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PATRONI — BASI ALLA MICENEA IN COLONNE ITALO-DORICHE.

Ionie elleniche si stabilissero scambi che oltrepassavano la portata dei pro-
dotti dell' industria. 0 i Pompeiani accettarono qualche culto greco, o i
Greci ottennero nella città amica un suolo per edificarvi un proprio tem-
pio e celebrarvi i propri riti quando approdavano allo scalo. Del resto, il
tempio così detto greco del Foro triangolare ha delle particolarità ecce-
zionalissinie 21 anche in quel poco che ne resta, e il cui numero e la cui
importanza, se i resti fossero più considerevoli, si potrebbero meglio ap-
prezzare e condurrebbero forse a riconoscere in esso un' opera non pura-
mente greca. Comunque, quel tempio è a Pompei un fenomeno isolato; le
case e gli altri edifici pubblici, tutto il complesso dell'edilizia cittadina
non è punto greco, e l'argomento già da me addotto, che ciò non poteva
avvenire senza la preesistenza di un' altra tradizione architettonica già
tenace, e però molto più antica del periodo delle grandi costruzioni nelle
colonie elleniche e della edificazione del tempio greco in Pompei, resta in
tutta la sua forza.

Si aggiunga a queste considerazioni un fatto importante, che non so
se finora sia stato comunicato agii studiosi. L'Orsi, nel breve periodo in
cui fu Pt. Commissario al Museo Nazionale di Napoli ed agli scavi di Pom-
pei (tra la fine del 1900 e il principio del 1901), raccolse nella terra di
riempimento delle mura di cinta di Pompei un coccio di vaso geometrico
greco, che si conserva al Museo di Napoli, dove recentemente ho avuto
occasione di vederlo, e che naturalmente stabilisce la data approssimativa
delle fortificazioni della città. Neil' appunto dell' Orsi che si conserva col
frammento stesso, questo viene giudicato del VII secolo av. Cr., ma io non
avrei difficoltà a riportarlo anche all' Vili. In ogni modo è certo che le
mura di Pompei, e per conseguenza le più antiche insulae dagli atrii di
pietra calcarea, sono molto anteriori alla edificazione del tempio sul Foro
triangolare. Che, infine, la colonna etrusca sia molto più antica di queste
più antiche insulae, è un fatto già acquisito alla storia di Pompei per merito
dello stesso prof. Mau. Anche per questa via si viene adunque ad un risultato
cronologico molto vicino a quello cui già con altri dati io ero pervenuto,
riferendo la nostra colonna ai principii dell' Vili o alla fine del IX secolo.

Gr. Patroni.

-1) Per es. le 18 scanalature delle colonne
a segmento di circolo e poco profonde ; ma
soprattutto la poca lunghezza dell'edificio, che
ne avvicina le proporzioni a quelle di un tem-
pio italico, e per la quale Koldewey e Puch-
stein hanno senza dubhio torto di rifiutare i
risultati del von Dulm e del Sogliano, e dei ri-
spettivi architetti collaboratori Jacobi e S. Cozzi.
Ammesso poi che le colonne avessero un piccolo
zoccolo come quelle del tempio di Vulcano a

Girgenti, la particolarità di lavorare questo zoc-
colo insieme al pezzo di stilobate corrispon-
dente, potrebbe derivare dalla consuetudine de-
gli scalpellini locali educati ad un'altra tra-
dizione costruttiva, quale si manifesta nella
colonna etrusca. Con tanto maggior fonda-
mento questa tradizione costruttiva deve rife-
rirsi agli Etruschi, in quanto il tuscanico non
differisce sostanzialmente dal dorico, se non per
la presenza della base.
 
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