DOI Artikel:
Lanciani, Rodolfo Amedeo: Segni di terremoti negli edifizi di Roma antica
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.14887#0008
Segni di terremoti
In Koma stessa, anche nel mezzo dell'abitato, i fenomeni
vulcanico-sismici hanno durato per parecchio tempo, con decre-
scente frequenza, egli è vero, ma pur sempre violenti e paurosi,
al punto di meritare ricordo negli annales Pontificum.
È superfluo fare della erudizione su questo punto: i fatti
sono conosciuti anche da chi non ha oltrepassato i primi rudi-
menti della storia Romana. A cagion d'esempio : (a. 394/358)
« hoc anno, seti motu terrae, seu qua vi alia, forum medium
ferme specu vasto collapsum in immensam altitudinem dicitur »
Liv. VII, 6. (a. 534/213) « prodigia nuntiata sunt... in vico
Insteio fontem sub terra tanta vi aquarum fiuxisse, ut serias
doliaque, quae in eo loco erant. provoluta velut impetus torrentis
tulerit » id. XXIV, 10.
Nell'anno 1886 tornò in luce « in extremo Martio campo
— iv èa%àx(a tov 'AqeCov nsdióv » sotto il palazzo Cesarmi, il
.« descensus ad inferos » l'altare sacro a Dite e Proserpina, eretto
nel bel mezzo del « campus ignifer » del « fumans solum » del
« rò 7tvQÓ(f£Qov nsdt'ov » dove il sabino Voleso aveva ricuperata
la salute col trattamento di acque termali. Vedi Lanciani Itin.
Einsìedl. p. 112 (544).
Per quanto concerne l'improvviso zampillare di un getto
di nafta o petrolio, l'anno di Eoma 753, presso la « Taberna
Meritoria», vedi le testimonianze di Eusebio, di Eutropio, e di
Orosio raccolte, fra gli altri, dal Nibby Roma moderna voi. I,
p. 489.
« Già da qualche tempo — scriveva Michele Stefano de Rossi
nel 1874 — ho io intrapreso in Roma lo studio delle rovine dei
monumenti romani, per riconoscervi i danni che la storia c' in-
segna avervi cagionato i celeberrimi terremoti del secolo V e VI
dell'e. v. e molti posteriori. Le oscillazioni del suolo, e le tem-
peste meteoriche del secolo V e del VI in .Roma furono così
straordinarie e violente, che suscitarono nel popolo l'impressione
fantastica di un quasi prodigio, connesso coi destini fatali del-
In Koma stessa, anche nel mezzo dell'abitato, i fenomeni
vulcanico-sismici hanno durato per parecchio tempo, con decre-
scente frequenza, egli è vero, ma pur sempre violenti e paurosi,
al punto di meritare ricordo negli annales Pontificum.
È superfluo fare della erudizione su questo punto: i fatti
sono conosciuti anche da chi non ha oltrepassato i primi rudi-
menti della storia Romana. A cagion d'esempio : (a. 394/358)
« hoc anno, seti motu terrae, seu qua vi alia, forum medium
ferme specu vasto collapsum in immensam altitudinem dicitur »
Liv. VII, 6. (a. 534/213) « prodigia nuntiata sunt... in vico
Insteio fontem sub terra tanta vi aquarum fiuxisse, ut serias
doliaque, quae in eo loco erant. provoluta velut impetus torrentis
tulerit » id. XXIV, 10.
Nell'anno 1886 tornò in luce « in extremo Martio campo
— iv èa%àx(a tov 'AqeCov nsdióv » sotto il palazzo Cesarmi, il
.« descensus ad inferos » l'altare sacro a Dite e Proserpina, eretto
nel bel mezzo del « campus ignifer » del « fumans solum » del
« rò 7tvQÓ(f£Qov nsdt'ov » dove il sabino Voleso aveva ricuperata
la salute col trattamento di acque termali. Vedi Lanciani Itin.
Einsìedl. p. 112 (544).
Per quanto concerne l'improvviso zampillare di un getto
di nafta o petrolio, l'anno di Eoma 753, presso la « Taberna
Meritoria», vedi le testimonianze di Eusebio, di Eutropio, e di
Orosio raccolte, fra gli altri, dal Nibby Roma moderna voi. I,
p. 489.
« Già da qualche tempo — scriveva Michele Stefano de Rossi
nel 1874 — ho io intrapreso in Roma lo studio delle rovine dei
monumenti romani, per riconoscervi i danni che la storia c' in-
segna avervi cagionato i celeberrimi terremoti del secolo V e VI
dell'e. v. e molti posteriori. Le oscillazioni del suolo, e le tem-
peste meteoriche del secolo V e del VI in .Roma furono così
straordinarie e violente, che suscitarono nel popolo l'impressione
fantastica di un quasi prodigio, connesso coi destini fatali del-