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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 2.1878

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Bertolotti, Antonino: Artisti subalpini in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, [2]: appendice
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https://doi.org/10.11588/diglit.11247#0183

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176

ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

Il Zani, come già notai, registrò due Carosi o Carosci :
Gio. Ant. e G. B. genovesi, che avrebbero operato dal 1618
al 1650.

Il Lanzi e l'Orlando non ne fanno parola. Il Titi fa co-
noscere che le pitture della cupola di una cappella nella
chiesa di S. Rocco sono del figlio di Antonio Carosi Geno-
vese. Non so se si tratti di G. B. oppure di un Tommaso
Garrosio o Carrozio pittore sconosciuto, che nel 1682 trovo
ferito al labbro superiore per caduta da un carretto. Abi-
tava in casa di un pittore in via Condotti vicino a monsi-
gnor Altieri (1).

In un processo del 1631 trovo accennato un prete genovese
che pare, se non artista, dilettante o raccoglitore di quadri.

« Il reverendo D. Giovanni Stefano Roccatagliata del de-
funto Nicolao genovese, abitante in via Ferratina, hauendo
una quantità di quadri vendette a certo Valguarnero un
ovatino in rame con una Venere, un puttino et un satiro
di Annibale Caracci per scudi 10.

« Un giuditio di Salomone di mano de Valentino con la
sua cornice dorata. /

« Un quadrettino di un re Mida con altra figurina ignuda
con la sua cornice di monsu Posin.

« Una copia della favola del re Mida.

« Ebbe un diamante e monete stimate il primo scudi 100
da Biagio Francese gioielliere al Peregrino » (2).

Non trovo in nessun abecedario pittorico, nè nel Lanzi,
cenni di Pietro De Gubernatis, di cui rinvenni più partite,
nelle quali però non è mai accennata la sua patria. Poiché
più tardi il Piemonte ebbe un pittore ben noto di tale co-
gnome, e poi per esser questo tuttodì ben rappresentato,

(1) Liber Barber. 1631-2, fol. 132.

(2) Protocollo di Processi dell'anno 1635 N. 305, fol. 62-4.
 
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