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BOLLETTINO DELLA COMMISSIONE
loro singolarità prendo ad illustrare con questo scritto. Di
quelle che forse vi si ritrovarono, quando vi si fecero scavi in
tempo da noi più rimoto, non abbiamo alcuna notizia.
Se ne ritrovano similmente nei luoghi dove furono pubbliche
taverne nelle quali costumavasi di consumare il tempo fra le
gozzoviglie ed il giuoco, al quale spesso seguivano contese e
risse, alle quali perciò talora alludono le iscrizioni stesse delle
tavole, ed ora ce lo mostrano due dipinti recentemente scoperti
in una taberna di Pompei, nei quali si vedono da una parte
due giuocatori ad una tavola, non dissimile dalle nostre, che
cominciano ad altercare, e dall'altra, sorti in piedi, sì fortemente
contendono che l'oste gli discaccia a rissare in mezzo alla via
(Fiorelli Notizie degli scavi 1876 p. 193 tav. VI). Che Eoma
però ne fosse piena dovunque, ce lo mostra il grande numero
clic ce ne ritornano gli scavi in ogni parte della città, sicché
ne potei già numerare molto più di un centinaio, e si rafferma
quello che già si sapeva del grande amore che i Komani ave-
vano pei giuochi aleatori, ch'erano poi la loro maggior cura nel
tempo specialmente dei Saturnali (Marziale IV 14).
Queste tavole sono quasi sempre di marmo, e spesso, non
che scolpite, sono rozzamente graffite. Appartengono a sei giuochi
diversi e quasi tutti aleatori ; in alcuni di essi però la sorte
tratta coi dadi accoppiavasi coll'arte nel modo di collocare e
muovere le tessere, ma poiché queste non hanno iscrizioni, che
come quelle del Castro Pretorio, colla loro disposizione e col
numero delle, lettere, servissero al giuoco, dirò soltanto di quelle
che ne sono fornite, e che essendo in maggior numero ci mani-
festano che il giuoco che si faceva con esse era il più usato
e comune.
La forma di queste tavole è sempre la medesima in tutte.
Vi si veggono tre linee orizzontali, egualmente distanti 1' una
dall'altra, ciascuna delle quali ha dodici segni, sicché questi in
tutto aggiungono a trentasei. I segni variano secondo le tavole;
BOLLETTINO DELLA COMMISSIONE
loro singolarità prendo ad illustrare con questo scritto. Di
quelle che forse vi si ritrovarono, quando vi si fecero scavi in
tempo da noi più rimoto, non abbiamo alcuna notizia.
Se ne ritrovano similmente nei luoghi dove furono pubbliche
taverne nelle quali costumavasi di consumare il tempo fra le
gozzoviglie ed il giuoco, al quale spesso seguivano contese e
risse, alle quali perciò talora alludono le iscrizioni stesse delle
tavole, ed ora ce lo mostrano due dipinti recentemente scoperti
in una taberna di Pompei, nei quali si vedono da una parte
due giuocatori ad una tavola, non dissimile dalle nostre, che
cominciano ad altercare, e dall'altra, sorti in piedi, sì fortemente
contendono che l'oste gli discaccia a rissare in mezzo alla via
(Fiorelli Notizie degli scavi 1876 p. 193 tav. VI). Che Eoma
però ne fosse piena dovunque, ce lo mostra il grande numero
clic ce ne ritornano gli scavi in ogni parte della città, sicché
ne potei già numerare molto più di un centinaio, e si rafferma
quello che già si sapeva del grande amore che i Komani ave-
vano pei giuochi aleatori, ch'erano poi la loro maggior cura nel
tempo specialmente dei Saturnali (Marziale IV 14).
Queste tavole sono quasi sempre di marmo, e spesso, non
che scolpite, sono rozzamente graffite. Appartengono a sei giuochi
diversi e quasi tutti aleatori ; in alcuni di essi però la sorte
tratta coi dadi accoppiavasi coll'arte nel modo di collocare e
muovere le tessere, ma poiché queste non hanno iscrizioni, che
come quelle del Castro Pretorio, colla loro disposizione e col
numero delle, lettere, servissero al giuoco, dirò soltanto di quelle
che ne sono fornite, e che essendo in maggior numero ci mani-
festano che il giuoco che si faceva con esse era il più usato
e comune.
La forma di queste tavole è sempre la medesima in tutte.
Vi si veggono tre linee orizzontali, egualmente distanti 1' una
dall'altra, ciascuna delle quali ha dodici segni, sicché questi in
tutto aggiungono a trentasei. I segni variano secondo le tavole;