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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0056
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Qltitllo !*rup[lli tifili' -

fuma. Il busto, molto bui conservato, e d'una donna dì età
provetta. Nella capigliatura abbiamo un indizio della seconda
metà del secolo ni. Un busto parimente integro vedrai
sopra un grande frammento del centro d'un sarcofagi
uscito dagli scavi fatti nel cimitero di Ciriaca. Il defunto,
un giovane imberbe in tunica e pallio, è effigiato nel
sucto atteggiamento. Sotto l'immagine clipeata Gioì
posa all'ombra della cucurbita, guardato dal mostro. Il tondo
è sorretto in alto da due geni, senza le ali, a causa della

del secolol|[(/uco- _____ _

la Cl.XXWÌU. -

6). Dello stesso P3t

tempopossono an I

\y,(t,iv. rii.,,1.4). È più che probabile che il ione
: il busto del defunto o della defunt
Ma il cambiamento in Daniele accadde in tempo amie
quando il sarcofago duvet tv accogliere Ili salma, e fu esegui
dallo stesso artista che fece le altre figure, con molta pn
[labilità nel ni secolo, come prova la bontà del lavoro; sp
cialmcntc II Buon l'astore è. in tutto, quello antico.

3. Giona dormiente all'ombra della cucurbita s'affacc
1 inaspettato sopra un insigne frammen



■1 M.is

Sebas

datar



odarr



Lt-

plito del Museo di g!
S. Callisto (/mu-
la LXXXXV, 4),
e la fronte d'un sarcofago, mi
dell'Accademia di Francia ad u

ftìSS

m

ita nella facciata posteriore
1 altezza inarrivabile al foto-

ni e coricato in u
ita potè appena il

.ii,,

grafo; perciò riproduciamo la copia del Carnicci {fig. 136) '.
Ne parla Rene tinnisse!, dandone anche l'interpretazioneJ :
■ Une tombe romaine associe... un Jonas avec le groupe
d'Eros et de Psyché. Une ménte
intcntion mystique a preside sans
doute à cctte singulièrc rcunion.
De part et d'autre, il s'agit de la
rèstirrection et de la vie heurcuse
des àmes après la mort; et c'est
une pensée identique exprìmee par
deux langues différentes ", cioè cri-
stiana e pagana, 1 due altri sarcofagi eli conservazione perfetta,
furono già menzionati (taw. LXXXXVI1I, 3; CXXXIV. 2);
ambedue sono del secolo IV.

z. La preghiera antichissima: Non se ci (scil. defuncto)
opponat leo rugiciis et draco devorans, niiserorum animas
rapere consuctus -, che sulla lastra d'un poliandrio del HI se-
colo, riprodotta a fig. 28, trovò una espressione cosi eloquente,
;i sembra echeggiare anche nelle rappresentazioni d'un sar-
cofago che si conserva nella chiesa di « S. Maria Forisportam >

La fotografia che ne diamo a tav. CLXVI, 3, ci fu

gentilmente procurata da mons. Guidi. All'angolo destro

1 pastore nell'atteggiamento di sorvegliare il gregge che

lo spettatore ha da supplire; all'angolo sinistro il Buon Pa-

■e con la pecora sulle spalle, e nel centro, fra due larghi
campi di strigilì, Giona dormiente all'ombra della cucurbita

itto il tondo che, invece della solita imago clypeata, con-
tiene Daniele vestito della tunica cinta ed orante fra due leoni
ruggenti. Abbiamo dunque tutti gli elementi principali della
lastra: Daniele, Giona e il Buon Pastore. Per la ristrettezza
dello spazio manca il mostro, come sul sarcofago latera-

lella scena in cui il Signore
etro, e dove insegna agli apostoli.
Poiché in ambedue queste scene
trova il posto il piede, come piede
sinistro del Signore, non v'ha dub-
bio che il frammento provenga da
una di esse. Abbiamo scelto la se-
conda, perchè Cristo era seduto,
figurava quindi come dottore degli
apostoli. Così lo mostra la rico-
struzione (lui', cil., fi. 2). Ora si capisce la ragione che in-
dusse l'artista a rappresentare Giona ai piceli del Signore:
egli volle riunire il tipo coll'antitipo. La risurrezione di
Cristo è invero il cardine di tutta la dottrina cristiana: » Si
autem Christus non resurrexit. inanis est ergo praedicatio
nostra, inanis est et fides vestra •, scrive s. Paolo ai Co-
rinti3. Queste parole s'impongono dinanzi alla scultura da
noi completata. Quindi nessuna meraviglia di trovare
una volta Giona dormiente sulla edìcola dì Lazzaro e su

quella dell'ariete di contro (tao. CLXXXII, 2) '.

Un posto non meno iusui ito trovò ( ìli ma dormiente sopra
il sarcofago di Leida, riprodotto a fig. <J3 (p. 160). L'artista
gli riservò i due interstizi dell'arco della nicchia centrale
in cui l'annunzio della negazione, come ledemmo, è fuso
in una scena con la Cananea inginocchiata ai piedi di
Cristo : Giona riposa nell' interstizio destro dell'arco, e nel
sinistro e collocato il mostro che Io guarda. Dovendo fare
da riscontro a Giona disteso, il mostri, è visibile per intero,
sebbene il sarcofago sia del IV secolo.

Ci rimane ancora un monumento con scene di Giona, che
non si lascia inserire in nessuno dei cinque gruppi. È un
 
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