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Scamozzi, Vincenzo
L' Idea Della Architettvra Vniversale: Diuisa in X. Libri (Band 2): Dell'Esqvisitezza De' Cinqve Ordini. E de loro Colonnati, Archi, Modo: nature pi regolate: e delle Materie conuencuoli all'edificare — Venetia, 1615 [Cicognara, 651]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1675#0182
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T7o DeirArcKitett.dlVine.Scamozz!/
eììer mai rotti,né (pezzati ,come viario alcuni poco oiieruatori delle cose belle, e meno intendenti
delleragioni. I Fr;ontespici} siconuengono più tosto alle Porte principali, & alle Eine:stre,òadaU
tra cosa posta nel mezo i perche inuero apportano molta Maesta,e grada all'edificio, e rendono gran*
dislimo ornamento doue sono bendisposti ;'mà però è da auuertire, che quando le facciate fuiTerodi
due, e tre Ordini di fenestre Ikinà sopra l'ultra i allhora i Frontespiecij si debbono fare piùtosto alle Fi*,
nestre superiori, che ad altre ; ììcome il tetto Ci colloca nella suprema parte d'ogni grande edisicio ; &
all'altre si ponghino le Cornici à liuello solamente : lequali oltre all'ornamento fanno effetto di letiare
le pioggie ad esse Finestre. Et elsi Frontespicij si poiTono ornare con statue sedutte, e con altri abbellì,
menti,come riabbiamo fatto esseguir nelle facciate principali, delle fabriche de gllllustrisTimi Signo-
ri Procuratori ih Piazza di San Marco : epoicia i Frontespicij semplici di dietro , e nelle corti di10
quelle fabriche}& in molte case orinate. L'altezza de' Frontespicij di qualunque forma, che elsi si fac
cino;,siarió alti due parti di ÌX. del Cimacìodella Cornice a liuello: di modo che fanno vn'an^olo
cap.12. qu:isisimiie a quello delle ottosaccie: come di queiio dicemmo altrouercVin vero le forme de'fron*
tespici j nòli d poiTono far m eglio, che con la squadra, e col compatto, ò co sé equiualenti.
Hor'a c'habbiamo dato fine al trattare delle forme conueneuoli delle Porte, Finestre, Nappe 3
Nicchie, & altre cose; acciò che seruino con qualche maesta all'uso, & asbisogno de gl'edifici ; perciò
giudicamo cola molto honesta, il dar qualche precetto della qualità delle materie, di che doneranno
libro i. esser satte : essendochc ( come dicemmo altroue) non in ogni luogo si ritroua comodità, delle cauede'
cap.2. marmi candidi, e sini, come à MaiTa di Carrara : ne le pietre viue durissìme, e bianche come qui in Ve-
neriate condotte in vri tratto da Histria, né parimente l'abbondanza, e varietà delle pietre tenere j co- 20
me in questa parte della Lombardia di qua dal Pò, e da Milano fino alia Patria del Friulii ma la Natu-
ra ha comparti te quelle materie qua è là; comelegratiede suoifauori > acciò che molte Regioni, e
Paesi si pollino seruire d'esse. Perciò si bisogno all'Architetto di molta prudenza, e giudicio nel j&
perle disporre, così ne'luoghi più conueneuoli deH'edificio,come nelle parti degli Ordini,
L e porte principali, che noi riabbiamo deseritte, ò altre che à simiglianza loro si sàcerTero 3 essendo
parti eiì'entiali à gliedisici: chiara cosa è,che di primo tratto nell'entrare sono vedute,e possbno esser có-
sideratéda tutti ; e pefciò è molto ragioneuoie, che tenghino qualche maesta, e dimostrino ricchezza.
Adunque quando il luogo ci prestàrà comodità,si potranno fare di materie eccellentLò siano marmi, ò
pietre macchiate,ò d'altra sortebianche,nobili,esimiglianti,dipoi siano lauorate sinite,ec5dotteàper-
fettione con ogni diligenza ; ma di quello le ne parlerà altroue. Le Finestre delle facciate si potranno 30
fare delle medesime materie,chele altre parti della fabrica} come Basi,Capitelli, e Corniciamenti,au-
uertendo però, che siano delle migliori, e per la specie loro anco più belle, & anco siano lauorate cori
qualche maggior diligenza ; perche vengono ad esser in luoghi più riguardeuoli, &à mano.
L e Nappe,come parti che stanno più à dentro^ ne* luoghi nobiJi,e per comodità de Signori: così
si procuricene siano sitte di pietre più rare, e di preggio ; come de' marmi,Paragoni,pietre mille di va*
" rij colori: benché alle volte sé ne faccino anco di pietre biache,dure,ò men dure:perciòsi haueràrispet
to al comodo,che ci porgerà la sorte delle materie: e secondo, che sidesidererà di abbellire, e nobilitai
re il luogo. Tuttauia noi lodiamo la mediocrità delle cose ; acciò che non accresehino molto le spese :•
perche tanto sono da comendare, queste, e simili altre cose : quanto véramente non trapanano tanto-
oltre,che vadino nei eccerTo,si cometion è lodeuol cosa, che diano nell'indecentia del poco s eiìèndo, 4°-
che è questi, e quelli sono termini biasimeuoli.
CONCLUSIONE T>I QVESTO LIBRO.
y Es t a horà,che perconclusionediquesto libro, noi diciamo qualche cosa delle
*fe improprietà,e vitij,i quali à poco a poco,dopò Tinclinatione dell'Imperio Roma-
no, furono introdotti Barbaramente ne gli Ordini ,& in qualche parte Isino hog-


gidì sono amessì da alcuni;essendo la natura de gli huomini molto più prota,& in-
clinata à seguire il male, che studiosa ad ergerli al bene. In grafia chi si potrebbe
coteneredétroderSilentio,eiTendosi visto alcunepersone idiote,esenzaalcuna 50'
parte degna, e tuttauia pieni d'alterezza,: i quali hanno fatto professione di hauer
i primi luoghi fra gli Architetti di qualche nome; ma alla fine hanno poi fatto mille inettie,e {ciocche-
rie : & à nostri tempi vi sono certi, che Ci persuadono molto più di quello, che vagliono in effetto. Tut-
tauia non intendiamo di biasimare, ne riprendere alcuno in particolare, ne tarlare l'opere loro : oltre
che ci sarebbe troppo che fare i ma bene ( come habbiamo fatto nel resto ) di mostrare gli errori, ne
quali sono incorsi s affine che via dalle cose buone, edegne di lode,essi siconosehino, e si pollino lasciar
da parte, e procurar di leuarli da quelle opere doue susscro incorsi.
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