ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
Ma in questa faccenda del trascrivere occorre anche mo-
destia e discrezione.
Ed alla fin fine quale merito straordinario, per chi ha
tempo e commodi, frequentare le sale di un archivio, va-
lersi della cortese perizia degli uffiziali che lo reggono, e
delle indicazioni faticosamente adunate negli Indici; per farvi
pesca di documenti non ancora pubblicati , e metterli fuori
alla rinfusa, pur di formarne volumi; e poi sclamare con
entusiasmo Archimedeo: novità, novità; maravigliate ed e-
ruditevi quia venit propheta magnasi
Ammaestrato dalla sperienza e persuaso dei miei doveri,
cercherò io di non dare che documenti d'importanza; per
dimostrare, contro ad opinioni preconcette, che anche nella
patria nostra fiori e si protesse l'arte, e che ne furono splen-
didi amatori i principi della dinastia Sabauda.
Poco soggiungo sui documenti che ora traggo in luce.
Quelli numerati dall'I al X sono lettere al Duca Emanuele
Filiberto scrittegli da Roma, per acquisti d'arte, dal cano-
nico Orazio Muti, e dai due fratelli carmagnolesi Filippo
ed Agostino Bucci.
Farei ingiuria alla erudizione di chi mi legge se ripetessi
notizie divolgate sui Bucci, notissimi nelle storie»nostre. In-
vece è necessario dire del Muti (i). Primo di questo casato
(1) Questa famìglia, per qualche tempo, fece parte del nostro patriziato
e non se ne scrisse che incompiutamente e confusamente in libri, prima
stampati che studiati. Per chiarezza ne dò un alberetto genealogico :
CARLO
ORAZIO
FABRIZIO
ONOFRIO
MICHELANGELO
GIAMBATTISTA
ONOFRIO
GIACOMO
nel 1659 vende il
feudo ai Villa.
Ma in questa faccenda del trascrivere occorre anche mo-
destia e discrezione.
Ed alla fin fine quale merito straordinario, per chi ha
tempo e commodi, frequentare le sale di un archivio, va-
lersi della cortese perizia degli uffiziali che lo reggono, e
delle indicazioni faticosamente adunate negli Indici; per farvi
pesca di documenti non ancora pubblicati , e metterli fuori
alla rinfusa, pur di formarne volumi; e poi sclamare con
entusiasmo Archimedeo: novità, novità; maravigliate ed e-
ruditevi quia venit propheta magnasi
Ammaestrato dalla sperienza e persuaso dei miei doveri,
cercherò io di non dare che documenti d'importanza; per
dimostrare, contro ad opinioni preconcette, che anche nella
patria nostra fiori e si protesse l'arte, e che ne furono splen-
didi amatori i principi della dinastia Sabauda.
Poco soggiungo sui documenti che ora traggo in luce.
Quelli numerati dall'I al X sono lettere al Duca Emanuele
Filiberto scrittegli da Roma, per acquisti d'arte, dal cano-
nico Orazio Muti, e dai due fratelli carmagnolesi Filippo
ed Agostino Bucci.
Farei ingiuria alla erudizione di chi mi legge se ripetessi
notizie divolgate sui Bucci, notissimi nelle storie»nostre. In-
vece è necessario dire del Muti (i). Primo di questo casato
(1) Questa famìglia, per qualche tempo, fece parte del nostro patriziato
e non se ne scrisse che incompiutamente e confusamente in libri, prima
stampati che studiati. Per chiarezza ne dò un alberetto genealogico :
CARLO
ORAZIO
FABRIZIO
ONOFRIO
MICHELANGELO
GIAMBATTISTA
ONOFRIO
GIACOMO
nel 1659 vende il
feudo ai Villa.