raccolti nei musei comunali
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tevano sottrarsi all' indirizzo comune degli studi. Così, mentre
Visconti di continuo — ed eventualmente Ghirardini, Brizio ed
altri — si occupavano principalmente dei rinvenimenti che inte-
ressavano la storia dell' arte, Lanciani schizzava in numerose
schede piante e sezioni dei monumenti che venivano alla luce,
raccogliendo il materiale pubblicato poi nella sua Forma Urbis ;
ma i cocci, i minuti frammenti di bronzi e della restante sup-
pellettile che il piccone strappava dagli strati più profondi tra
il vergine, in gran parte andavano con le terre agli scarichi. A
Leone Nardoni spetta il merito di avere per il primo apprezzato
la importanza dell'umile materiale che dagli archeologi in ge-
nerale non era tenuto in gran conto : e visitando personalmente
i cantieri di sterro, rastrellando la terra con una piccozza che
egli conservò gelosamente per tutta la vita, ed eccitando i terraz-
zieri a raccogliere quegli umili oggetti del sottosuolo per averne
una retribuzione, incominciò a formare una importante colle-
zione di antichità. Non pago di ciò, egli pubblicò alcune interes-
santi notizie intorno ai dati di scavo relativi al materiale rac-
colto le quali ebbero il vantaggio di attrarre l'attenzione dei
dotti e di provare che lo studio di queste umili suppellettili
poteva avere importanza. Siccome le scoperte stesse avvenivano
generalmente in aree di proprietà pubblica, così gli oggetti paleo-
etnologici spettavano pur essi al demanio pubblico o municipale.
Di ciò dovettero tener conto i membri della Commissione ar-
cheologica, i quali sentirono il dovere di frenare la incetta che
ne faceva il Nardoni; ne venne per conseguenza che essi me-
desimi incominciassero a loro volta a tener conto anche di queste
umili scoperte ed a conservare il relativo materiale, gettaado
così le basi delle collezioni paleoetnologiche capitoline.
Da principio la raccolta continuò a compiersi come per l'in-
nanzi dal Nardoni; soltanto si prevennero e si sorvegliarono i ter-
(*) Cfr, soprattutto Narducci, Di alcuni oggetti di epoca arcaica rin-
venuti in Roma, nel Buonarroti 1874.
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tevano sottrarsi all' indirizzo comune degli studi. Così, mentre
Visconti di continuo — ed eventualmente Ghirardini, Brizio ed
altri — si occupavano principalmente dei rinvenimenti che inte-
ressavano la storia dell' arte, Lanciani schizzava in numerose
schede piante e sezioni dei monumenti che venivano alla luce,
raccogliendo il materiale pubblicato poi nella sua Forma Urbis ;
ma i cocci, i minuti frammenti di bronzi e della restante sup-
pellettile che il piccone strappava dagli strati più profondi tra
il vergine, in gran parte andavano con le terre agli scarichi. A
Leone Nardoni spetta il merito di avere per il primo apprezzato
la importanza dell'umile materiale che dagli archeologi in ge-
nerale non era tenuto in gran conto : e visitando personalmente
i cantieri di sterro, rastrellando la terra con una piccozza che
egli conservò gelosamente per tutta la vita, ed eccitando i terraz-
zieri a raccogliere quegli umili oggetti del sottosuolo per averne
una retribuzione, incominciò a formare una importante colle-
zione di antichità. Non pago di ciò, egli pubblicò alcune interes-
santi notizie intorno ai dati di scavo relativi al materiale rac-
colto le quali ebbero il vantaggio di attrarre l'attenzione dei
dotti e di provare che lo studio di queste umili suppellettili
poteva avere importanza. Siccome le scoperte stesse avvenivano
generalmente in aree di proprietà pubblica, così gli oggetti paleo-
etnologici spettavano pur essi al demanio pubblico o municipale.
Di ciò dovettero tener conto i membri della Commissione ar-
cheologica, i quali sentirono il dovere di frenare la incetta che
ne faceva il Nardoni; ne venne per conseguenza che essi me-
desimi incominciassero a loro volta a tener conto anche di queste
umili scoperte ed a conservare il relativo materiale, gettaado
così le basi delle collezioni paleoetnologiche capitoline.
Da principio la raccolta continuò a compiersi come per l'in-
nanzi dal Nardoni; soltanto si prevennero e si sorvegliarono i ter-
(*) Cfr, soprattutto Narducci, Di alcuni oggetti di epoca arcaica rin-
venuti in Roma, nel Buonarroti 1874.
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