76
BULLETT1N0
Gli atti, cui dai critici è stata sempre concessa molta an-
tichità ed un buon sapore di verità, sono il solo documento che
ci dà notizie storiche e cronologiche sui sette fratelli tiburtini
e sul loro sepolcro '. S. Sinforosa ed i suoi figli quivi sono
assegnati ai tempi di Adriano che li fece perire; la madre nel-
l'Amene, i figliuoli presso il tempio di Ercole. Queste indica-
zioni dalla storia e dalle notizie topografiche dell'antico territorio
tiburtiuo potranno essere a suo luogo egregiamente spiegate e
chiarite. Ora riferirò soltanto il passo, che riguarda la sepoltura
fatta sulla via tiburtina: Post hoc quievit perseculio......in
quo spatio omnium martyrum honorala sunt corporei, et con-
structis tumulis condita cum omni diligentia. Dal quale passo
e dal contesto degli atti si vede che dopo il martirio ed una
tumultuaria deposizione dei corpi, per le reliquie di tutto il
gruppo furono edificati sepolcri ove con somma cura esse furono
riposte. Siffatta testimonianza è confermata dalla scoperta, della
quale ecco la narrazione fedele.
Al Bosio non isfuggì che la memoria sepolcrale di s. Sin-
forosa dovea ricercarsi al nono miglio della Tiburtina. Il grande
scopritore recatosi sul luogo, quivi osservò le rovine di una
chiesa. Un prezioso indizio venne a convalidare ciò che le notizie
topografiche aveangli insegnato; il luogo a' suoi tempi conservava
il nome a sette fratte. JSfiun dubbio adunque che ivi appunto
fosse la memoria dei septem fratres e della loro madre Sinforosa \
li la denominazione volgare corrotta è un'eco eloquente di quella
che anticamente designava il santuario dei martiri tiburtini.
Nell'antico linguaggio cristiano i santuarii erano designati colla
forinola ad sanctum Januarium, ad sanctam Felicitatevi, e
simili: e così anche nell'uso liturgico erano indicate le stazioni
solenni ai sepolcri dei martiri \ Per siffatta ragione è chiaro.
1 V. Ruinart, Ada sincera ed. Amstel. 171.1 p, 23.
- Bosio, Roma sott. p. 401.
» V. de Rossi, Roma sott. T. I pag. 131, 243 e Bull. 1863 p. 41.
BULLETT1N0
Gli atti, cui dai critici è stata sempre concessa molta an-
tichità ed un buon sapore di verità, sono il solo documento che
ci dà notizie storiche e cronologiche sui sette fratelli tiburtini
e sul loro sepolcro '. S. Sinforosa ed i suoi figli quivi sono
assegnati ai tempi di Adriano che li fece perire; la madre nel-
l'Amene, i figliuoli presso il tempio di Ercole. Queste indica-
zioni dalla storia e dalle notizie topografiche dell'antico territorio
tiburtiuo potranno essere a suo luogo egregiamente spiegate e
chiarite. Ora riferirò soltanto il passo, che riguarda la sepoltura
fatta sulla via tiburtina: Post hoc quievit perseculio......in
quo spatio omnium martyrum honorala sunt corporei, et con-
structis tumulis condita cum omni diligentia. Dal quale passo
e dal contesto degli atti si vede che dopo il martirio ed una
tumultuaria deposizione dei corpi, per le reliquie di tutto il
gruppo furono edificati sepolcri ove con somma cura esse furono
riposte. Siffatta testimonianza è confermata dalla scoperta, della
quale ecco la narrazione fedele.
Al Bosio non isfuggì che la memoria sepolcrale di s. Sin-
forosa dovea ricercarsi al nono miglio della Tiburtina. Il grande
scopritore recatosi sul luogo, quivi osservò le rovine di una
chiesa. Un prezioso indizio venne a convalidare ciò che le notizie
topografiche aveangli insegnato; il luogo a' suoi tempi conservava
il nome a sette fratte. JSfiun dubbio adunque che ivi appunto
fosse la memoria dei septem fratres e della loro madre Sinforosa \
li la denominazione volgare corrotta è un'eco eloquente di quella
che anticamente designava il santuario dei martiri tiburtini.
Nell'antico linguaggio cristiano i santuarii erano designati colla
forinola ad sanctum Januarium, ad sanctam Felicitatevi, e
simili: e così anche nell'uso liturgico erano indicate le stazioni
solenni ai sepolcri dei martiri \ Per siffatta ragione è chiaro.
1 V. Ruinart, Ada sincera ed. Amstel. 171.1 p, 23.
- Bosio, Roma sott. p. 401.
» V. de Rossi, Roma sott. T. I pag. 131, 243 e Bull. 1863 p. 41.