BULLETTINO DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
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PISSIDE EBURNEA CARTAGINESE
SULLA QUALE È EFFIGIATO GESÙ CRISTO
DISTRIBUENTE I PANI MOLTIPLICATI
Il sig. comm. Chiellini, direttore del museo civico di Livorno,
acquistò nei passati anni una pisside circolare eburnea trovata in
Cartagine ed indi portata per mare alle nostre spiagge da un ope-
raio Livornese reduce in patria..
Il eli. amico p. Leopoldo de Feis Barnabita me ne die' avviso
nel 1890; spronandomi a divulgare ed illustrare questo cimelio
nel mio Bullettino di cristiana archeologia. Imperocché egli tosto
s'avvide essere effigiata su quell'avorio una scena alludente alla
miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci narrata negli evan-
geli; non però secondo il tipo consueto dell'antica arte cristiana,
ma in foggia al tutto nuova e singolare. Poi me ne inviò la fo-
tografia in piccole dimensioni. Ma apprendendo dalle mie lettere,
che molte particolarità delle figure mi apparivano incerte nell'im-
magine fotografica, ebbe la gentile cura di farmene delineare sotto
la sua direzione un disegno accuratissimo grande al vero dal
nobile giovane convittore del collegio fiorentino alla Querce, mar-
chese G. Nembrini Gonzaga di Ancona. Ringraziando ora pubbli-
camente ambedue di tanta cortesia, debbo però rendere speciali
azioni di grazie al fortunato possessore dell'insigne cimelio; alle
cui generose cure e dispendi dobbiamo, che (oltre i bronzi ed i
fittili delle età arcaica, etnisca e romana da lui scavati esplo-
rando il suolo della vetusta Turrita e donati al museo di Livorno)
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PISSIDE EBURNEA CARTAGINESE
SULLA QUALE È EFFIGIATO GESÙ CRISTO
DISTRIBUENTE I PANI MOLTIPLICATI
Il sig. comm. Chiellini, direttore del museo civico di Livorno,
acquistò nei passati anni una pisside circolare eburnea trovata in
Cartagine ed indi portata per mare alle nostre spiagge da un ope-
raio Livornese reduce in patria..
Il eli. amico p. Leopoldo de Feis Barnabita me ne die' avviso
nel 1890; spronandomi a divulgare ed illustrare questo cimelio
nel mio Bullettino di cristiana archeologia. Imperocché egli tosto
s'avvide essere effigiata su quell'avorio una scena alludente alla
miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci narrata negli evan-
geli; non però secondo il tipo consueto dell'antica arte cristiana,
ma in foggia al tutto nuova e singolare. Poi me ne inviò la fo-
tografia in piccole dimensioni. Ma apprendendo dalle mie lettere,
che molte particolarità delle figure mi apparivano incerte nell'im-
magine fotografica, ebbe la gentile cura di farmene delineare sotto
la sua direzione un disegno accuratissimo grande al vero dal
nobile giovane convittore del collegio fiorentino alla Querce, mar-
chese G. Nembrini Gonzaga di Ancona. Ringraziando ora pubbli-
camente ambedue di tanta cortesia, debbo però rendere speciali
azioni di grazie al fortunato possessore dell'insigne cimelio; alle
cui generose cure e dispendi dobbiamo, che (oltre i bronzi ed i
fittili delle età arcaica, etnisca e romana da lui scavati esplo-
rando il suolo della vetusta Turrita e donati al museo di Livorno)
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