§ XV1H. - Zaccheo e l'ingresso di Gesù in Gerusalemmi
u qualche
lume chiuso. Sempre poi, senza ver
valca al!:i maniera d'uomo, non di donna, come
medievale, influenzato dall'Oriente '
scena più completa ci viene offerta da quelle sculture
l'entrata segue all'annunzio della visita, il corteo s'è
alla porta merlata di Gerusalemme, che sorge dal
fondo. Uomini, dalla penula e dalla discinta caratterizzati per
Ebrei, e con palme 0 ghirlande nelle mani, aspettano Gesù;
due giovani lo seguono, mentre altri stendono » abiti » sulla
strada. Cosi sul sarcofago di Tetragona, copia del latcranense
125 1 restaurato », Zaccheo s'affaccia qui nell'annunzio, e non
è ripetuto nell'ingresso ehi- segue. Ma su tutte le sculture che
rappresentano il solo ingresso, senza il previo annunzio della
visita, egli assiste come spettatore del corteo. Nelle scene
complete, anche più semplici, si trova un giovane nell'atto di
stendere «abiti"; solo sul frammento del Museo di S. Cal-
listo era omesso, evidentemente per mancanza di spazio
(tav. CCXXV, /), L'apostolo che accompagna ivi il Signore,
è Pietro. Cosi pure sul sarcofago lateranense 189 e su quelli
della Storta e dell'Agro Verano (taw. CCXII, CCXVIII, 2
e CCXXV, 3)'. Più spesso però è giovane. In due casi l'in-
gresso è inquadrato da due apostoli giovani, l'uno che segue
il Signore, l'altro che, arrivato alla porta della città, si volta
indietro (taw. LXXXXU, 2; CU, 1). Sul frammento più
piccolo del Musco del Camposanto teutonico il seguito è for-
mato da due giovani con palme e corone nelle mani ', Zac-
cheo manca per la rottura del marmo (tao. CCXXXV, 6).
Sui sarcofagi di Clcrmont, della Storta e su quello spez-
zato della basilica vaticana, il vestimento che stende il
giovane sotto l'asina, è chiaramente una tunica manicata
(taw. LXXXXIX, 2; CCXII, 2 e Chi, r), segno che L'ar-
tista seguì il testo latino del vangelo. Di solito è il pallio
(ipdnov), adattassimo all'uopo, essendo un pezzo di stoffa
rettangolare.
Ora sorge lini domanda sull'ordine cronologico in cui le
due scene furono introdotte nell'arte funeraria: precede l'an-
nunzio della visita, ovvilo l'ingresso trionfale' Avendo ri-
guardo al fatto che esiste un annuncio senza l'ingresso, ma
non un ingresso senza Zaccheo, se non sia preceduto dal-
l'annunzio, sembrerebbe che si potesse stabilire l'ordine
seguente: prima le due scene furono rappresentate separa-
tamente, poi avvici mi te l'unii all'ultra, lilialmente fuse in una
unica scena. Ma la risposta definitiva non siamo in grado
di darla, vista l'assoluta mancanza di sculture precostanti-
delle due rappresentazioni, l'i issiamo soltanto affermare
che la fusione avvenne al più tardi nell'anno 359, perchè sul
LPERT, Mostùkrn unii Mtilrrruii. p. 843 stg.
367, i; Marucchi. feltrato, u». XXXIV. i.
sarcofago di Giunio Basso è già compiuta, e in maniera da
farci sospettare che le due scene abbiano già per qualche
tempo esistito l'una accanto all'altra. Lo scultore dovette
penare assai per dar posto in un intercolunnio ad un corteo
trionfale, e non vi riuscì se non limitandosi al puro necessa-
rio e storpiando un po' tanto Zaccheo quanto il giovane che
stende il pallio. La scena dell'ingresso è perciò la meno riu-
scita di tutte le altre della fronte del sarcofago (tav. XIII).
Delle altre sculture nessuna è datata. Soltanto il sarco-
fago di Clcrmont (tav. LXXXXIX, 2) offre nella capiglia-
tura della donna orante, effigiata in mezzo ai principi degli
apostoli, un indizio cronologico precosiantiniano, come venne
già notato da L. von Sybe! ' I.-,- iculture della fronte sono
invero eccellenti: classico <■■ l'atteggiamento di alcune delle
figure; i soggetti, antichi: la risurrezione di Lazzaro con una
delle sorelle in piedi, Marta, senza dubbio; la guarigione della
Emorroissa, che nell'era della pace cedette di solito il posto
alla Cananea, e la yiiariyiune del paralitico. Pur riconoscendo
questi pregi del sarcofago, non possiamo datarlodal III secolo.
