di questa medesima
tav. n.° I : costrutto anch' esso di mattoni crudi
per le mura, e di pietra arenaria pei pilastri. Per
alcuni frammenti d'iscrizioni sui pilastri medesi-
mi e su di altri rottami giacenti, ci fu manifesto
che fu fatto questo monumento dal re Amenophis
II, figlio e successore di Moeris pel quale fu co-
struito il tempio precedente. Nel portico o pronao
di questo edifizio facemmo scavare una stela che
il primo Menphtah vi fé porre a testificare che il

(i) Monum. Civ, t. i, pag. 5o e segg.
 
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