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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 8.1880

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Ghirardini, Gherardo: Di una statua arcaica dell'Aventino e d'alcune serie di sculture affini, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13202#0139
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e d'alcune serie di sculture affini

DI UNA STATUA ARCAICA DALL'AVENTINO
E D'ALCUNE SERIE DI SCULTURE AFFINI.

(continuazione o fine)
III.

/ rifacimenti e le imitazioni del tipo
nel periodo romano.

« L'archeologo deve guardare le copie delle sculture greche
col medesimo occhio, come il filologo i codici di un autore » '.
Il paragone imaginato dal Brunii è per fermo assai acconcio ed
efficace. Ci ha, è vero, tra queste due cose qualche differenza :
prima, che il filologo, il quale ha dinanzi varie famiglie di mano-
scritti, ha sempre da fare con recensioni di un tempo assai tardo
e lontano da quello cui spetta l'opera dell'autore; là dove al-
l'archeologo interviene talvolta di poter mettere addirittura a
riscontro delle copie le opere greche originali, come è il caso
nostro; onde ci può molto facilmente scorgere ciò che è proprio
ad essi, e ciò che fu aggiunto, o tralasciato, o mutato dalle mani
del riproduttore. In secondo luogo vi è appena bisogno di os-
servare di quanto l'opera di un trascrittore di testi differisca
da quella dell'artista, il quale nel proporsi la ripetizione di
un' opera fatta in altri tempi, sia che volesse stare fedele all'ori-
ginale, sia che volesse modificarlo, esercitava sempre la sua fa-
coltà inventiva e ci tramandava monumenti, che segnano essi
medesimi altrettante nuove fasi nello svolgimento della pla-
stica antica. Ma il Brami recando il paragone de' codici voleva
insistere massimamente su ciò , che in quanto alle riprodu-
zioni delle sculture si studino con diligenza i rapporti in cui

' Ann. 1879 p. 221.

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