Vi si oppone anzitutto la fusione del battesimo di Cornelio
con la scena della prima cattura di s. Pietro. Anche la rappre-
sentazione della defunta fra i due principi degli apostoli ac-
cenna piuttosto all'età della pace. Un indizio tardo è inoltre
il berretto cilindrico dei due soldati dì polizia, che, fra i mo-
numenti di data eerta, apparisce per la prima volta sulle scul-
ture dell' arco trionfale di Costantino, dove lo portano i soldati
del treno e l'imperatore Galctio. Siccome anche l'esecuzione
dei due soggetti delle testate sembra opporsi al tempo pre-
costantiniano, siamo costretti ad assegnare il sarcofago di
Clermont al rinascimento costantiniano. A tale data non si
oppone assolutamente la capigliatura della defunta, che è un
criterio relativo, come vediamo in quella di s. Elena, che si
mantenne nell'arte per tutto il secolo ]v. Ciò corrisponde, del
resto, alla realtà; la suddetta capigliatura era in uso ancora al
tempi di s. Girolamo il quale hiasima quelle femmine i cui
ocapilli vel in frontem, vel in aures defluunt» '. Sul nostro
sarcofago le due scene dell'annunzio e dell'ingresso sono già
fuse. Perciò non sarà troppo azzardato assegnare la loro com-
posizione alla seconda metà incirca del secolo in o al principio
del IV. È infine degno di nota che sul sarcofago di Clermont
la parte,direi principale, e attribuita a Zaccheo: il Signore gli
parla, e dalla mossa di lui possiamo indovinare l'effetto del-
l'annunzio ■■ l'est inans desccndìt... « Anche il giumento, con-
trariamente a tutte le altre rappresentazioni, non
ma sta fermo. Insomma Zaccheo predomina. Alti
:■:■■ . ' ■ . .■:■■ ..■ ■'■■■■.■!;■ !!: .:-'.■■ ■
BOTTARI, Ama a.
l,p. 165*
u qualche
lume chiuso. Sempre poi, senza ver
valca al!:i maniera d'uomo, non di donna, come
medievale, influenzato dall'Oriente '
scena più completa ci viene offerta da quelle sculture
l'entrata segue all'annunzio della visita, il corteo s'è
alla porta merlata di Gerusalemme, che sorge dal
fondo. Uomini, dalla penula e dalla discinta caratterizzati per
Ebrei, e con palme 0 ghirlande nelle mani, aspettano Gesù;
due giovani lo seguono, mentre altri stendono » abiti » sulla
strada. Cosi sul sarcofago di Tetragona, copia del latcranense
125 1 restaurato », Zaccheo s'affaccia qui nell'annunzio, e non
è ripetuto nell'ingresso ehi- segue. Ma su tutte le sculture che
rappresentano il solo ingresso, senza il previo annunzio della
visita, egli assiste come spettatore del corteo. Nelle scene
complete, anche più semplici, si trova un giovane nell'atto di
stendere «abiti"; solo sul frammento del Museo di S. Cal-
listo era omesso, evidentemente per mancanza di spazio
(tav. CCXXV, /), L'apostolo che accompagna ivi il Signore,
è Pietro. Cosi pure sul sarcofago lateranense 189 e su quelli
della Storta e dell'Agro Verano (taw. CCXII, CCXVIII, 2
e CCXXV, 3)'. Più spesso però è giovane. In due casi l'in-
gresso è inquadrato da due apostoli giovani, l'uno che segue
il Signore, l'altro che, arrivato alla porta della città, si volta
indietro (taw. LXXXXU, 2; CU, 1). Sul frammento più
piccolo del Musco del Camposanto teutonico il seguito è for-
mato da due giovani con palme e corone nelle mani ', Zac-
cheo manca per la rottura del marmo (tao. CCXXXV, 6).
