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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 40.1912

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Antonielli, Ugo: Il culto di Mitra nelle coorti pretorie
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https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0248
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// culto di Mitra nelle coorti pretorie

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tutti è conosciuto il vasto mitreo del Campidoglio, con il ce-
lebre bassorilievo Borghese, al Louvre ('). E, recentemente è stato
riconosciuto un importante spelèo (io credo di epoca tarda) costi-
tuito in una parte delle Terme di Caracalla, trasformando all'uso
religioso una sala del grande edilizio imperiale. Come ciò sia
potuto avvenire, e quale imperatore abbia ciò permesso, non è
qui il caso di ricercare.

Il culto di Mitra, adunque, diffusosi in principio tra le in-
time classi, riconosciuto dai dotti nel li secolo, alla fine di questo
si può dire che faccia il suo ingresso ufficiale nello Stato ro-
mano, allorché l'imperatore stesso. Commodo, non disdegnò ado-
rare il dio, confuso tra gli altri iniziati ( Vita Comm., 9). Il suo
massimo sviluppo è nel terzo secolo, e ancora nel quarto, vi-
vendo poi tino alla caduta dell'Impero, e più in là.

Quando si pensi all' agitata fine del regno degli Antonini,
alla furia delle soldatesche salutanti gli imperatori, al nuovo
regime introdottto per opera del grande imperatore Africano, si
comprende pienamente come, sotto Settimio Severo e Caracalla,
vi fosse nel Palazzo un sacerdote mitriaco particolare, che noi
possiamo chiamare, con parole moderne, un cappellano di corte (2).

E il Mitra che trionfa, non è più 1' antica divinità solare
dei Persiani e dell'Asia Minore, ma è proprio il dio. quale i
soldati veneravano: un protettore della vita umana, un genio
tutelare, che giustifica l'assoluto potere dell'imperatore, che
come lui è dominus, è iuvictus. Per questo gli imperatori ro-
mani degli ultimi tempi, che potranno essere riguardati come
rappresentanti in terra del dio solare, favorirono grandemente la
religione militare di Mitra. E Diocleziano nel 307. con Galerio
e Licinio, restaurando a Carnuntum un tempio di Mitra, chia-

(!) CI. L.XI, 719, 30819; Cumont, op. cit., II, pagg 194.
(*) C. I. L. VI, 2271: d m. | L. Septimim Auggg. lib. Archelaus |
pater et sacerdos invidi \ Mithrae domus Augustanae j fecit sibi, etc.
 
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