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Bullettino di archeologia cristiana — 5.Ser. 2.1891

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Nr. 3,4
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Coperchio di sarcofago rinvenuto presso Ravenna: con scultura effigiante una croce cereofora
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https://doi.org/10.11588/diglit.18557#0126

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DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

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ma milites portantes vexilla. I lessici della latinità classica e
di quella del medio evo ninna testimonianza registrano di antichi
scrittori, che al vocabolo draconarius abbiano dato mai altro senso,
se non quello di milite portante la notissima insegna appellata
draco e dracones 1. Io posi nel museo epigrafico Pio-Lateranense
nella classe dei milites (XII, 14) ]'epitafio cristiano di Koma
d'un BANTIO DRACONARIVS : nè alcuno ha dubitato mai,
se non si debba piuttosto che un milite riconoscervi un chierico 2.
Chi primo abbia affermato o solo congetturato, che lo stauroforo
sia stato appellato draconarius, ora non saprei dirlo. Certo è però,
che gli autori moderni, i quali ciò ricopiano a chiusi occhi l'uno
dall'altro, pendono tutti in prima origine dal Pelliccia, De Christ.
ecclesiae politia lib. IV, 2, 3 3 ; il quale niuna prova adduce
della sua affermazione. Egli riferisce. soltanto le parole di Giona
vescovo di Orleans nel secolo IX dal libro II De cultu imaginum,,
relative al labaro constan tini ano: (ConstoMtinum) labarum, qnem
dicunt Draconem, in speciem crucis dominicae exaptasse. Indi
il Pelliccia deduce : quamobrem clerìcus, qui crucis signum in
supplicatione ferebat, Draconarii nomine merito appellabatur.
Ma ciò nè il prelodato Giona nè alcun altro scrittore ecclesia-
stico disse mai ; per quanto è a notizia mia e dei lessicografi e
del medesimo Pelliccia, che niuna testimonianza cita di sì franca
asserzione.

1 Vedi intorno a questo punto il commento del Valesio ad Ammiano
Marcellino, XVI, 10, 7.

2 Y. Kellermann, Vigiles p. 42; Orelli-Henzen n. 6812 e nelYfiph.
ep. IV p. 351 n. 919.

3 Ed. Bassani 1782 II p. 126 e segg.
 
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