Sui sarcofagi di Clcrmont, della Storta e su quello spez-
zato della basilica vaticana, il vestimento che stende il
giovane sotto l'asina, è chiaramente una tunica manicata
(taw. LXXXXIX, 2; CCXII, 2 e Chi, r), segno che L'ar-
tista seguì il testo latino del vangelo. Di solito è il pallio
(ipdnov), adattassimo all'uopo, essendo un pezzo di stoffa
rettangolare.
Ora sorge lini domanda sull'ordine cronologico in cui le
due scene furono introdotte nell'arte funeraria: precede l'an-
nunzio della visita, ovvilo l'ingresso trionfale' Avendo ri-
guardo al fatto che esiste un annuncio senza l'ingresso, ma
non un ingresso senza Zaccheo, se non sia preceduto dal-
l'annunzio, sembrerebbe che si potesse stabilire l'ordine
seguente: prima le due scene furono rappresentate separa-
tamente, poi avvici mi te l'unii all'ultra, lilialmente fuse in una
unica scena. Ma la risposta definitiva non siamo in grado
di darla, vista l'assoluta mancanza di sculture precostanti-
delle due rappresentazioni, l'i issiamo soltanto affermare
che la fusione avvenne al più tardi nell'anno 359, perchè sul
LPERT, Mostùkrn unii Mtilrrruii. p. 843 stg.
367, i; Marucchi. feltrato, u». XXXIV. i.
sarcofago di Giunio Basso è già compiuta, e in maniera da
farci sospettare che le due scene abbiano già per qualche
tempo esistito l'una accanto all'altra. Lo scultore dovette
penare assai per dar posto in un intercolunnio ad un corteo
trionfale, e non vi riuscì se non limitandosi al puro necessa-
rio e storpiando un po' tanto Zaccheo quanto il giovane che
stende il pallio. La scena dell'ingresso è perciò la meno riu-
scita di tutte le altre della fronte del sarcofago (tav. XIII).
Delle altre sculture nessuna è datata. Soltanto il sarco-
fago di Clcrmont (tav. LXXXXIX, 2) offre nella capiglia-
tura della donna orante, effigiata in mezzo ai principi degli
apostoli, un indizio cronologico precosiantiniano, come venne
già notato da L. von Sybe! ' I.-,- iculture della fronte sono
invero eccellenti: classico <■■ l'atteggiamento di alcune delle
figure; i soggetti, antichi: la risurrezione di Lazzaro con una
delle sorelle in piedi, Marta, senza dubbio; la guarigione della
Emorroissa, che nell'era della pace cedette di solito il posto
alla Cananea, e la yiiariyiune del paralitico. Pur riconoscendo
questi pregi del sarcofago, non possiamo datarlodal III secolo.
Vi si oppone anzitutto la fusione del battesimo di Cornelio
con la scena della prima cattura di s. Pietro. Anche la rappre-
sentazione della defunta fra i due principi degli apostoli ac-
cenna piuttosto all'età della pace. Un indizio tardo è inoltre
il berretto cilindrico dei due soldati dì polizia, che, fra i mo-
numenti di data eerta, apparisce per la prima volta sulle scul-
ture dell' arco trionfale di Costantino, dove lo portano i soldati
del treno e l'imperatore Galctio. Siccome anche l'esecuzione
dei due soggetti delle testate sembra opporsi al tempo pre-
costantiniano, siamo costretti ad assegnare il sarcofago di
Clermont al rinascimento costantiniano. A tale data non si
oppone assolutamente la capigliatura della defunta, che è un
criterio relativo, come vediamo in quella di s. Elena, che si
mantenne nell'arte per tutto il secolo ]v. Ciò corrisponde, del
resto, alla realtà; la suddetta capigliatura era in uso ancora al
tempi di s. Girolamo il quale hiasima quelle femmine i cui
ocapilli vel in frontem, vel in aures defluunt» '. Sul nostro
sarcofago le due scene dell'annunzio e dell'ingresso sono già
fuse. Perciò non sarà troppo azzardato assegnare la loro com-
posizione alla seconda metà incirca del secolo in o al principio
del IV. È infine degno di nota che sul sarcofago di Clermont
la parte,direi principale, e attribuita a Zaccheo: il Signore gli
parla, e dalla mossa di lui possiamo indovinare l'effetto del-
l'annunzio ■■ l'est inans desccndìt... « Anche il giumento, con-
trariamente a tutte le altre rappresentazioni, non
ma sta fermo. Insomma Zaccheo predomina. Alti
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l,p. 165*