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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 40.1912

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Calza, Guido: Rappresentanze di provincie e di venti in un mosaico di Ostia
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https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0114
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intonarsi ad altre città marittime, si trovano in esso adottate
rappresentanze, le quali non rispondono certo — e se ne può
giudicare dalla scarsa applicazione avuta di poi — alla funzione
essenzialmente decorativa dell' arte musiva. E in un' età in cui
non sono ancora sfruttati i motivi più rispondenti al suo scopo
decorativo, l'adozione di questo delle rappresentanze di provincie,
se non anche dei venti, si può ben supporre che sia determinata
da una ragione speciale com' è quella che Ostia suggerisce alla
metà del I secolo.

Tale supposizione a me pare confermata dalla tecnica usata
nella traduzione delle singole rappresentanze nell'opera musiva.
Infatti il mosaicista ha reso passabilmente le figure maschili e
femminili. Ma fa l'effetto che a queste non abbia saputo, per
la novità del motivo, nè associare nè adattare con sicurezza gli
attributi, limitando la personificazione a ciò che era strettamente
necessario E l'intera composizione del mosaico, piuttosto che
ad altro, è intonata alle rappresentanze delle provincie, cioè dove
più s'appoggia la connessione di esso con l'avvenimento ricor-
dato. Non solo i venti sono stati, per esse, privati del rapporto
già istituito con le stagioni, ma il motivo degli scudi sovrap-
posti, ripetuto così abbondantemente, si trova associato alle rap-
presentanze delle provincie nei rilievi della Basilica di Net-
tuno (2) ; mentre il rapporto con l'edificio, che nei mosaici è

— Tito stesso quando tornò da Alessandria in tutta fretta (Svetonio,.
Tit., 5) — ora s'imbarcano per Ostia (Philostr., Apoll. Vit., VII, 16).
Sotto gli Antonini Floro, (I, 4), potrà chiamare Ostia, l'emporio del
mondo. Quanto alle provincie che sono state scelte in numero di quattro
a rappresentare il commercio ostiense, esse sono le principali fornitrici
all'annona del popolo romano per il grano e l'olio.

(!) Parrebbe anche per i raffronti fatti che il mosaicista si sia inspi-
rato più che ad altro a figurazioni monetali, per la traduzione dei motivi
nell'opera musiva.

(a) H. Lucas, Die Reliefs der Neptunsbasilica in Rom. Jahrb d.
Jnstttuts, XV, 1900, pag. 2, figg. 1 e 25.
 
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