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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 40.1912

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Cantarelli, Luigi: Gli utricularii
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https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0240
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GLI UTHICULABII (>).

(Tav. Xi

Si è disputato a lungo, e si disputa ancora, sulla corpora-
zione romana degli utricularii di cui fanno menzione le lapidi
della Gallia (2) e quelle della Dacia (3). Hanno detto alcuni, tra
i quali il padre Menestrier (Prépar. à l'hist. de Lyon, pag. 33),
gli utricularii essere stati negozianti di vini e di liquori che si
trasportavano nelle otri; Sertorio Orsato (De not. Rom. comm.
in Graevii Thes., XI, 710) credeva fossero sonatori di corna-
musa o fabbricanti di questo strumento musicale; altri so-
stengono che gli utricularii fossero una specie di canottieri, i

(') Degli utricularii scrissi una prima volta nel Bulletin épigra-
phique de la Gaule, III (1883), pag. 232-233; ritorno ora sull'argomento
con nuove osservazioni, alcune delle quali pubblicai già incidentalmente a
proposito di una recensione nella Rivista per le Scienze giuridiche, 1890,
pag. 381 e seg.

(2) C. XIII. 1954, 1960, 1979, 1985, 1998, 2009, 2023, 2039 (Lugu-
dunum); XII, 700, 729, 731, 733 Creiate); ib., 187.189 (Antipolis); ib.,
360, 372 (Reii): ib., 1742 (Tricastinorum ager; l'Hirschfeld dubita della
autenticità del titolo); ib., 3351 (Nemausus); ib., 982 (Ernaginum). Le tes-
sere di Cavaillon e di Narbonna già pubblicate dal Calvet (v. pag. 229
nota 1) e dichiarate false dall'Hirschfeld (G. XII, 136*, 283*; cfr. pag. 34*),
sarebbero ora dimostrate autentiche da un'altra tessera enea simile, rinve-
nuta nel comune di Saint-Hippolyte de Montaigu e riprodotta da A. Héron
de Villefosse nel Bulletin Archéologique, 1912, pag. 104; Cfr. anche C. XII,
4107 (St. Gilles); ib., 1387 (Vasio); ib,, 1815 (Vienna); XIII, 2839 (ager
Aeduorum septentrionalis).

(*) C. III. 944 (inter Mikhàzam et Demenyhàzam circa Maros-Vàsar-
hely); ib. 1547 (ad pagum Marga prope confinia Transilvaniae... qui vicus,
osserva il Mommsen, cum incidat fere in pontem illum Angusti, notandum
est memorari ibi collegium utriclariorum). Gli utricularii della Dacia
avevano per divinità protettrice Nemesi o Adrastea.
 
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