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BOLLETTINO DELLA COMMISSIONE
Così la diligente perseveranza della Commissione avea da
ultimo il suo premio; e poteasi registrare un altro di que' fatti,
cui accenna il sig. cav. Augusto Castellani nel proemio della sua
interessante Memoria sul carro sacro, da lui ricomposto e donato
al Comune di Eoma, impressa nelle pagine precedenti. Una nuova
statua risorgea come per incanto dalle sparse sue membra. Il
Cupidine di Centocelle si potea contemplare in tutta la grazia
della sua persona, e passava ad arricchire la nuova sala delle
sculture aggiunta al museo capitolino.
La statua di cui trattiamo — se ne vegga alla Tav. XVI la
esatta riproduzione in fototipia — è scolpita in marmo greco, ed
ha l'altezza di m. 1,55, non compresa la pianta: il che vuol dire
eh' è d1 un vero alquanto vantaggioso, secondo la persona di un
adolescente. Le poche parti di cui mancava, e che furono sup-
plite di stucco, sono le seguenti:
La mano dritta, con l'estremità dell'arnese più sopra indi-
cato, il quale venne riconosciuto per un plettro; mentre, siccome
dicemmo, la parte posteriore di esso è antica, e aderente al braccio.
Quasi tutto il braccio sinistro, cioè, incominciando dal del-
toide, fino a tutta la mano. La lira eziandio è di ristauro, come
lo è del pari quasi tutta la pianta del simulacro — mentre poi
antico per intero è il tronco, che serve di appoggio alla figura,
dal quale pende un turcasso.
Venendo ora a dar conto del ristauro, eseguito con lode
dal sig. Giacomo Cerulli, non ha dubbio che questo venisse prin-
cipalmente motivato da quella porzione di arnese, che restava
aderente alla mano dritta, e che senza molta esitazione fu rav-
visato per un plettro, vale a dire, per quell'istrumento di cui
si serviano gli antichi citaredi a percuotere le corde colla destra,
mentre intanto le batteano, o poteano almeno batterle, anche colle
dita della mano sinistra '. Tal'era, in effetto, una delle forme
1 Si vegga, per esempio, nella nostra Tav. XVII, la fig. 4.
BOLLETTINO DELLA COMMISSIONE
Così la diligente perseveranza della Commissione avea da
ultimo il suo premio; e poteasi registrare un altro di que' fatti,
cui accenna il sig. cav. Augusto Castellani nel proemio della sua
interessante Memoria sul carro sacro, da lui ricomposto e donato
al Comune di Eoma, impressa nelle pagine precedenti. Una nuova
statua risorgea come per incanto dalle sparse sue membra. Il
Cupidine di Centocelle si potea contemplare in tutta la grazia
della sua persona, e passava ad arricchire la nuova sala delle
sculture aggiunta al museo capitolino.
La statua di cui trattiamo — se ne vegga alla Tav. XVI la
esatta riproduzione in fototipia — è scolpita in marmo greco, ed
ha l'altezza di m. 1,55, non compresa la pianta: il che vuol dire
eh' è d1 un vero alquanto vantaggioso, secondo la persona di un
adolescente. Le poche parti di cui mancava, e che furono sup-
plite di stucco, sono le seguenti:
La mano dritta, con l'estremità dell'arnese più sopra indi-
cato, il quale venne riconosciuto per un plettro; mentre, siccome
dicemmo, la parte posteriore di esso è antica, e aderente al braccio.
Quasi tutto il braccio sinistro, cioè, incominciando dal del-
toide, fino a tutta la mano. La lira eziandio è di ristauro, come
lo è del pari quasi tutta la pianta del simulacro — mentre poi
antico per intero è il tronco, che serve di appoggio alla figura,
dal quale pende un turcasso.
Venendo ora a dar conto del ristauro, eseguito con lode
dal sig. Giacomo Cerulli, non ha dubbio che questo venisse prin-
cipalmente motivato da quella porzione di arnese, che restava
aderente alla mano dritta, e che senza molta esitazione fu rav-
visato per un plettro, vale a dire, per quell'istrumento di cui
si serviano gli antichi citaredi a percuotere le corde colla destra,
mentre intanto le batteano, o poteano almeno batterle, anche colle
dita della mano sinistra '. Tal'era, in effetto, una delle forme
1 Si vegga, per esempio, nella nostra Tav. XVII, la fig. 4.