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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0153
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Capo 111. - Scene della Passione di Noslro Signore

hanno la forma di pittura in tavola fissata su aste1. Tali
immagini abitiamo già incontrati' nelle scene dei tre fanciulli
che rifiutano di adorare la statuii di Nabucco5.

nella villa ISorghcsc {tao. CU, .

piedi e stonde le mani in atto di supplica verso il Cristo, quasi

per chiedergli scusa e perdono. Questo particolare, rimasto

Del personale che componeva Vofficii

sculture non rappresentai
rione. Quelle avevano la r
e dì mantenere l'ordine,
di lancia e scudo;

suo distintivo. Guardie
il Signore e portano

cilindrico '. Sul sarcofagi! tiri [li
gnore, due soldati con scudo e

le guardie e il ccntu-
di introdurre gli accusati
perciò armati di lancia o
Tece ha il bastone (la vati),

'-■■ -.i .■■■;..!:■ ■ di Militi.

l'elmo, mai il berretto
fratelli, dove manca il Si-
i terzo con un'ampia cla-

5. -L'Assessore.

In nove casi alla destra del preside siede un clamidato,
la cut importanza risulta già dal posto che occupa: e l'asses-
sore, adsessor. Gli assessori erano giureconsulti e fungevano
da consiglieri giuridici degli alti magistrati, con potestà giu-
diziaria. Essi fornivano i necessari schiarimenti, concepivano
la forinola della sementa che i giudici dovevano pronunciare
in iure, ed avevano il diritti 1 di impedire che questi agissero

sappiamo da s. Agostino'1.

Introducendo l'assessore nella scena della comparizione,
l'artista volle conformarla maggiormente alla realtà e, allo
stesso tempo, mettere in piena luce la colpa del preside che,
naturalmente, dovette essere bene informato dall'assessore
sulla innocenza di Cristo. Difatti sul sarcofago dei due fra-
telli tj'tg. JoèV) l'assessore stringe le ginocchia con le mani in-
trecciate, facendo così il gesto del doline più intenso, chia-
mato (rfiipa tw irEvtfcwiTw da S. Basilio'. Questo gesto è
0 anche da s. Gregorio Nisseno', e s. Agostino lo
un gesto più espressivo ancora, quello
di strapparsi i capelli*. Notevole è anche un passo del Mor-
tyriuni si. Quadraginta ttnirtyrttut. dove Satana, trasformatosi
in un uomo, fa il gesto descsjp", erompendo in lamenti per

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Il gesto rito:

■na ancora,

piùo meno esatto, s

u cinque altri

sarcofagi; su tt

e, dove m;

inca l'assessor

e, lo

fa il preside

stesso, per farci

intendere

che condanna

Gesù

a malincuore.

Prevedendo

che, ad onta di tutti gli

sema

rimenti avuti

dall'assessore sulla innoccn

za del Signore.

il preside pronun-

cierà la sentenz

a di morte

, sul sarcofago

zie

ano, spezzato

6. - Il Giudice.

Il fatto che il giudice pronunciava la sentenza in vece
dell'imperatore — » sacra vice iudicat > — ci spiega perche
il preside e rappresentato cogli abiti e cogli attributi impe-
riali, cioè prima colla corona d'alloro, poi col diadema gem-
mato in testa. Sul sarcofago dei due fratelli è vestito alla
eroica, coi piedi nudi. Ad eccezione del sarcofago delle
Grotte vaticane (tav. XII, $), egli volge la testa sempre da
una parte, come se non avesse il coraggio di guardare Nostro
Signore in faccia. Qui ed in altri due casi il Cristo non guarda
il preside, bensì da una parte, dove si suppone il popolo tu-
multuante (lavo. XXXIII, 3; CXXXVII, ;). Pilato, di so-
lito indeciso, non sa che partito prendere; egli porta la sinistra
alla guancia, colla destra stringe il paludamento. Solo sul
sarcofago 174 ha già pronunciato la sentenza iniqua: il servo
gli versa l'acqua sulla destra. "Videns autem Pilatus, quia
nihil proficeret, sed niagis lumultus (ìeret, accepta aqua lavit
manus coram populo, diccns: Innocens ego sum a sanguine
iusti huius; vos videritis ■ '". A causa del grande numero,
il popolo non è mai rappresentato; lo spettatore ha quindi
sempre da supplirlo.

I 11:1 menzione speciale merita, sotti) questo riguardo, la
scultura del sarcofago di Giunto Basso (tav. XIII): Pilato
fissa ivi, con una espressione quasi sdegnosa e provocatrice,
qualcuno che si suppone stargli davanti, gli Ebrei senza dub-
bio, i quali, sulle miniature dei codice di Rossano, chiedono
imperiosamente la crocifissione di Gesù. Il contegno minac-
cioso degli Ebrei la impressione sul procuratore. Quantun-
que gli sia noto, «quod per invidiam tradidissent curo » ",
quantunque sia persuaso della innocenza di Gesù, egli cederà
agli accusatori: « Et Pilatus adiudicavit fieri petitionem co-
rum » '"'. Con tutto ciò, temendo che gli Ebrei possano
targli un malaugurio, da pagano che è, cerca di scongiurarlo
con un gesto apotropaico, ■ le corna ■>, come suol dire il
polo, presso cui II gesto è tutl'ora in uso, colla differenza
però che Pilato lo fa con tre dita, non con due, ■ porrectis
trihus digitis ».

S. Agostino, da cui sono prese queste ultime parole, atte-
sta tale superstizione, dove ricorda come nel foro della città
natale erano collocate due statue di Marte, l'una nuda, l'altra
armata e, di contro, la statua d'un uomo che faceva quel
gesto per paralizzare l'intiusso funesto di quel ■'demonio»:
1 ut in isto foro recordarcr esse in duobus simulacris unum
Martem nudimi, alternili armatimi, quorum daemonium in-

.: Ma.:

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t, Aàaum in Pauly-Wiss
 
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