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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 40.1912

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Marchetti, Maria: Tessera ospitale
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https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0153
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tere militare alle colonie provinciali ('), preclude la via alla
seconda ipotesi.

Come oppidum c. R. Assuras già godeva del diritto di cit-
tadinanza romana prima della istituzione in colonia; quando e
da chi avesse ricevuto quel diritto, non si può stabilire, e nep-
pure si può stabilire se esso fu esteso a tutto il Comune, ovvero
se in questo, a fianco del pagus indigeno, esistesse un conventus
civium Romanorum organizzato in municipio. Grli esempì speci-
fici di Chiniava e Thibica rendono plausibile questa coesistenza,
che del resto si riscontra sotto diversa forma anche in altre
città Africane (2): se un caso analogo si verificasse per Assuras,
quella organizzazione piuttosto che a Cesare, dovrebbe venir ri-
portata ad Ottaviano ed ascritta al tempo che intercedette tra
l'attribuzione a lui dell'Africa tolta a Lepido, ed il 29 ; essa
presupporrebbe infatti che il nucleo di cittadini romani costi-
tuitosi in Assuras avesse assunto una certa importanza, quale
non era possibile a breve scadenza dalla conquista del paese.

Mancano però elementi che permettano di escludere asso-
lutamente una concessione della cittadinanza al Comune in ge-
nere, l'iniziativa della quale potrebbe anche risalire a Cesare ed
esser motivata dal contegno tenuto dalla città durante la pre-
cedente guerra. Insomma, nulla di preciso si può affermare su
questo punto.

*

Riassumendo, il frammento della tessera di hospitium tra
A. Vibius Habitus e la città di Assuras ha importanza sotto un
triplice punto di vista.

Innanzi tutto, perchè aggiunge ai Fasti dell'Africa il nome,
finora ignorato, di un nuovo proconsole, del quale si può sta-
bilire, almeno approssimativamente, la data del proconsolato.

f1) Mon. Ancyr. c. (28 G.I.L. Ili pag. 732 seg.ì.
(2) Cfr. Barthel, op. cit., pagg. 19 e seg., e 29 e seg., sulla esistenza
di una città libera in alcune coloniae Iuliae.
 
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