Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
11 suolo della città di Adria da più secoli si è mostrato ricca fonte
di antichi monumenti. Il primo a darne più distesa notizia, è stato
Ottavio Bocchi (1697-1749) il quale nelle sue Osservazioni sopra un antico
teatro scoperto in Adria (Venezia 1759 - Dissertazioni dell'Accaà. di Cor-
tona III p. 794) diede un ragguaglio delle scoperte adriesi di antichità
venute a sua conoscenza. Fin da quel tempo la famiglia Bocchi non ha
cessato di attendere alle patrie antichità. Quanto ad essa dobbiamo per
le lapidi scritte adriesi, lo ha novellamente esposto il Mommsen stam-
pando le iscrizioni di questa città (Corp. inscr. lat. Vip. 220). Più
importanti però sono i servizi resi dai Bocchi all'archeologia per la
cura che ebbero nel raccogliere e conservare le anticaglie uscite dal
patrio suolo. Francesco Girolamo Bocchi (1748-1810) fin dalla seconda
metà del secolo passato cercò riunire in propria casa quanto si trovava
segnatamente di vasi antichi e fondò così una interessante collezione
arricchita di poi da Benvenuto Bocchi suo figlio, e da Francesco Antonio
Bocchi, figlio di questo ed attuale possessore del museo.

Questa collezione di antichità adriesi non offre un aspetto attraente
per chi brama ammirare l'arte antica nei più splendidi esemplari dei
suoi prodotti. Ma grande è il suo pregio per chi sa apprezzare il valore
scientifico di una collezione veramente locale, composta di soli oggetti
ritrovati nel suolo di Adria stessa e dei prossimi contorni. Segnatamente
per lo studio dei vasi antichi riesce sempre più importante un esame
accurato di lutti i vasi provenuti da un medesimo silo.
 
Annotationen