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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 4.1876

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Visconti, Pietro Ercole: Cneo Domizio Ahenobarbo
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https://doi.org/10.11588/diglit.10817#0101
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ARCHEOLOGICA MUNICIPALE

01

l'Ahenobarbo aveva nella fuga lasciato. E volendo pure diminuire
la bruttezza di quel suo fatto, specialmente in uomo stato da lui
restituito alla vita e alle dignità, ripeteva: Cneo Domizio essersi a
quel partito condotto per impazienza del vivere separato da una
Servilia Naide, sua amica, della quale era perdutamente acceso.
Ma l'Ahenobarbo morì poco dopo, ridotto al termine de' suoi
giorni, come si disse, dalla malattia, che lo consumava da alcun
tempo.

Uomo per molti titoli degno di morire in altro modo ed
in altro luogo. Perchè venne ad estinguersi in mezzo a coloro,
che aveva sempre combattuto come nemici della patria, colla
nota di tradimento e senza luce alcuna di generosa azione o
di forte.

11 ritratto di franca e larga esecuzione, che ne abbiamo
adesso ritrovato, si conforma al suo carattere istorico. Per quanto
dalla fisonomia e dall'aria del volto, può farsi giudizio dell'in-
dole di un uomo, si palesa in quel volto la severa abitudine
dell' assuluto comando e quella fierezza, che lo fece superiore
agli eventi irresistibili, fra i quali finì la libertà di Soma, della
quale ebbe lode di essere uno degli ultimi propugnatori e sostegni.

Credo, che questa testa ed un altra, che si trova fra le in-
cognite del Museo Capitolino (nella Camera delle Colombe) e
che pure lo rappresenta, fossero scolpite nell' impero di Nerone,
per onorare la memoria di chi tanto aveva mantenuto la gloria
della famiglia de' Domizii Ahenobarbi, ch'era la naturale e pro-
pria di esso Nerone.

P. E. V.
 
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