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DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

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due sono ora nel museo di Vienna e vengono da Pettau (Poe-
tovio nella Pannonia superiore) T. Cotesti monogrammi votivi
non sono stati fatti per essere appesi ; ma furono sorretti cia-
scuno da un piede o breve asta, che dal piombo superstite nel
primo dei due si argomenta essere stati impernati ed infissi so-
pra una base di pietra. Il primo porta un giglio sulla som-
mità del suo cerchio: il secondo ha due braccia che sporgono
ai lati del cerchio e sorreggono altrettanti gigli. Ognuno vede,
che questi sono candelabri votivi : e 1' uso dei gigli in siffatti
utensili fu tanto solenne, che frequentissima è la menzione di
lilia argentea e d' altri metalli tra i doni fatti alle chiese 2.
Flavio Valila , del quale tanto ho parlato nella dissertazione
precedente , alla chiesa da lui fondata nella massa Cornuziana
fra cento altri utensili della suppellettile sacra die anche Ulta
aerea duo 3.

Di questo genere di candelabri cristiani notabile campione
sono i due votivi del museo di Vienna. Essi furono trovati nel 1858,
e i primi editori li hanno creduti ornamenti di sepolcri. Non cono-
sco esempio veruno di siffatto modo di decorazione e d'onore sepol-
crale. Vero è, che sappiamo essere stati accesi ceri, come ogni altra
maniera di lucerne, ad onore delle singole tombe nei cimiteri. Ma
la forinola assoluta VOTVM PVSINNIO POSVIT, simile a quella
del donarlo trovato in Transilvania EGO ZENOVIVS VOTVM
POSVI, assai meglio si addice a candelabro donato ad alcun san-
tuario di martiri, che a qualsivoglia sepolcro di un fedele non
onorato di culto solenne. Ne valgono a persuadere il contrario
i pochi epitaffi allegati dal eh. Mtìnz \ ne'quali si legge voto

1 Knabl, Miltheilungen des kìstorischen Vereins fur Sleyermark, 1859
p. 93-95: Kenner, Beitràge su einer Ghronik der archaologischen fiiìide in
der osterreichischen Monarchie, Wien 1860 p. 47.

2 V. Du Cange, Gloss. med. latin, v. Lilium.

s V. la carta Cornuziana da me citata sopra a pag. 24 nota 1.
>> Archaologische Bemerkungen iiber das Kreuz etc. (aus dm Annalen
des V. fur nassauische Alterthumskunde T. Vili) p. 34-39.
 
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